Pescara è arrivata l’ora della verità

Dopo i due pareggi in terra lombarda il Pescara è atteso ad un trittico di partite, di cui due su tre in casa, dove occorre conquistare necessariamente nove punti per agganciare il treno play out. Sperando poi negli ultimi restanti match, con la classifica che ci dia una mano mettendo fuori dai giochi Cremonese e Salernitana, con un non più nulla da dire. Anche se a Salerno impegnati per la promozione diretta sarà difficile.

Le ultime due trasferte

Nel 1-1 di Monza si è vista sicuramente una squadra più propositiva, che forse avrebbe meritato la vittoria con un pizzico di fortuna in più. Contro le rondinelle invece i biancazzurri hanno fatto un netto passo indietro, dovuto anche ad errate scelte tecniche, quel 4-3-3 improvvisato e molti uomini fuori posizione, il danese Odgaard non sembra essere proprio un ala destra.

I prossimi impegni

L’Entella ha ormai tirato i remi in barca, mentre la Reggiana è davvero poca cosa, giocarla in casa è un grosso vantaggio. Cosenza un campo ostico per tutti. L’assenza dei tifosi in questo caso aiuta il delfino ed i ricorsi storici che hanno visto più volte gli Adriatici corsari al Gigi Marulla, sono di buon auspicio.

La volata finale tra tante incognite

L’impresa è davvero ardua per tanti fattori: da un allenatore non proprio pronto alla categoria senza nulla togliere al lavoro fatto fino ad ora, alla solita solfa su una società attratta solo da guadagni volta a mantenere la categoria avvalendosi della collaborazione dei numerosi corvi che pullulano intorno al panorama calcistico. Ma quello che manca sopratutto alla squadra è la grinta, la garra per dirla alla sudamericana adatta a vincere queste battaglie. Per i più nostalgici fare riferimento al Pescara di Rumignani. Non c’è un leader che si prenda il gruppo (e forse non c’è neanche un gruppo) sulle spalle e faccia la differenza. L’anno scorso eravamo nei piedi di un terzino Zappa, quest’anno in quelli di un mediano trentatreenne Dessena. Tutto il resto tra infortuni e giornate no, vanno ad intermittenza e questo la dice lunga per come sarà dura l’avventura.

Grassandonia: un 3-5-1-1 da correggere

Il secondo Pescara targato Grassadonia è sceso di nuovo in campo con il 3-5-1-1, un modulo arroccato volto più a riportare il punticino che conquistare la vittoria. Tre punti che ai biancazzurri mancano ormai da otto partite, dopo il corsaro 0-1 al Mapei Stadium di Reggio Emilia e dove bisognerebbe affilarne un bel filotto per poter almeno cominciare a respirare e vedere quanto meno la luce in fondo al tunnel. Per ora è ancora buio pesto in fondo all’Adriatico.

Se allo Stirpe di Frosinone si è giocato contro una squadra anch’essa in crisi di gioco e risultati nonostante il buon posto in classifica, dove i ciociari hanno mantenuto un possesso di palla sterile senza creare grossi gratta capi, facendo in un qual senso il gioco degli Adriatici, che con Odgaard hanno avuto anche l’occasione più ghiotta della partita, poi malamente sprecata. Con il Lecce ci si è ritrovati di fronte ad una squadra nettamente superiore, in una prima frazione di gioco totalmente nulla per gli uomini allenati dal tecnico Grassandonia.

Tecnico che ci ha messo sicuramente del suo schierando inizialmente nella mediana Dessena e Memushaj giocatori privi di qualità ed un impalpabile Capone per altro fuori ruolo ( lui che ha dato quel poco del meglio di se come ala sinistra sotto l’era zemaniana) dietro ad un Odgaard che proprio prima punta non è. Il danese è il classico falso nueve moderno dalle lunghe leve, in grado di far salire la squadra andando a lottare e recuperar palloni anche a centrocampo. Ecco perché nel secondo tempo con l’ingresso di Giannetti una presenza fissa in area avversaria e due mezz’ali d’inserimento come Maistro e Machin, la manovra è cambiata con un Pescara più frizzante che ha trovato il goal del pareggio sul finale del gong, seppur in sospetto fuorigioco.

Aspettando il rientro di Ceter che oltre a poter ricoprire il ruolo del ex Lugano permetterebbe anche il passaggio ad un più spregiudicato 3-4-2-1. Con il colombiano grazie alla sua fisicità e mobilità ultimo punto di riferimento o schierato tra i due trequartisti.

La strada come si suol dire in questo casi è lunga tortuosa al limite del impraticabilità. Gli uomini a disposizione sono quelli che sono per un ennesimo mercato di riparazione stravolto fatto senza un criterio ben preciso. I tempi a disposizione del ennesimo nuovo mister non ci sono, l’unico schema è quello di essere propositivi mettendo in mezzo al campo più qualità possibile non avendo giocatori trainanti che da soli potrebbero fare la differenza, abbandonando così quel senso rinunciatario con cui il Pescara è sceso in campo nelle ultime prestazioni. Certo puntare sulla forza del gruppo in una squadra di prestiti è un po’ un eresia, ma bisogna provarci a partire da martedì al Tombolato di Cittadella dove un solo punto non servirebbe a niente.

Odgaard: un gioiellino per il Delfino

Carriera

Jens Odgaard è un atleta danese classe 1999. Cresce nelle giovanili del Lyngby, fino ad arrivare a giocare nella Superligaen a soli diciotto anni. Vanta presenze in tutte le nazionali giovanili del suo paese fino all’Under 21. Arriva in Italia grazie all’Inter e dopo un breve apprendistato con la primavera nerazzurra viene ceduto al Sassuolo nel ambito del operazione che porta Politano sotto la Madonnina. I neroverdi lo mandano in prestito prima al Heerenvenn, squadra di buona fattura olandese con cui totalizza 24 presenze e 7 reti e poi al Lugano. Ma in Svizzerale cose non vanno come dovrebbero e così dopo sei mesi sbarca in riva all’ Adriatico sempre a titolo temporaneo.

Caratteristiche tecniche

Mancino puro attaccante di fisico alto 1,88 m, Odgaard è il prototipo del centravanti moderno. Bravo nelle palle alte, nonché a far da sponda per i suoi compagni sfruttando tutta la sua mole. Agile e dotato di un buon tiro, in area di rigore rappresenta una mina vagante per i suoi avversari grazie al senso della posizione e l’abilità nel giocare spalle alla porta, per poi girarsi con destrezza e battere a rete. Le sue lunghe leve gli permettono anche di affrontare la media lunga distanza avendo una buona corsa e forte nei corpo a corpo. Per caratteristiche ricorda con le dovute proporzioni il bosniaco Dzeko.

Per il Pescara un colpo interessante, che potrebbe avere i suoi effetti positivi. Certo non aspettiamoci il bomber che superi la doppia cifra, ma è un giovane di prospettiva che si farà trovare sicuramente pronto quando sarà chiamato in causa da Breda. Manca un po’ di esperienza, ha ben figurato nel Eredivisie, risultato però totalmente nullo nella breve parentesi in Super League Svizzera. Rappresenta l’alternativa all’infortunato Asencio, ma formerebbe un attacco esplosivo in termini di stazza con Ceter e può essere un partner perfetto per lo sgusciante Galano. I tre potrebbero giocare anche insieme in un ipotetico 3-4-2-1, con il danese terminale offensivo.

Pescara: il punto sul mercato

Da sempre per la Pescara Calcio il mercato di riparazione è un momento nefasto, non certo per casualità, ma gioco forza per volere di cose e puntualmente ne esce fuori una squadra indebolita o comunque non rinforzata a dovere.

Come da ultima intervista del presidente Sebastiani qualcosa bolle in pentola, ma siamo ben lontani dal buttare la pasta. La sensazione è che si aspettano tempi più maturi per occasioni Lowe cost a zero euro.

Difesa

Nel reparto arretrato partito Ventola, accasatosi ad Arezzo, si punta ai pieni recuperi di Bocchetti, Antei e Drudi. I primi due però afflitti dal perdurare di problemi fisici, sono facili a possibili ricadute. Per questo si monitora la situazione di Matteo Piacentini in rotta con il Teramo, per mancato rinnovo del contratto. Sul centrale classe 99 c’è l’interesse anche di: Spal, Fiorentina e Cagliari. Radar accesi sul esperto Matteo Cremonesi ai ferri corti con il Venezia e il promettente giovane della primavera Atalanta, Caleb Okoli. Diciannove anni forte fisicamente, bravo in progressione e nel gioco aereo. Per Pucino e Brosco l’Ascoli vorrebbe monetizzare prima di rinforzare una diretta concorrente alla salvezza.

Centrocampo

In mediana come per stessa ammissione del presidente il reparto sembra essere completo con il giusto mix di qualità e quantità. Del Pinto duttile centrocampista del Benevento che può giocare sia da play davanti la difesa o mezz’ala d’interdizione, potrebbe interessare solo in caso di prossibili uscite.

L’obbiettivo principale in questo reparto è comunque l’ennesimo ritorno di Machin. Il giocatore chiuso da Boateng , vorrebbe cambiare aria per trovare più spazio. Il Monzaperò come ben si ricorda in riva all’Adriatico, ha effettuato un discreto esborso economico per averlo e non è del tutta convinta al prestito secco gratuito. Correndo il rischio di vedere svalutarsi il proprio capitale, qualora le cose non vanno come dovrebbero.

Attacco

L’arrivo del guineano ex primavera della Roma, alter ego di Maistro, che può ricoprire sia il ruolo di centrocampista che quello più offensivo di trequartista, libererebbe Galano verso Bari, con Montalto seconda punta meno funambolica, ma più concreta e d’appoggio a fare il viaggio opposto.

In avanti comunque almeno un elemento dovrebbe arrivare. I nomi sono sempre gli stessi con Ciofani più di Ceravolo e Iemmello di ritorno da Las Palmas, i cui buoni rapporti con il Benevento potrebbero favorirne l’operazione. Di completamento il giovane Piccoli solo da affiancare ad una punta più esperta.

L’arrivo di Torregrossa alla Sampdoria, libera La Gumina già inseguito la scorsa estate. Ma per la punta di proprietà del Empoli, la situazione è complessa, in quanto i blucerchiati dovrebbero prima riscattarlo e poi possono girarlo ai biancazzurri. La sensazione però è che nessuno delle parti in causa vogliano smuovere un euro. Così come è complicata la strada per Massimiliano Esposito, almeno che l’Inter non s’impegni a riprenderlo dalla Spal.

Raffreddatasi invece le piste Mattia Bertolussi interessante 96 del Cesena, 10 goal in stagione fino ad ora, dichiarato incedibile dalla società romagnola e La Mantia dove i toscani per lasciarlo partire devono trovare prima un sostituto.

Le partenze

In uscita si cerca di piazzare Di Grazia e restituire al mittente Capone e Riccardi, dato lo scarso utilizzo. Anche Asencio visto il perdurare dei problemi fisici potrebbe ritornare al Genoa, molto dipenderà dalle eventuali entrate che ci saranno. Crecco in caso di offerte andrà via in prestito. Nzita e Maistro sono nel mirino della Salernitana ed uno dei due potrebbe lasciare la città abruzzese.

Pescara calcio un 2020 da dimenticare


C’è poco da dire sul 2020 biancazzurro, i momenti di gioia si contano sulle dita delle mani. Sono sicuramente di più gli allenatori alternatisi in panchina; con ben cinque cambi.

L’anno era partito subito male: la sconfitta interna contro la Salernitana costa il posto a Luciano Zauri, tecnico emergente che in estate era stato promosso in prima squadra, dopo un brillante campionato nella primavera adriatica. Al suo posto viene chiamato un’altra scommessa del presidente Sebastiani; l’ex Juve Nicola Legrottaglie, anch’egli proveniente dal settore giovanile.

Andando ad analizzare bene l’annata, possiamo dire che proprio nel mese di Gennaio vengono poste le basi per un anno disastroso, umoristicamente parlando: “Chi ben comincia è a metà del opera”. Ma perché mandare via Zauri alla ripresa del campionato e non prima. Quando era sulla graticola già da diversi mesi, per un espressione di gioco frammentario con prove poco convincenti e una classifica deficitaria. Dando magari al nuovo arrivato la possibilità di poter sfruttare la sosta per poter integrare al meglio i suoi schemi. Ecco appunto il nuovo arrivato! C’è tutto un girone di ritorno da affrontare, non si è ancora all’ultima spiaggia, in questi casi di solito ci si affida ad un mister navigato, d’esperienza. Invece no l’ennesimo azzardo naturalmente a costo zero. E dulcis in fundo la ciliegina sulla torta al gong del mercato invernale: la cessione di Machin ( il presidente dirà che è stato il ragazzo ad essere voluto andare via, intanto qualche euro nelle casse societarie sono arrivate) e rimpiazzato dal infortunato Pucciarelli che qualche partita l’ha fatta grazie al prolungarsi del torneo per Covid e un Bozinov mai pervenuto. Arrivato in una forma fisica imbarazzante il bulgaro si è fatto notare solo per l’espulsione dalla panchina allo Scida di Crotone.

La partenza del tecnico siciliano avviene comunque nel miglior dei modi con forse la più bella prova della stagione il 2-0 sul Pordenone al Dacia Arena di Udine, a cui fa seguito la vittoria in casa contro il Cosenza, grazie ad una prodezza del talentino Bočić all’ultimo minuto, che manda in visibilio il pubblico pescarese. L’ebrezza però finisce subito con tre pesanti sconfitte senza prova d’appello nelle successive partite, fino a risorgere nel 2-1 ai danni del Ascoli. Anche qui gioia arrivata solo al novantesimo grazie ad un invenzione di Memushaj, insomma la manovra latita e per fortuna i singoli ne fanno da padrone!

Il campionato si ferma per tre mesi e mezzo causa pandemia. Il Pescara che riparte fa ben sperare grazie al secco 3-1 sulla Juve Stabia, ma è solo una goccia nel oceano, perché nelle restanti nove partite conquista appena sette punti, che portano alla retrocessione sul campo, ma salvata dalla giustizia sportiva che condanna il Trapani alla lega pro per illecito. Nonostante sulla panchina Adriatica era arrivato Sottil per Legrottaglie. Grinta, sacrificio e la verve di Zappa l’unico a salvarsi, non sono sufficienti senza una ben precisa identità di gioco. Si va ai play out contro il Perugia del pescarese Massimo Oddo. I 180 minuti regolamentari non bastano , entrambi le compagini vincono tra le mure amiche con il medesimo risultato di 2-1. È ancora un terzino: Masciangelo aiutato dalle parate di Fiorillo a salvare i dannunziani dal inferno della retrocessione, grazie alla realizzazione del penalty decisivo nella lotteria dei rigori al Curi di Perugia, che vede tra l’altro l’addio al calcio giocato di Hugo Campagnaro.

La nuova stagione 2020/21 parte con i proclami del presidente Sebastiani: “quello visto nella cadetteria passata non succederà mai più”. A sorpresa viene ingaggiato il tecnico Oddo, che con la squadra però non legherà mai. Quattro punti in nove match con quasi tutto lo spogliatoio contro, gli costano l’esonero a favore di Roberto Breda. Nel frattempo continuano i soliti contenziosi con De Cecco per: Poggio si Poggio no e l’altro ex socio Danilo Iannascoli in merito alle irregolarità di bilancio. Nel mezzo le voci di un fantomatico acquirente tale Pavanati, tornato a distanza di poche settimane nel anonimato, che sembrava dare più la sensazione di passare dalla padella alla brace, che intavolare un progetto volto al bene della Pescara Calcio. Con il nuovo tecnico trevigiano inizialmente pare intravedersi una nuova squadra, che in campo scende almeno con un piglio diverso. La vittoria al Del Duca di Ascoli e il 3-2 al blasonato Monza fanno ben sperare. Ma le ultime prestazioni dell’anno contro Entella e Cosenza, riportano il delfinodi nuovo nei suoi incubi peggiori.

L’anno che verrà non promette nulla di buono. La squadra spesso appare piatta, incapace di proporsi, scollegata tra i reparti e non registrata in difesa, il bel gioco si è visto solo a tratti. Al mister Breda, i cui punti conquistati sono dovuti perlopiù a prove di carattere, spetterà il compito di trovare la giusta quadratura. Una mano dovrebbe arrivare dal mercato di gennaio, ma i soliti nomi snocciolati, giocatori in prestito in cerca di rilancio non entusiasmano una piazza ormai stanca, che intravede davanti a se la strada per la salvezza lunga e tortuosa!

 

 

Pescara al peggio non c’è mai fine

‌Se il pubblico pescarese, dopo i play out del Curi pensavano che il peggio era ormai alle spalle si sbagliava di grosso. Quattro punti in nove partite, sei goal realizzati e 19 subiti, ma sopratutto un gioco inesistente, consegnandosi agli avversari al primo ostacolo, senza avere mai la forza di reagire.

Eccolo il Pescara targato Oddo:

Modulo indefinito si parte con il 4-2-3-1 alla prima con il Chievo, 4-3-2-1 del Granillo di Reggio Calabria, 3-5-1-1 contro il Frosinone, 3-4-1-2 allo Stadio del Mare di Lecce, fino al 3-4-2-1 nelle ultime due uscite. Nel contesto una girandola di uomini con i soli Balzano, Maistro e Fiorillo punti fermi, tutti gli altri in rotazione. Senatori fatti fuori e giovani di belle speranze impiegati con il contagocce.

La Rosa allestita ad inizio stagione non sembrava tanto male con un bel mix di giovani ed esperienza. Anche se alcuni dubbi già persistevano: una difesa troppo fragile fisicamente: Antei, Bocchetti e Balzanovengono da infortuni seri ed in più la data anagrafica non è dalla loro parte. In attacco il solo Asencio non poteva bastare. A questo si aggiungono le lesioni muscolari dello stesso spagnolo arrivato in prestito dal Genoa e del altro fiore all’occhiello nel mercato estivo il colombiano Ceter. Sfortuna o preparazione sbagliata?

La società nel frattempo rimane a guardare, impegnata in una possibile vendita ad un imprenditore ai più sconosciuti, che da l’impressione di passare dalla padella alla brace. D’altronde il Covid da loro una mano, tenendo il pubblico lontano dai campi da gioco, al riparo da furiose contestazioni e liberi di agire indisturbatamente. Facendo sempre finta di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma forse anziché l’acqua dentro sembra esserci il vino. Perché in questo Pescara di buono ad oggi non si è visto nulla.

Lo spogliatoio è diviso, basti vedere le scelte di formazione del tecnico ad ogni partita per capirlo. Un Oddo che in panchina sbraita, si sbraccia, si sveste ed impreca presuntuosamente verso i suoi uomini. Lui che da mago della panchina nei suoi appena otto anni di carriera dopo la promozione in riva all’Adriatico, in una squadra che tra gli altri annoverava giocatori come Torreira, Campagnaro e Lapadula che con 30 reti fece metà del lavoro, ha ottenuto ben quattro esoneri l’ultimo in Umbria poi richiamato e condannato dal rigore di Masciangelo.

Detto senza mezzi termini la classifica è già dura, nonostante la paventata ipotesi della Lega di ridurre a tre le retrocessioni. Il presidente Sebastiani dopo Pordenone è andato via dal Adriatico senza rilasciare dichiarazioni. La posizione del tecnico è fortemente in bilico. Con Pillon ormai prossimo alla Triestina,i nomi dei possibili sostituti sono quattro: Ventura il più gettonato, Stellone, Pecchia e Sottil.


Pescara così non va

La partita di sabato contro la compagine Toscana è stata la migliore di questo inizio di campionato e la dice lunga sul cammino del campionato biancazzurro appena cominciato.Il pareggio alla prima contro il Chievo senza grossi sussulti è un risultato che ci poteva stare. Poi è arrivata la debacle con la Regina. Sbagliato il rigore la squadra è uscita dal campo, senza ne capo ne coda ha subito l’arrembaggio dei calabresi abdicando per 3-1.

Nel ultimo mach è arrivato l’Empoli che sarà sicuramente una delle protagoniste del attuale campionato cadetto. Un gioco non spumeggiante quello dei toscani, ma organizzato in ogni singolo reparto ben collegati fra loro, che fa della compattezza e l’equilibrio le sue armi migliori. Il pallino del gioco è sempre stato nelle mani dei biancazzurri con un possesso di palla del 55% , ma inconcludenti e poco pratici, ben bloccati degli uomini di Dionisi, che al momento giusto chiudevano subito tutti gli spazi non lasciando sbocchi di reazione agli Adriatici. Portandosi a casa il massimo della posta con due incornate vincenti di Romagnoli prima e Moreo dopo nel mezzo il pareggio di Maistro.

La difesa

Le reti sono arrivati tutte e due da palle alte la prima da calcio d’angolo e la seconda da un cross della destra di Fiamozzi. In entrambi i casi gli avversari sono stati lasciati colpevolmente soli di colpire. Andando ad analizzare la lavagna tattica trattasi di difesa non ben registrata. Al goal dalla bandierina del ex difensore del Pescara di Zeman è stato Omeonga a farsi beffare, invece nel raddoppio, Masciangelo non chiude su l’altro ex difensore biancazzurro e permette al fantasista numero 9ospite di insaccare con una bella girata di testa tra Bocchetti e Busellato mal piazzati. Il raddoppio toscano è arrivato nel momento migliore dei biancazzurri coinciso proprio quando i due terzini di casa hanno cominciato seppur timidamente a spingere sulle loro fasce di competenza. Meglio Ventola che Masciangelo, più attento in fase difensiva rispetto al compagno di reparto apparso in netta difficoltà sulla sua corsia.

Centrocampo

La mediana è stata pressoché anonima senza spunti e dinamismo, in netta difficoltà se non nel continuo fraseggio. Su tutti Valdifioriarrivato come il fiore all’occhiello della campagna estiva, risulta essere un giocatore compassato privo di idee. Da lui non è partita nessuna buona iniziativa. Così come Busellatoconfinato sulla parte sinistra non si è mai fatto vedere tranne per un tiro terminato a lato ed anche nel suo lavoro sporco di recupero palloni è stato nullo, per lui una giornata al sole in riva all’Adriatico. L’unico un po più vivace è stato Omeonga con le sue incursioni in area ospite, ma pesa come un macigno l’errore sulla prima marcatura ospite.

Attacco

In avanti mancava una punta di ruolo e il tecnico abruzzese ha piazzato Galano e Bocicdue trequartisti, con Maistro dietro. Oltre al goal di pregevole fattura, il centrocampista di proprietà della Lazio è stato il migliore in campo proponendosi in zona offensiva e ripiegando indietro dando una mano anche in difesa cercando di far ripartire l’azione. Bociccome sempre troppo macchinoso e prevedibile, nonostante l’impegno messo in mostra, risulta ancora acerbo per la categoria. Mentre il Robben di Puglia è risultato svogliato ed impreciso sotto porta, il funambolico folletto dello scorso inizio stagione sembra essere solo un lontano ricordo. In più i due non si facevano mai trovare pronti, anziché attaccare lo spazio stretto cercando la profondità per entrare in area avversaria si abbandonavano a passaggi filtranti volti a favorire un attaccante centrale che purtroppo non c’era. Così come le poche discese dei terzini andate sempre a vuoto non trovando mai nessuno li nel mezzo.

Le colpe di Oddo

Se sulle fasce gli uomini sono quelli che sono, d’altronde si parlava di Zampano e Cacciatoree si gioca con Ventola e Masciangelo. In attacco invece le responsabilità sono tutte del tecnico in una impostazione offensiva errata e confusionaria, non sapendo sopperire alla mancanza di un puntero di razza. Errori commessi anche nei cambi troppo tardivi. Memushaj e Riccardi dovevano entrare prima, perché hanno più qualità e tiro nelle corde rispetto a Busellato e Bocic

Il futuro

Il futuro come sempre in casa Pescara non è mai roseo, nonostante il sano ottimismo che regna tra staff tecnico e societario. Il mercato come affermato dal presidente Sebastiani è ormai chiuso. Pazzini è solo una suggestione e tale rimarrà, nonostante le necessità. Martedì si andrà a giocare in Laguna, squadra ostica ma abbordabile. Bisogna ripartire dal buon possesso di palla espresso contro l’Empoli ed essere più incisivi. Spetterà ad Oddo trovare la giusta alchimia, finora apparso in totale confusione nella gestione di schemi e modulo per non sprofondare di nuovo nel baratro, in caso di mancati punti al Penzo di Venezia.

Il Pescara è pronto al rilancio

Sabato 26/9 alle ore 14:00 davanti a pochi intimi il Pescara si appresterà a disputare il suo trentanovesimo campionato nella serie cadetta. Si ricomincia proprio dove si era finiti, contro quel Chievo Verona che nel ultima giornata della passata stagione, con un goal di Garritano allo scadere la condannò all’inferno dei play out. Poi vinti ai rigori sul Perugia.

Il nuovo organico
Il presidente Sebastiani continua nella sua politica di prestiti, svincolai e buone occasioni a basso costo. Ma questa volta sembra aver capito la lezione, passata la grande paura del incubo prima divisione, ha allestito una compagine degna di categoria, messa nelle mani del figlio prodigo Oddo, che non ha mai nascosto l’attaccamento per i colori biancazzurri.La difesaIn porta a capitan Fiorillo è stato affiancato il giovane Del Favero in prestito dalla Juve. Sulla corsia mancina i giochi sono stati subito chiusi con la conferma di Masciangelo l’eroe del Renato Curi realizzando il penalty decisivo e l’arrivo di Jaroszynski dal Genoa, l’anno scorso a Salerno. Forza e velocità bravo in entrambi le fasi del gioco un ottimo elemento per la serie b. A destra invece a Balzano ormai trentaquattrenne e dalle condizioni fisiche non ottimali è stato affiancato il giovane Bellanova. Venti anni cresciuto nel Milan, un passato nel Bordeaux e acquistato infine dal Atalanta. Giocatore completo con ottimo senso della posizione e bravo nel proporsi nelle situazioni offensive. Si spera di ripetere l’affare Bettella. Al centro è arrivato Bocchetti difensore esperto insuperabile nel gioco aereo. Ora i radar sono puntati su Antei del Benevento che sta recuperando dal grave infortunio al ginocchio patito lo scorso dicembre. Centrale di sicuro affidamento anche lui abile nelle palle alte ed in marcatura. Come ultimo tassello si cerca un profilo giovane, già individuato in Pirola del Inter che sembra essere il preferito per le caratteristiche simili a due già citati, congeniali al gioco del mister abruzzese. Pronti a fare le valige Drudi e uno tra Scognamiglio e Ventola. Quest’ultimo di rientro dal prestito di Cittadella, ha favorevolmente impressionato il tecnico per la sua duttilità ed ha più chance di rimanere.CentrocampoLa mediana ormai è completa con il ds Bocchetti che si è mosso d’anticipo. Ai confermati Busellato e Memushaj si sono aggiunti il tutto polmoni Omeonga e il più completo Maistro che abbina qualità e quantità in mezzo al campo. Il grande dinamismo e l’attitudine al sacrificio lo rendono una mezzala moderna. Mentre la regia sarà affidata a Mirko Valdifiori esperienza da vendere che rappresenta il cervello della squadra. Ed in più è arrivato Alessio Ricciardi astro nascente della Roma primavera. Centrocampista offensivo con ottima visione di gioco, sfrutta gli inserimenti in area avversaria ed ha un buon tiro dalla distanza. Dalle giovanili biancazzurre è stato promosso Diambo ghanese 19 anni dinamico e una discreta famigliarità sotto porta, su di lui ci sono Parma e Juventus. In uscita Crecco che ha molte richieste dalla Prima divisione.AttaccoIn avanti si stanno sbrigando le ultime formalità per Raul Asencio punta di movimento in prestito dal Genoa, che l’hanno scorso acquistato a Gennaio ha fatto la fortuna del Cosenza targato Occhiuzzi. Con Galano e Ceter velocità e strapotere fisico, andrà a formare il probabile tridente d’attacco. Tutto da seguire il trequartista Arlotti svincolatosi dal Monaco, di cui se ne parla un gran bene, così come Vokic che potrebbe arrivare dal Benevento anche lui afflitto da noie fisiche. In più dai nerazzurri bergamaschi è tornato Capone, che in Abruzzo sotto la guida di Zeman, aveva lasciato un buon ricordo per finire poi nel dimenticatoio con l’addio del boemo. Si cerca anche un’altra punta come ciliegina sulla torta mandando il giovane Borrelli a farsi le ossa altrove. Il più gradito sarebbe il cigno Melchiorri consacratosi nel calcio che conta proprio nella città dannunziana.Oddo prima di accettare la panchina aveva chiesto delle garanzie ed è stato accontentato. Mancano ancora alcuni tasselli ma il grosso è fatto. Il Pescara è un bel mix di giovani e uomini d’esperienza perfetto per il 4-3-3 del tecnico Adriatico. Con la speranza che possa ripetere l’impresa del 2016.

Pescara novità in società

Se per quanto riguarda il mercato giocatori è tutto fermo, in attesa ancora di decidere il nuovo allenatore che guiderà gli Adriatici nella prossima serie cadetta, in pole sembra esserci il possibile ritorno di Massimo Oddo. In città circolano rumors che vogliono il passaggio di società dal presidente Sebastiani all’imprenditore Stefano Pessina. Ingegnere nato a Pescara nel 1941, con residenza monegasca, operante sopratutto nel settore ospedaliero, considerato dalla rivista specializzata Forbes il terzo uomo più ricco d’Italia. Da parte dei diretti interessati non c’è stata nessuna conferma, né tanto meno una smentita, con i tifosi colti di sorpresa che consultano Wikipedia alla scoperta di questo loro ricco concittadino ai più sconosciuto.

Hugo Campagnaro campione in punta di piedi ….

Dopo la finale play out vinta dal Pescara 2-1 sul Perugia, da l’addio al calcio giocato a 40 anni compiuti il difensore Hugo Campagnaro. Ai più questi nome non dice nulla, tranne per qualche goal inaspettato che ha fatto la gioia dei fantallenatori. Ma per i tifosi che hanno visto l’argentino vestire la loro maglia, Hugo Campagnaro è sinonimo di forza, grinta e attaccamento ai colori.

Gli inizi tra Argentina e Piacenza

Muove i primi passi da calciatore come attaccante nel Deportivo Morón squadra del campionato di serie B della Lega Argentina. Qui viene notato dal responsabile del area tecnica del Piacenza Fulvio Collovati, che insieme al presidente Garilli nel giugno 2002 lo portano in Italia. L’allora allenatore Agostinelli, notando la sua prestanza fisica fatta di grinta e reattività ne intuisce le potenzialità spostandolo nelle retrovie come difensore centrale. La sua avventura nel campionato italiano nonostante i primi goal con una doppietta contro il Perugia, finisce però con una retrocessione. L’umile argentino, non si scompone e rimane in terra Emiliana per 5 stagioni totalizzando 127 presenze e 10 reti, grazie alle sue capacità di inserirsi nel area avversaria durante i calci da fermo.

Sampdoria

Nel estate 2007 arriva la chiamata della Sampdoria, ritornando nella massima serie dopo un lungo purgatorio nella nostra serie cadetta. In maglia blucerchiata esordisce nella ormai vecchia Coppa UEFA, segnando il punto della vittoria. Diventando subito l’idolo dei tifosi di casa grazie al senso dell’anticipo e aggressività agonistica, che lo rendono un giocatore difficile da superare, avvalendosi del soprannome di El toro. In Liguria però iniziano anche i suoi guai fisici con una lesione al polpaccio destro, che minerà per diversi tratti la sua lunga carriera.

Napoli

Dopo 38 gettoni e una sola rete arriva la chiamata del Napoli. Con cui rimarrà per 4 anni. Sotto la guida di Mazzarri viene trasformato nel ruolo di esterno sinistro a centrocampo, portando avanti la manovra dalle retrovie, essendo dotato di una buona tecnica e visione di gioco. Quella con gli azzurri sarà la maglia in cui farà più presenze 118 condite da 4 sigilli, esordendo anche in Champions League.

Inter

A scadenza di contratto nel 2013 viene preso dal Inter, dove ritrova il suo mentore Mazzarri. Qui tra alti e bassi ed i soliti guai fisici trascorre due anni dove il nuovo tecnico Mancini, causa i diversi infortuni dei suoi compagni lo schiera anche nel insolito ruolo di terzino destro.

Pescara

Nella stagione del 2005 il Pescara viene da una cocente sconfitta ai play off contro il Bolognae nel mercato estivo vede tra gli altri la partenza di Salomon, leader della difesa. Così il sodalizio biancazzurro per sopperire a questo buco difensivo acquista il roccioso difensore. In città il suo acquisto è accolto con stupore. Un giocatore che ha disputato 14 presenze con la nazionale Albiceleste disputando anche il mondiale 2014 ( una presenza contro la Bosnia) finita poi con la sconfitta in finale contro la Germania. Il suo attaccamento ai colori Adriatici lo dimostrata subito, diventando un beniamino della tifoseria, per la sicurezza che da in campo e conquistando al primo anno subito la promozione in A. In terra Dannunziana disputa 5 stagioni, gli ultimi due con contratto a gettoni per via sempre della lesione al polpaccio che gli fanno centellinare le presenze sul rettangolo verde. Ma il suo apporto non viene mai a mancare quando chiamato in causa. Fino alla notte del Renato Curi, dove con suo spirito guerriero guida la squadra alla conquista della permanenza in serie B, nello scontro diretto da dentro o fuori contro il Perugia, rimanendo in campo fino alla metà del primo tempo supplementare.

Appesi gli scarpini al chiodo Hugo ha deciso di legarsi alla città Adriatica, in cui si dedicherà alla carriera di allenatore partendo dal settore giovanile, in collaborazione con un altro idolo di casa Marco Sansovini e poi chi sa …. per questo campione silenzioso che non molla mai ….

Perugia Pescara 4-5 (dcr)

Perugia Pescara l’ultimo atto di una storia che sembrava non volesse finire mai. Nel primo tempo al goal biancazzurro di Pucciarelli rispondono Kouan e l’ex Melchiorri. Partita giocata ad alta intensità da entrambe le squadre, anche se i portieri non hanno corso grandi pericoli. Si è andati oltre i 90 minuti regolamentari e i supplementari per decidere le sorti del incontro. Alla lotteria dei rigori fatali per il Perugia gli errori di Bonaiuto e Iemmello, che hanno permesso al Pescara di restare in serie B con l’ultimo penalty vincente di Masciangelo.

Bruno-Pescara: cos’è successo?

Dopo i due palloni in campo, il botta e risposta tra il ds umbro Goretti e l’allenatore biancazzurro Sottil con tanto di accuse reciproche e la conferenza stampa indetta dal presidente perugino Santopadre stile Ivan Drago in Rocky 5. La saga di avvicinamento all’ultimo atto dei play out continua.
È di ieri la notizia che il giocatore del Pescara Alessandro Bruno abbia picchiato un tifoso di ventidue anni con pugni e schiaffi. I fatti raccontano che il ragazzo ha pesantemente insultato il numero 5 abruzzese sul lungomare adriatico mentre era a bordo della sua Porche nera. La reazione dell’atleta non si è fatta attendere, sorprendendo il suo avventore e colpendolo più volte, tanto da ricorrere alle cure mediche nel ospedale cittadino. Tormentato e difficile il rapporto tra l’ambiente e il centrocampista. Sempre oggetto di critiche dalla tifoseria reo a loro modo di dire di non essere un giocatore adatto alla categoria cadetta e di giocare solo perché raccomandato in quanto genero del contestatissimo patron Sebastiani. Che ha commentato l’accaduto come un fatto increscioso, ma che sia da monito alla squadra per uscire il prima possibile da questa situazione incresciosa.
La partita di lunedì sera tra Pescara Perugia ha lasciato una lunga scia di polemiche che si trascinerà sicuramente fino al 14 agosto data del match di ritorno, ma la kermesse di accuse tra le due società potrebbe andare anche oltre, con un colpo di scena finale inaspettato per entrambe.Andiamo con ordine il match di andata è finito 2-1 per gli abruzzesi grazie alle reti di Galano e Maniero su rigore. Annullando il momentaneo vantaggio ospite con Kouan, che in parte riscatta l’errore della partita contro il Trapani, finito per questo tra le ira dei fedelissimi biancorossi. Ma a tenere banco è l’episodio avvenuto nei minuti di recupero su una ripartenza in contropiede dei grifoni, dove un pallone lanciato appositamente in campo dalla panchina biancazzurra costringe l’arbitro Marinelli ad interrompere il gioco, per la presenza di due palloni sul rettangolo verde. A farne le spese sono stati il team manager Andrea Gessa reo di aver compiuto l’insano gesto e la società con un ammenda di 5000€.A gettar benzina sul fuoco ci ha pensato poi il ds umbro Goretti. Accusando Sottil di aver comandato l’ardito stratagemma. Sempre più comune nel nostro calcio in partite di questo genere, basti pensare ai play off tra Frosinone e Palermo, che costò la squalifica del campo ai ciociari.Subito pronta la replica del tecnico piemontese, che si professa un professionista esemplare e punta il dito contro il dirigente atto solo a caricare lo stato per il match del 14 agosto. A suo dire se c’è una parte lesa quella è il Pescara, per i due goal subiti in fuorigioco nel ultimo incontro casalingo in campionato e per il rigore non dato con conseguente espulsione del già ammonito Gyomber, non visto neanche con l’ausilio del Var, nel appunto ultima gara.Nella totale bagarre è tornato a parlare in conferenza stampa anche il presidente dei grifoni Santopadre. “Accusando l’ambiente di voler il funerale del Perugia. Ma la squadra venerdì sera sputerà sangue e non retrocederà”. Questo nonostante continui la polemica dei tifosi verso società e giocatori, attraverso striscioni di protesta in diverse zone del capoluogo umbro.Sul Adriatico invece tutto tace. Il massimo dirigente Sebastiani si sente di aver adoperato nel giusto ( in riferimento del ripescaggio a sfavore del Trapani) e ora si aspetta dai suoi ragazzi una reazione sul campo che per il momento è avvenuta solo in parte nel secondo tempo contro gli uomini di Oddo. I tifosi con un comunicato stampa prima del mach casalingo hanno abbandonato ogni forma di contestazione stringendosi intorno a Fiorillo e compagni, mostrandolo con drappi d’incoraggiamento appesi nelle vie cittadine. Comunque regna ancora molto scetticismo intorno alla prossima permanenza nella serie cadetta e la sanzione sembra essere di una quiete prima della tempesta in caso di esito negativo dei play out.Ma tra i due litiganti il terzo gode, o meglio ne potrebbero beneficiare un po’ tutti. È di oggi la notizia che il Trapani ha presentato ricorso per la sentenza rigettata in appello. In caso venga accettata si ripartirebbe con una B a 22 squadre, dove oltre ai siciliani verrebbe ripescata la perdente dello spareggio.Ai posteri l’ardua sentenza. In attesa di una vigilia di ferragosto infuocata sul asse Pescara Perugia.

Pescara rimborso abbonamenti biglietti tifosi

Dopo l’annuncio della Lega a poter effettuare i play off, respinto il ricorso del Trapani Calcio. Un altra interessante notizia riguarda i tifosi pescaresi. Che ora aspettano solo il verdetto del campo, in una stagione finora ricca di amarezze. Di seguito il comunicato della società:

La Delfino Pescara 1936 in ottemperanza al D.L. del 17 marzo 2020 n. 18, convertito con Legge 24 aprile 2020 n. 27, comunica che le per le 5 gare presenti negli abbonamenti sottoscritti per la stagione calcistica 2019/20, disputate a “porte chiuse” per l’emergenza sanitaria causata dal #Covid19, tutti i sottoscrittori potranno richiederne rimborso tramite l’emissione di un voucher digitale del valore corrispondente ai ratei delle suddette partite.

Elenco partite in questione:
Gara: Pescara-Juve Stabia del 20/06/2020
Gara: Pescara-Empoli del 29/06/2020
Gara: Pescara-Perugia del 10/07/2020
Gara: Pescara-Frosinone del 17/07/2020
Gara: Pescara-Livorno del 27/07/2020

Le richieste di emissione dei voucher potranno essere effettuate in un periodo di tempo limitato e precisamente a partire dalle ore 16.00 del giorno 13 agosto 2020 fino alle ore 23.30 del 14 settembre 2020, esclusivamente attraverso l’apposita piattaforma Ticketone raggiungibile al link www.rimborso.info.

Le richieste inviate oltre questo termine non potranno essere accolte. Gli abbonati riceveranno al proprio indirizzo e-mail il voucher in formato PDF. Basterà registrarsi alla piattaforma dedicata inserendo il numero della tessera associata all’abbonamento (newPescarese100%away) o al supporto cartaceo (abbonamento tradizionale). Il sistema calcolerà in automatico l’importo dei ratei non goduti.

Il voucher avrà validità di 12 mesi dalla data di emissione e potrà essere utilizzato per l’acquisto online e/o presso il Pescara Store per servizi di biglietteria (biglietti o abbonamenti). Il voucher potrà essere ceduto a terzi e potrà essere utilizzato in più transazioni fino al raggiungimento del suo valore.

La Delfino Pescara 1936 S.p.A. si riserva la facoltà di modificare e/o aggiornare le modalità di rimborso sopra illustrate, oltre che estendere la validità del suddetto voucher, a fronte di eventuali ulteriori provvedimenti adottati dalle Autorità Competenti.

Per contatti: biglietteria@pescaracalcio.com

Pescara-Perugia: i play out della rabbia

La sentenza della Lega ha decretato che i play out si giocheranno tra Pescara e Perugia. Non restituiti i due punti di penalizzazione al Trapani per i mancati pagamenti delle mensilità di gennaio. Le due squadre in caso di arrivo a pari merito dopo i 180 minuti regolamentari ricorreranno ai tempi supplementari e se necessario i rigori, (non vale la regola dei goal fuori casa), in quanto appaiate in classifica con il medesimo punteggio. La prima si giocherà in Abruzzo per via degli scontri diretti a favore degli umbri.

Pescara e Perugia due tifoserie invise tra loro unite in questo momento dalle ostilità verso le rispettive società.

Qui Pescara

Per il pubblico pescarese i play out rappresentano un incubo che continua, sicuri di una morte certa, i cui spareggi allungherebbero solo l’agonia. I tifosi sempre presenti e calorosi questa volta hanno scelto la via dell’indifferenza, almeno per il momento. Stanchi e rassegnati da un Presidente che va avanti con il proprio business personale nonostante le critiche talvolta anche feroci della piazza. L’umore della città è sotto i tacchi, nonostante le notizie che giungono da Perugia, che vede l’ambiente umbro nel caos più completo. Nessuno crede più in questi ragazzi, tanto da giudicare ingiusta la sentenza del CONI, attribuendo addirittura ai siciliani maggiori meriti nel giocare in serie cadetta. Sta di fatto che il Pescara se non ci fosse stata la penalizzazione dei granata, ai punti sarebbe già retrocessa. Il Perugia ha quelle individualità come Iemmello, Melchiorri o Falcinelli, che ai biancazzurri mancano e questo sfiducia ulteriormente l’ambiente. A Verona baciati dalla dea bendata, per i risultati provenienti dagli altri campi, si è voltato le spalle alla fortuna. In mancanza di qualità occorre tirare fuori la grinta, ma di gettare il cuore oltre l’ostacolo non se ne parla. La conferenza stampa pre Verona di Sottil: “con il Chievo non è una partita ma è la partita” fu cognata da Carletto Mazzone in un lontano derby del 1994 dove i giallorossi s’imposero con un perentorio 3-0 che non ammetteva repliche. Invece i dannunziani sono scesi in campo arroccati in difesa, non superando mai la metà campo. Non si vede più un appiglio, un lampo di luce in fondo all’Adriatico. Non resta che affidarsi alla più classica frase: la palla è rotonda.

Qui Perugia

Come già accennato in precedenza anche a Perugia la situazione non è idilliaca. Prima della partita contro la Virtus Entella si sono fatti sentire i ragazzi della Nord, con uno striscione fuori dal Curi contro la dirigenza e i giocatori. La prima colpevole di essere capace solo di lucrare sui biancorossi anziché riportare la squadra ad i fasti di un tempo. I secondi accusati di scarso impegno, facendo il bello e cattivo tempo dentro gli spogliatoi a discapito del allenatore di turno. In riferimento all’esonero di Cosmi e al richiamo di Oddo.Nel frattempo il ds Goretti e il presidente Santopadre, in vista del mach contro gli Adriatici avrebbero voluto cambiare di nuovo tecnico ricevendo i rifiuti di Colantuono e Novellino, destabilizzando ulteriormente l’ambiente e spedendo tutti in ritiro a Cascia. A questo ha fatto eco anche la protesta del Centro di Coordinamento dei clubs. Stufi dal mutismo della Società e sconcertati dall’atteggiamento in campo dei suoi tesserati. Invitandoli a togliere il Grifo dal petto perché non meritevoli.

Queste sono le condizioni in cui si giocherà Pescara Perugia. Un match infuocato da girone infernale.

Un Delfino in difficoltà

In casa Pescara lunedì all’ Adriatico arriverà il dismesso retrocesso Livorno, che ha ormai tirato i remi in barca già da diverso tempo. Una partita che almeno sulla carta dovrebbe portare i tanto sperati tre punti ai biancazzurri, che per altro sarebbero i primi da quando è arrivato il tecnico Sottil. Il tecnico piemontese da quando si è insediato sulla panchina degli Adriatici, non ha fatto altro che dichiarare prima di ogni partita: “ questo è un match fondamentale snodo importante per il nostro campionato” , ma le vittorie non sono mai arrivate, solo tre pareggi accolti con entusiasmo dalla Società come punti guadagnati, fino ad arrivare alla sconfitta di Venerdì sera a Trapani che ha portato la squadra in ritiro per tutta la durata finale del campionato.

La gara in terra siciliana ha definitivamente messo in mostra i limiti di una squadra senza attribuiti e la mancanza di un singolo, che in questi casi si mette il gruppo sulle spalle e la trascina alla volata finale. Uno al dir il vero c’era. Cristian Galano, ma nello scontro salvezza contro il Venezia ha abboccato alle provocazioni di Montalto, rimediando tre giornate di squalifica a quattro dalla fine. Un vero leader che ha già la valigia pronta verso Monza, con il bene placet della Società che vede una buona entrata dopo l’acquisto a costo zero della scorsa estate. Nel Delfino oggi il maggior uomo di spicco in grado di fare la differenza è Zappa un terzino destro di venti anni, che con le sue volate riesce a mettere in difficoltà le difese avversarie aiutato dalla buona vena che sta attraversando il rispolverato Clemenza, per il resto solo il nulla, eccetto le parate di Fiorillo, che ha evitato la goleada al Provinciale.

Adesso società e mister non parlano più di snodo fondamentale, perché il Pescara ha più di una volta sbagliato strada perdendo la retta via e ci si è accorti di non avere neanche il navigatore. Ora si cerca di ricompattare il gruppo, perché lo spirito mostrato nell’ultimo incontro è quello di una squadra già rassegnata, ecco spiegato il motivo del ritiro. Ma quale gruppo. Quello che in un anno ha fatto fuori due allenatori. Quello che gioca insieme da solo quasi un anno, visto il via vai di giocatori che ogni anno avviene in riva all’Adriatico. Nessuno lo ha notato, ma nella Curva Nord dei tifosi di casa è da diverso tempo che non si fanno più cori verso i singoli calciatori, in quanto si sa che il progetto societario prevede che oggi giocano con la casacca biancazzurra e domani potrebbero essere venduti al miglior offerente, meglio non affezionarsi. Gli abruzzesi non sono la Juve Stabia, che giocano insieme da diverso tempo guidati sempre dallo stesso allenatore e che nonostante anch’essi in caduta libera potrebbero ricompattarsi, memori dei fasti passati. Non hanno lo spirito e la grinta del Cosenza guidati da un super Asencio o dello stesso Trapani, che nonostante la salvezza sia ridotta al lumicino e i problemi societari, credono ancora nel miracolo.

Il presidente Sebastiani dal canto suo ora tace. Lui come ha già dichiarato in precedenza non ha nulla da recriminare della sua gestione. La vendita di Machin a gennaio e il mancato arrivo di una punta volta a sostituire l’infortunato cronico Tumminello su tutte, fa parte sempre del progetto. Nel frattempo continua il suo lavoro di giro plusvalenze con squadre più blasonate, dando loro sconosciuti giovani della primavera o i migliori uomini come Zappa, in cambio di soldi utili a salvare il bilancio e tenere le tasche piene e qualche scarto per completare la futura rosa, indipendentemente dalla categoria. L’ambiente ormai stanco, da sempre numeroso e caloroso ora rimane zitto. Anch’essi appaiono rassegnati ad una fine auspicata già da diverso tempo. D’altronde è inutile prendersela con un compassato Maniero, che in campo non c’è la fa più perché è già da un paio d’anni che non è un centravanti da serie B o gli acerbi Bocic e Borrelli che ancora non sono pronti per la serie cadetta, come il terzino sinistro Masciangelo espulso venerdì sera, un giocatore mediocre da lega pro.

Questa è la dura verità in riva all’Adriatico a cui non resta che affidarsi alla sorte, come accade spesso agli uomini di mare.

Cronaca e considerazioni di Pescara Frosinone

Pescara Frosinone è il posticipo di giornata. I padroni di casa si trovano in piena bagarre play out. Sottil in un intervista pre partita ha dichiarato che da questo match dipende mezza salvezza, a significare l’importanza della posta in palio e di quanto sono fondamentali conquistare i tre punti. Anche il Frosinone non vive un buon momento dalla ripresa post Covid è scivolato dal terzo posto in classifica al quinto, rimanendo comunque aggrappato al treno play off. Nesta da la colpa alla struttura fisica dei suoi uomini, che essendo per la maggior parte di grossa corporatura impiegano più tempo ad entrare in forma, una dichiarazione che lascia perplessi un po’ tutti gli addetti ai lavori.

Le formazioni:

Pescara 4-3-3: Fiorillo- Zappa Bettella Scogniamiglio Del Grosso- Balzano Kastanos Memushaj- Clemenza Maniero Pucciarelli Frosinone 3-5-2: Bardi- Brighenti Ariaudo Krajnc- Zampano Rohden Tribuzzi Haas Beghetto- Ciano Dionisi

Cronaca Primo tempo

Il Pescara parte subito forte una percussione di Zappa al terzo minuto serve Clemenza, il suo tiro non troppo angolato trova pronto però il portiere dei laziali. Più tardi sempre sull’asse di destra Clemenza Zappa è l’ex Inter che questa volta impegna Bardi con un destro violento. Al 25^ ancora un sinistro insidioso del folletto di proprietà della Juve ad impegnare severamente l’estremo difensore gialloblù. Il Frosinone è alle corde pervenuto solo per uno stacco aereo di Ariaudo su punizione arrivata da Ciano. Il vantaggio meritato della squadra di casa avviene sul finire della prima frazione di gioco, grazie ad una punizione dal limite del area sinistra di Memushaj, tesa a scendere all’incrocio dei pali, dove nulla può l’ottimo portiere ospite.

Cronaca Secondo Tempo

Nella ripresa il Frosinone appare completamente trasformato fuori Tribuzzi per Novakovich e dentro Paganini al posto di uno spento Brighenti. Si passa al 3-4-3. Al 54^ è proprio l’attaccante serbo lasciato incredibilmente solo da Bettella, a sfruttare una mischia in area di Dionisi per battere a rete. Ciociari più in palla esercitando una maggiore pressione con il loro gioco sviluppatosi orizzontalmente e il nuovo entrato Paganini molto vivace sulla sinistra a mettere palle nel centro area avversaria. Sottil corre subito ai ripari passa alla difesa a tre con Drudi al posto di Balzano e Busellato per un anonimo Kastanos, Memushaj in cabina di regia. Ma non arrivano i frutti sperati, Manierocercato con insistenza da Clemenza appare non troppo lucido impegnato nei ripiegamenti difensivi e Bocic entrato al posto di un assente Pucciarelli non fa molto meglio del ex Chievo. L’arbitro Dionisi fischia la fine delle ostilità dopo 4 minuti di recupero sul giusto risultato finale di 1-1. Un risultato che forse va meglio agli ospiti che puntellano il loro piazzamento verso i play off, per gli abruzzesi invece si fa notte fonda.

Il punto della situazione

Alla luce dei risultati delle altre partite per il Pescara ora comincia ad essere veramente dura. Venezia e Ascoli con le vittorie a domicilio su La Spezia e Cittadella hanno preso parzialmente il largo. Prende respiro anche il Cosenza grazie al 1-2 sul Pordenone. I ragazzi di Occhiuzzi ora ci credono ed hanno un ambiente carico e caloroso che li sostiene, anche affrontarli in eventuali play out sarà un problema, le motivazioni in queste partite contano molto. Cremonese e Perugia non si fanno male, in uno 0-0 che va meglio ai Lombardi ed è proprio su gli umbri che bisogna fare la corsa, apparsa tra le altre la compagine più in difficoltà, con un organico però superiore alla media. La vittoria della Juve Stabia sul Chievo, mette paura ma ha anche il suo rovescio della medaglia. È vero i campani distano una sola distanza, ma la loro vittoria affonda ulteriormente un Trapani sconfitto all’Arena Garibaldi di Pisa ed in forte crisi societaria. È dell’ultima ora la messa in mora della società da parte dei giocatori. Al prossimo turno ci sarà proprio Trapani Pescara. In più hanno mandato al tappeto i veronesi usciti dal gruppo di quelle che rincorrono la serie A e potrebbe essere una cosa positiva in vista dello scontro diretto dell’ultima giornata . In mezzo a questi due match c’è il già retrocesso Livorno, in un calendario che rappresenta l’unico sorriso in casa dannunziana. Sarà forse per questo che nel intervista di fine partita il presidente Sebastiani appare piuttosto rilassato. Vede l’ennesimo pareggio come un punto utile conquistato, contesta in generale le terne arbitrali sopratutto in riferimento al match precedente in laguna e i cali di concentrazione della squadra, che con Sottil ha ritrovato sicuramente più brio, li attribuisce al caldo di luglio e all’impossibilità di allenarsi durante il lockdown. Non ha nulla da recriminare invece sulla gestione del attuale stagione se non per i troppi infortuni subiti. Personalmente su questo ultimo punto qualcosa da dire c’è. In primis gli infortuni ci sono stati perché si è preso giocatori non proprio in perfette condizioni fisiche Tuminiello e Pucciarelli su tutti e questo c’era da aspettarselo. Quando è stato esonerato Zauri, non bisognava puntare ancora su un emergente come Legrottaglie e chiamare fin da subito il tecnico ex Catania. Ed infine l’errore più grande: il mercato di riparazione. Con una squadra già in palese difficoltà, là si va ad indebolire con la cessione di un uomo di qualità come Machin. Di contro vengono presi rigorosamente in prestito un impalpabile Pucciarelli e il buon Clemenza utilizzato soltanto ora dal nuovo mister. Non sono arrivati ne la tanto desiderata punta, reparto affidato al solo stanco Maniero e ne un play maker in grado di sostituire il sempre infortunato per l’ appunto Palmiero. L’ultimo suo pensiero è poi rivolto ai tifosi, dove un calcio senza pubblico può anche chiudere i battenti. Una tifoseria quella Adriatica ormai delusa e sempre più distante da questa società, da cui ci si sente presi in giro. In altri tempi nelle stesse condizioni si sarebbero fatti sentire sia in contestazione che con rumorose forme d’incitamento per una squadra che ha bisogno della sua gente per venirne fuori, ma nella città serpeggia sempre più l’idea di toccare il fondo e magari ritentare la risalita con altre sapienti mani volte a fare il bene della maglia biancazzurra e non solo dei propri interessi.

Verso Pescara Frosinone

Venerdì l’anticipo di giornata sarà Pescara Frosinone. Due squadre in crisi di risultati, alla ricerca della vittoria perduta, per centrare obiettivi diversi. Gli Adriatici sono scivolati in piena zona play out. Ad oggi sarebbe spareggio con la Juve Stabia. L’arrivo del nuovo tecnico Sottil ha portato più brillantezza nel gioco, ma non i tre punti sperati, due pareggi in altrettante partite.

Nella prima contro il Perugia si è visto inizialmente un ottimo Pescara passato in vantaggio per 2-0 dopo 20 minuti, per poi crollare sul finire del tempo facendosi raggiungere e rischiando di capitolare nella seconda frazione. Salvati dal palo e dalle parate di Fiorillo. A fine partita nel Entourage biancazzurro si respirava un aria di ritrovata fiducia, interpretandolo come un buon punto guadagnato. È vero sulla carta il Perugia rappresenta una corazzata basta vedere i nomi li davanti: Immello, Falcinelli, Melchiorri e Bonaiuto, un vero lusso per la categoria. Ma nella realtà i grifoni non stanno rendendo come dovuto facendone tra le compagini più in difficoltà della serie cadetta. A riprova del fatto c’è la sconfitta di lunedì contro il Cosenza. Squadra in caduta libera che veniva da un 5-1 subito a La Spezia ed invece con i tre punti conquistati sugli umbri, in una partita senza prova di appello per la squadra di Cosmi, i Lupi hanno riacceso le loro speranza salvezza. Quindi il 2-2 avvenuto all’Adriatico a mio modesto parere dovrebbe portare un po’ di rammarico, anziché vedere il bicchiere mezzo pieno. Ma forse è stato soltanto un sospiro di liberazione da parte del gruppo, Galano e Palmiero in primis, per l’addio di Legrottaglie, il cui modulo non permetteva loro di esprimersi al meglio.

Sul 1-1 di Venezia pesa invece fortemente l’espulsione di Galano. Risultata senz’altro troppo eccessiva, ma il talento pugliese è stato molto ingenuo nel reagire alle provocazioni di Montalto, un attaccante che in due anni ha fatto solo 3 goal. La giustizia sportiva ha usato la mano pesante con tre giornate di stop, in base al referto dell’arbitro Massimi, che se avesse rivisto attentamente le immagini televisive forse il suo rapporto sarebbe stato un po’ più clemente. La squadra ha comunque mantenuto bene l’inferiorità numerica ed il passaggio alla difesa a tre riportando Zappa più avanti a tutta fascia ed inserendo Clemenza al posto di uno spento Pucciarelli, ha dato i suoi frutti sopratutto dopo che i lagunari sono anch’essi rimasti in dieci e con l’1-0 di Firenze da difendere. La rete del pareggio, preso anche questo come un gran punto conquistato, nasce proprio sul asse Clemenza/Zappa che sono gli uomini più in forma del Delfino in questo momento.

Gli uomini di fiducia di Mister Sottil

Proprio da loro mister Sottil deve ripartire, sopratutto perché l’assenza del talento di Puglia nel momento più delicato del torneo si fa pesantissima, la società comunque ha già pronto il ricorso da presentare per cercare di ridurre le giornate di squalifica. Di fronte si avrà un Frosinone in piena corsa play off, che però non vive il suo momento migliore con 5 punti in 6 partite, ma con la migliore seconda difesa del torneo dietro la capolista Benevento. Proprio per questo la mancanza del miglior marcatore con 13 reti si farà sentire e bisogna affidarsi al talento ex Ascoli. In quanto Pucciarelli ancora fuori forma per via del brutto infortunio va a sprazzi, Maniero con i suoi 32 anni è apparso a corto di fiato nell’ultima prestazione, troppo impiegato al sacrificio della squadra e poco incisivo e lucido sotto porta. Bocic e Borrelli sono due talenti in erba, ancora acerbi per mettersi la squadra sulle spalle, sopratutto il secondo ha un po’ deluso le aspettative. Bozinov non pervenuto da gennaio momento del suo acquisto. Insomma venerdì sera il Pescara si troverà di fronte un avversario più forte, senza il suo uomo migliore e con diversi giocatori importanti non al meglio come Palmiero, che non ha i 90 minuti nelle gambe. Bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo, facendo leva sul fattore campo ed il calendario che vede tutte le altre concorrenti impegnate fuori casa in match difficili, l’Ascoli a Cittadella, il Venezia alla Spezia e lo scontro diretto Perugia Cremonese, dove si può trarre vantaggio, per non buttare l’ennesima occasione al vento. I due punticini guadagnati possono essere utili solo se fanno seguito ad una vittoria, perché altrimenti inchiodano gli abruzzesi in quel baratro dove ormai sono già dentro fino al collo

Probabili Formazioni Pescara Frosinone

Pescara 3-4-2-1 : FiorilloBettella Drudi Del Grosso- Zappa Memushaj Palmiero Balzano -Pucciarelli Clemenza- ManieroFrosinone 3-5-2 : Brignoli- Brighenti Ariaudo Capuano- Salvi Rohden Maiello Haas D’Elia- Dionisi Novahovic

Pescara Perugia tra passato e l’arrivo di Sottil

Storia del match

Fino agli anni 80 Pescara-Perugia per entrambe le tifoserie è stata una partita come le altre, tra due città vicinissime in linea d’aria ma scomode da raggiungere per l’impervio raccordo stradale, oggi in parte migliorato. Un match che si giocava sopratutto nella memoria del povero Renato Curi, centrocampista umbro abruzzese di adozione; nato nelle Marche e trasferitosi nel capoluogo Adriatico fin da bambino per motivi di lavoro del padre. Morto durante un Perugia Juventus nel ottobre del 77 a cui è intitolato la Stadio Cittadino e che oggi riposa in pace nel cimitero di San Silvestro nel capoluogo Dannunziano. A Pescara c’è anche una squadra dilettantistica intitolata allo sfortunato giocatore, con un settore giovanile importante che ha tirato fuori tra gli altri Massimo Oddo e D’Aversa. Ma le cose cambiano nel estate del 1992 con il Pescara guidato da Giovanni Galeone appena fresco di Serie A. Il grifone militante nell’allora C1 viene rilevato da Luciano Gaucci, che per garantire una pronta risalita scippa ai biancazzurri a suon di miliardi delle vecchie lire: Gelsi, Pagano e Camplone, cui preferiscono i ricchi contratti del imprenditore romano alla massima serie. Per la cronaca l’anno seguente il Delfino ritornerà in serie B, anche perché i tre partenti non furono rimpiazzati degnamente, mentre i biancorossi conquistarono la promozione ma il Caf li rispedì nella terza divisione per illecito sportivo. I tifosi Pescaresi non presero bene questo giro di mercato e da lì inizio la rivalità con la città della Cioccolata. Anche con Gaucci gli scontri continuarono. Anni dopo rilevò le sorti del Catania Calcio. In una semifinale dei play off di serie C si ritrovò di fronte proprio gli Abruzzesi. All’andata fini 1-0 per la compagine allenata da Ivo Iaconi, ma in Sicilia i rossi azzurri vinsero con l’identico risultato ed in virtù del miglior piazzamento in classifica passarono il turno. Al Cibali si giocò in un clima ostile dove l’arbitro Bergonzi negò un rigore evidentissimo a Fanesi e poi convalidò un goal in fuorigioco del ex Cicconi. Ma le vie del Signore sono sempre infinite e qualche anno dopo il popolo pescarese ha la sua rivincita. Sempre in una semifinale di play off di C1 ci si ritrova davanti la Sambenedettese ultimo acquisto del ex vice presidente della Roma. Nel match di andata i rossoblu si impongono al Riviera delle Palme per 1-0. Al ritorno l’Adriatico si presenta in una bolgia di colori e lo striscione della Curva Nord: “Gaucci questa non si compra” conduce la squadra di casa alla vittoria. Gli ultimi incontri tra le due compagini sono avvenute sempre nella serie cadetta spesso in veri e propri scontri per la conquista dei primi posti della classifica, giocate in un equilibrio sostanziale. La più importante è quella della prima partita spareggio per andare in Serie A disputata al Renato Curi. Dove la squadra ospite allenata da Massimo Oddo s’impose per 1-2 garantendosi il passaggio del turno.

Come arrivano le squadre

Il Perugia dopo la vittoria di Ascoli, viene da un pareggio con il Crotone e due sconfitte consecutive con Cittadella e Pordenone, che hanno spento i sogni play off degli uomini di Serse Cosmi. Ora devono cominciare a guardarsi le spalle per non essere risucchiati nei bassi fondi della classifica ad un punto di distanza proprio dai biancazzurri. Nel match di venerdì sera dovrà fare a meno degli squalificati Falzerano e Sgarbi e confida nella ripresa di bomber Iemmello a digiuno di goal dall’otto febbraio e prossimo obiettivo di mercato della società adriatica. Il Pescara è in piena crisi di gioco e risultati. Alla bella prova con la Juve Stabia sono seguite due sconfitte con Pisa e Cremonese ed un pareggio con l’Empoli, che hanno messo sulla graticola il tecnico Legrottaglie. Il presidente è arrabbiato sopratutto per l’ultima prova in terra Lombarda in un match delicato dove la squadra ha offerto una prestazione opaca sopratutto sotto porta. Così con un annuncio a sorpresa è stato esonerato Legrottaglie al suo posto arriva Andrea Sottil, che viene da una tormentata stagione a Catania nonostante i buoni risultati del suo 4-4-2. La colpa di questa rovina non è solo dell’ex Juve che paga la sua inesperienza e inadeguatezza alla categoria. Nel mercato di gennaio la squadra anziché essere rinforzata è stata indebolita con le cessioni di Machin e Ciofani e gli arrivi di Bozinov salito alle cronache solo per una assurda espulsione a Crotone e Pucciarelli sceso in campo una sola volta perché infortunatosi subito al primo allenamento del Poggio e se non ci fosse stato lo stop forzato la sua stagione sarebbe finita lì. Nonostante l’infortunio di Tumminello e le scarse prestazioni di Maniero non è arrivata la tanto agognata prima punta in grado di garantire quei goal salvezza che oggi mancano come il pane. Così come manca a centrocampo un vice Palmiero faro della manovra del gioco, alle prese con noie muscolari che da tempo minano la sua titolarità. Ma anche la stessa promozione dalla panchina primavera alla prima squadra del difensore cresciuto nel Chievo, lascia molto a desiderare per aver puntato su l’ennesima scommessa quando in un momento delicato ci si sarebbe dovuto affidare ad un allenatore più navigato ed esperto e non ad un altro esordiente come il già esonerato Zauri. Errore già fatto da Sebastiani tempo addietro con Epifani, ma sembra non servito nulla neanche a fare “il mea culpa” del presidente.

Cremona-Pescara: ultimi aggiornamenti sulla squadra abruzzese

Dopo il pareggio ottenuto lunedì sera contro l’Empoli, in una partita avara di emozioni contro una squadra obiettivamente più forte, il Pescara si prepara alla difficile trasferta in terra Lombarda. I grigiorossi partiti con ben altre ambizioni, si ritrovano completamente invischiati nella lotta per non retrocedere hanno cinque punti in meno degli abruzzesi e nonostante l’arrivo del nuovo tecnico Bisoli faticano ancora a ritrovare la giusta via. Non vincere contro gli Adriatici significherebbe sprofondare completamente nel baratro.

Legrottaglie: la salvezza è il primo obiettivo

Il tecnico pescarese Legrottaglie nella consueta conferenza stampa post Empoli ha dichiarato che la salvezza è il primo obiettivo, strizzando l’occhio anche ai play off che distano anch’essi cinque lunghezze, ma con sei compagini di mezzo, molte di più rispetto alle due che li separano dai play out.

L’ex Juve spinge nella continuità dei suoi ragazzi, cosa avvenuta quest’anno solo due volte: con l’esonerato Zauri, prima di inanellare sette punti in otto match che gli sono costati la panchina e al suo arrivo vincendo con Pordenone e Cosenza. Una delle caratteristiche del Delfino in questa stagione è proprio quello di essere incostante, ma di avere però una buona capacità di reazione ogni qual volta ci si trova con le spalle al muro. Come avvenuto con l’ex tecnico Marsicano ad Ascoli o con l’avvento del mister Siciliano prima nella vittoriosa trasferta in Friuli e poi nel ultima post Covid conquistata contro la Juve Stabia.

A Cremona il Pescara forte del suo vantaggio a 7 giornate dal termine ha due risultati su tre. Anche se il calendario non sorride certo agli Adriatici con tre scontri diretti Trapani, Venezia e appunto il match di venerdì sera tutti fuori casa. Tra le mure amiche invece riceverà l’insidioso Perugia che si trova nella terra di mezzo, il Frosinone impegnato in piena bagarre play off e l’ormai quasi retrocesso Livorno. Incerta come da consuetudine l’ultima giornata al Bentegodi contro il Chievo, dove le attuali classifiche delle compagini determineranno l’andamento della partita.

Presidente Pescara: i tifosi ci aiutino!

A fronte di questi difficili impegni il presidente chiede l’aiuto del pubblico: “Perché le urla dei giocatori in campo in un deserto spettrale potrà essere interessante, ma nulla può sostituire la passione della gente”. Per questo si sta lavorando per aprire le porte ai 3372 abbonati nella gara del 10/7 contro gli umbri. Sfruttando la concomitanza delle riaperture di cinema e teatri.

Pescara: novità calciomercato in uscita

In una delle stagioni più difficili di sempre, per forza di cose bisogna cominciare a programmare il futuro, più imminente di quanto si pensi e la società non vuol farsi trovare impreparata. Con Campagnaro, Bruno e forse Del Grosso che appenderanno gli scarpini al chiodo. I sicuri partenti saranno Bettella, Melegoni, Tumminello (visto il susseguirsi degli infortuni) e Palmiero prestiti che ritorneranno nelle loro squadre d’origine. Con loro andrà via anche il bulgaro Bozinov arrivato a gennaio in una condizione di forma imbarazzante ed ancora mai schierato, mentre resterà Pucciarelli prolungando il prestito semestrale.

I gioielli Bocic, Zappa e Borrelli rientreranno in qualche giro di mercato, come i discorsi aperti con la Juventus per le permanenze di Kastanos e Clemenza.

Galano dovrebbe rimanere salvo offerte irrinunciabili e la corte serrata dei brianzoli del duo Berlusconi/Galliani, fa vacillare la società pescarese e il giocatore stesso, che con l’arrivo dell’allenatore di Gioia del Colle è sceso notevolmente di tono.

Lo stesso Legrottaglie si trova in bilico sulla panchina biancazzurra e le ultime prestazioni non sono dalla sua parte. L’identikit tracciato dal presidente Sebastiani: “Cerco un tecnico come Zeman più giovane e meno integralista” portano a Giacomo Modica della Vibonese (ecco la storia della squadra calabrese), ex secondo del Boemo che con il suo 4-3-3 ha disputato un buona stagione in Calabria raggiungendo una brillante salvezza.

In alternativa Caserta della Juve Stabia e Dionisi del Venezia.

Calciomercato Pescara in entrata: ecco le novità

Per il reparto avanzato fari puntati su Asencio del Cosenza e Charpentier del Avellino in prestito dai lettoni Spartaks Jurmala, prima punta forte fisicamente, fermo però da dicembre per un brutto infortunio, su entrambi è viva la concorrenza dell’altra neo promossa Reggina.

Ma il vero sogno degli abruzzesi è Riccardo Iemmello, da decidere solo cosa vorrà farne il Benevento proprietario del cartellino. Il nuovo Pescara sarà comunque un mix di giovani e senatori, di cui farà ancora parte il terzino destro Balzano e non il centrocampista Kanoute, che dopo la buona stagione a Cosenza non ha prorogato il contratto per i prossimi due mesi e ritornerà in città, ha estimatori dalla Francia, in primis Monaco dove verrà ceduto in partnership con la Juve.

Sfumato Muratore in un giro vorticoso di plusvalenze tra la società di Vinovo e l’Atalanta e allontanatosi il laterale mancino Parisi del Avellino su cui hanno messo gli occhi addosso le big di A è da considerarsi cosa ormai fatta gli arrivi di Corrado, terzino sinistro scuola Inter in prestito all’Arezzo, che sulla corsia mancina abbina buone qualità offensive grazie alla sua velocità e un’ottima capacità difensiva arretrando il raggio d’azione, ancora un po’ acerbo però tecnicamente e Pezzella centrocampista del Modena di proprietà della Roma. Regista che si disimpegna anche da mezzala, dotato di un buon destro che fanno di lui un discreto marcatore è un ottimo assist man.

Per quanto riguarda il ruolo di vice Fiorillo, se Alastra tornerà a Parma, il teramano Tomei è la prima scelta. Il tutto mentre sul campo si cerca di mantenere la categoria.