Bologna-Milan: forse come bolognesi ci siamo illusi troppo

Bologna-Milan: diagnosi complicata!

Una settimana si scoppia di salute, quella dopo si evidenziano infezioni. Questo è un quadro clinico confuso che necessita di uno staff medico di primo ordine.
O forse no, forse siamo noi tifosi che nel nostro mestiere di tifo non abbiamo antidoti a questo perenne stato febbrile. Perché, forse, è così che deve andare. Per compattare un reparto servono settimane, mesi e intere stagioni e poi quasi ogni settimana c’è un errore di un singolo a invalidare il lavoro di un reparto.
Molte volte è toccato a Stefano recitare il ruolo di -capro- espiatorio. Oggi è il turno di Tomy. Prima c’era Krejci, quindi M’Baye e Lukas. E poi c’era il centrocampo con poca qualità e l’ attacco sterile; insomma, come la guardi la guardi sembra sempre mancare qualcosa per poter spiccare il volo.
Forse ci siamo illusi di poter fare un campionato a ridosso della zona UEFA. Sì forse lo siamo stati, illusi, o forse abbiamo fatto tutto da soli.

Rimane il fatto che per eccesso di amore ci lasciamo andare un po’ tutti a bipolari analisi trattando il calcio come fosse una scienza. Mentre in realtà è la somma di molteplici fattori che vanno a incatenarsi uno con l’ altro. Chi si dimentica i successi di Grecia e Danimarca?La prima vinse un europeo, sebbene gli scommettitori ritenessero più probabile che resuscitasse Platone. Lo vinse la Danimarca che arrivò al campo in infradito, perché ripescata all’ultimo tuffo.

Il calcio è strano e poco comprensibile quando guardi partite che non ti coinvolgono direttamente, e figuriamoci quando quel calcio lo gioca la tua squadra che a volte scambi per una fidanzata.

Sinisa Mihajlovic malattia: medico e paziente del proprio destino con un un Bologna malaticcio

Che ci sia infezione o meno io non lo so, ma se così fosse il paziente è nelle migliori mani possibili: quelle del dottor Sinisa a cui finalmente viene tolta da addosso il ritornello del – se c’è si vince, se non c’è si perde-
Perché francamente continuare a tirarlo per la giacchetta mi pare proprio fuori luogo.

Sinisa è un signore di carattere molto duro che ha combattuto e combatte con un avversario molto complicato, mentre continua con ostinazione a fare il suo mestiere di allenatore al meglio che gli è stato possibile in questi mesi.

Il rispetto per la persona dovrebbe venire prima di tutto e in maniera del tutto automatica.

Non sono sicuro che tirarlo dentro ogni mezza partita sia il miglior modo di rispettarlo. Ha lavorato, lavora e lavorerà sempre con impegno e onestà intellettuale come la sua storia insegna e togliergli un po’ di pressione mi sembrerebbe cosa saggia.
E mandando giù ancora un rospo rimanderemo i nostri sogni di gloria alla prossima domenica. Contro una Dea che sarebbe bello battere per tanti motivi.

A noi tifosi si chiede ancora una volta pazienza e ancora una volta la metteremo.
Sono 49 anni che personalmente paziento e non sarà qualche settimana in più a fare tutta questa differenza.

I tifosi del Bologna e l’applauso a Bonaventura

Mi piacerebbe chiudere con un doveroso riconoscimento all’avversario: fisicamente normale, sempre troppo poco sponsorizzato, Jack Bonaventura è un ragazzo umile, educato, tatticamente geniale, dal piede sapiente e il fatto che rientri in serie A dopo un anno di calvario in quelle condizioni non fa che rafforzare questa mia teoria. Peccato ci abbia fatto male ma complimenti di cuore!