
Intervista a Simone Maraschi: tutte le sue idee su allenamenti individuali, calcio maschile, femminile, giovanile e di elite
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ToggleOggi intervistiamo Simone Maraschi, un grande amico di Tifoblog, un allenatore con grande esperienza nel calcio femminile che ha allenato le Juniores del Fanfulla , della Riozzese ( durante queste due esperienze è stato anche il vice-allenatore nelle rispettive prime squadre in C e in B) e della Scarioni (maschile). Ha guidato la prima squadra delle seguenti società: Cologno calcio femminile (stagione 2019-20), Ac Crema 1908 (stagione 2020-21) e della Doverese (stagioni 2021-22 e 2022-23).
Dalla stagione 2023-24 ha iniziato una nuova esperienza occupandosi di allenamenti individuali e personalizzati per atleti e atlete di tutte le età.
Simone Maraschi: la stagione 2024-25
D) Ci racconti della tua ultima stagione.
S) Questa stagione è finita praticamente da pochissimi giorni ed è stata molto impegnativa. C’è stato un notevole aumento di richieste a tal punto da aver dovuto inserire dei giovani allenatori per poter coprire tutte le lezioni, perciò abbiamo anche inserito nuove fasce orarie di lavoro. Questo è il secondo anno quindi a livello di numeri era scontata una crescita ma non mi sarei mai aspettato di arrivare quasi a raddoppiare il numero di lezioni effettuate facendole sempre con la stessa qualità e precisione.

D) Cosa ti piacerebbe fare nella prossima stagione?
S) La prossima stagione mi sarebbe piaciuto rientrare ad allenare una squadra perché mi è pesato essere fermo da due anni ma ad oggi non ho trovato qualcosa che mi potesse dare questa possibilità. Valuterò in questo mese di riposo se andare avanti col progetto degli allenamenti individuali o se restare completamente fermo in attesa che si sblocchi qualche opportunità.
Simone Maraschi: la prossima stagione
D) Quali sono le condizioni per accettare un nuovo impegno da allenatore?
S) Ora come ora non mi interessa la categoria, mi piacerebbe semplicemente poter allenare nelle giuste condizioni e con la massima libertà prendendomi tutte le responsabilità del caso.
D) Ti trovi meglio ad allenare i bambini o gli adulti?
S) Sono due attività completamente diverse.
I bambini li ho allenati solo a livello di campus estivo o di allenamenti individuali, e posso dirti che lavorando con continuità e serietà si vede immediatamente la crescita ed il miglioramento. Sicuramente è una grande soddisfazione per me che ho pochissima esperienza in questo campo e sono autodidatta.
Per quanto riguarda il calcio dei grandi, come ben sai, è quello che preferisco di più, mi sento più pronto, sento che posso dare quel qualcosa in più sia al singolo che al collettivo.
Poi come detto all’inizio sono due attività completamente diverse, io come allenatore sono sanguigno, tattico e competitivo. Con i bambini dovrei ridimensionarmi troppo, di conseguenza non penso che sarei soddisfatto a livello emotivo come se allenassi una squadra agonistica.
Simone Maraschi: il calcio femminile tra vittorie Azzurre e diritti tv
D) Preferisci il calcio maschile o femminile?
S) A questa domanda faccio fatica a rispondere anche perché ho avuto solo un’ esperienza da allenatore con i maschi.
Da allenatore, il femminile, essendo uno sport un pò più lento rispetto al maschile, a tratti potrei preferirlo perché a me piacciono molto la tattica, la creazione del gioco e l’utilizzo delle palle da fermo. Ho visto che si notano di più questi ultimi due aspetti se sono preparati nel dettaglio.
Da tifoso, invece, preferisco guardare partite di calcio maschile perché, come detto prima, la velocità e la dinamicità dell’atleta e del gesto tecnico rendono la partita più interessante.
D) L’exploit dell’Italia all’ultimo Europeo. Hai gioito per le vittorie delle Azzurre? Come trasformare questo risultato in linfa per il movimento.
S) Sinceramente non sono riuscito a seguire molto l’Europeo, ho guardato a pezzi i quarti di finale contro la Norvegia e tutta intera la partita contro l’Inghilterra.
Come detto negli anni passati, nonostante gli ottimi risultati della Nazionale Maggiore in questo Europeo e nel Mondiale del 2019, l’unica cosa che ha migliorato il movimento è stato l’aumento del numero delle tesserate. Però aumentare i numeri non significa aumentare la qualità e soprattutto, aumentare l’interesse e l’investimento nel movimento da parte degli addetti ai lavori.

D) Mancati diritti tv, trasferimenti delle migliori calciatrici all’estero. Il calcio femminile italiano sembra già essersi risvegliato dal sogno. Come creare un movimento attraente per il pubblico?
S) Per rispondere a questa domanda ci vorrebbero delle ore per poter esprimere tutto il mio pensiero, quindi cercherò di essere breve ma esaustivo.
Se le migliori giocatrici, e non solo, se ne stanno andando dall’Italia significa che, nonostante tutti questi anni di sacrifici non si sentono né ripagate né tutelate e pensano che la soluzione migliore per la loro crescita sia quella di andare in altri paesi.
Il problema è: è stato creato il professionismo per far crescere il movimento? Avrei accettato una fuga di giocatrici all’estero se fossimo ancora nelle condizioni di qualche anno fa dove anche le giocatrici di serie A non potevano mantenersi solo col calcio e dove gli allenatori dovevano anche lavorare. Invece ora, nonostante il professionismo, oltre ad aver creato un abisso, sia qualitativo (giocatrici e addetti ai lavori) che economico tra la serie A e le categorie inferiori, i costi sono talmente alti rispetto alla richiesta e ad oggi ci ritroviamo anche senza un’emittente TV interessata a trasmettere le gare.
In conclusione, mi dispiace dirlo ma, se nel nostro paese, ancora oggi, non c’è interesse per questo sport, non si dovrebbero obbligare le società professionistiche ad avere squadre ed a farle controvoglia. Sarebbe bastato lasciare tutto a livello dilettantistico, farlo fare a chi veramente è interessato alla crescita delle ragazze fino al giorno in cui, se mai ci sarà, si necessita di fare quel balzo in avanti per provare ad avvicinarci a gli altri paesi chiedendo il supporto dei professionisti e della Federazione. Ad oggi, infatti, solo la Nazionale Maggiore ha raggiunto dei buoni risultati negli ultimi 6 anni e pochissime società , da quando esistono, stanno dando dei segnali importanti.

Simone Maraschi: gli allenamenti individuali per aumentare il rendimento
D) Il calcio dilettantistico. Quale squadra ti piacerebbe allenare sia nel maschile che nel femminile? Quale società ha davvero le basi per farti tornare a guidare la squadra dalla panchina?
S) Come detto in precedenza, non ho una società o una serie di società in cui mi piacerebbe allenare o, ad oggi, una categoria specifica. A me piacerebbe tornare ad allenare come i primi anni, quindi disponibilità di spazio e materiale, serietà e supporto da parte della società, atleti seri che prendono l’impegno al 100% a prescindere dal livello e dalla categoria in cui si gioca e soprattutto una programmazione, un progetto, dove tutti dovranno trovare sempre stimoli diversi per poter arrivare al proprio massimale e continuare a creare dei nuovi obiettivi da dover raggiungere.

D) Quali sono le tue tecniche di allenamento? In che modo aumenti il rendimento dei calciatori con le sessioni individuali?
S) Le lezioni individuali ormai le faccio da 5 anni e dal primo allenamento ad oggi ho realizzato molti cambiamenti ed adattamenti. Innanzitutto partirei nel dire che, all’inizio ero molto scettico nel fare questo mestiere perché non pensavo potessero essere effettivamente utili questi allenamenti, invece se fatti con la giusta logica sono un qualcosa in più che possono farti fare il salto di qualità.
In questo periodo storico calcistico la maggior parte delle società non hanno la possibilità di affiancare uno o due collaboratori ai Mister e, da soli, seguire una squadra intera non gli dà la possibilità di lavorare e correggere tutti nel dettaglio, quindi, secondo me, la figura dell’allenatore della tecnica individuale può essere molto utile se, confrontandosi con l’allenatore del singolo atleta si possano fare degli esercizi specifici per migliorare un singolo gesto o semplicemente per poterlo imparare più velocemente in concomitanza al programma di lavoro che stanno svolgendo in quel momento.
Se questa possibilità non fosse accessibile l’allenatore stesso deve essere in grado nel minor tempo possibile di capire cosa serva all’atleta per poter vedere dei risultati nel breve periodo.

Simone Maraschi: il calcio dilettantistico lombardo
D) Cosa ti piacerebbe fare nel futuro? Cos’è cambiato dal 2020 in poi nel calcio dilettantistico lombardo.
S) Dopo due anni lontano dai campi mi è finalmente tornata la voglia di rimettermi in gioco. Il mio obiettivo sarà sempre quello di diventare un allenatore di calcio come professione o il vice-allenatore se la categoria in quel momento fosse troppo alta rispetto alle mie competenze.
Penso che, dopo 5 anni da quel bruttissimo periodo, a parte i costi esagerati che devono sostenere le società che sono riuscite a rimanere aperte, e di conseguenza anche le famiglie con le iscrizioni e l’acquisto del materiale sportivo, e per quanto riguarda le prime squadre la poca disponibilità da parte degli sponsor, non vedo più di tanto un cambiamento rispetto a prima, i tesserati stanno tornando ad essere sempre di più e sta aumentando il livello nei settori giovanili in cui si riesce a lavorare nel modo corretto. Per quanto riguarda le prime squadre basterebbe giocare per passione e dove possibile avere un rimborso spese, sempre in base alla categoria di appartenenza.