Juventus 2018, vittorie, partenze e…

Cosa ha regalato questo 2018 appena terminato alla nostra cara Vecchia Signora?

Il 2018 è finito, è arrivata l’Epifania che si è portata via le rimanenti feste e le tossine derivanti dai vari cenoni. Ora c’è la lucidità necessaria per tracciare un bilancio dell’anno appena andato in archivio.

Partiamo dalle vittorie.

Quest’anno è arrivato il settimo scudetto consecutivo, qualcosa che fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile e invece è stato in bilico solo per una mezz’oretta. In tutta la stagione.

È brutto ammettere che ci siamo abituati.

Così come ci siamo abituati alla vittoria in Coppa Italia.

Da quando Allegri è arrivato a Torino è una costante.

Meno male che abbiamo perso un paio di Supercoppe Italia (che tra l’altro ci sarebbero toccate senza giocare)…

Purtroppo anche quest’anno ci è scappata la preda più ambita. Quella dolce ossessione che è la champions ci è sfuggita anche nel 2018 e anche un po’ più presto del solito.

Nella sera della grande rimonta, nella sera in cui siamo stati ad un niente dall’impresa di rimontare 3 gol a Madrid contro il Real poteva rompersi qualcosa.

Nessuno ha dimenticato la delusione di un sogno svanito in pieno recupero.

L’Arrivo con la A maiuscola

Proprio questa eliminazione ha portato al regalo più bello dell’intero 2018 e forse dell’intera storia juventina.

Naturalmente si parla dell’arrivo di CR7 via Madrid.

Il campione lusitano è stato conquistato dall’applauso tributatogli proprio nella partita di andata di Champions, quando ha segnato il gol più bello del 2018.

Noi non ci saremmo offesi se avesse scelto un altro palcoscenico per quella rovesciata, ma … magari non si sarebbe innescata la serie di fortunati eventi che ha portato Cuadrado a rinunciare al suo numero 7.

Gli addii

Il 2018 è stato anche un anno di addii.

Dopo 17 anni e più di 650 partite il capitano Buffon si congeda dalla Juve, la squadra per la quale è sceso in serie B da campione del mondo.

L’ideale nelle favole sarebbe stato che Gigi avesse tolto la tuta per indossare i panni del dirigente, ma come si fa a negare ad un ragazzo di 40 anni di continuare a giocare?

Dopo l’addio di Gigi, abbiamo dovuto registrare anche quello del Pipita. A dire il vero l’addio di Higuain è passato sotto la voce di male necessario visto il concomitante arrivo di Cristiano Ronaldo.

Ad Higuain va il merito di aver segnato 40 gol in maglia bianconera tra i quali quello all’Inter nel ritorno dell’anno scorso che può essere visto come il gol-scudetto 2018.

Un altro addio nel 2018, molto meno preventivato e preventivabile  è stato quello di Marotta.

L’AD protagonista del magico filotto di vittorie in campionato e della ricostruzione, all’improvviso, alla fine di una partita qualsiasi annuncia che non sarà più alle dipendenze della Juve.

Il suo successivo accasarsi proprio all’Inter è cosa che non è piaciuta ai tifosi bianconeri.

Si ha l’idea  che chi lavora per la Juve faccia parte della famiglia e il fatto che voglia andare via è visto sempre come un tradimento. Se poi la scelta cade proprio sui nerazzurri…questioni di carriere e di opportunità che difficilmente verranno perdonate a Marotta.

Il ritorno

Tra tutti questi addii  nel 2018 abbiamo registrato il ritorno del figliol prodigo Bonucci.

Dopo la sua fuga al Milan di un anno fa con le relative polemiche, Leonardo è tornato con il capo coperto di cenere a portare la sua qualità nella terza linea.

Propositi per il nuovo anno?

Uno solo, come sempre. Vincere.