Come i giovani dell’Ajax affrontano le grandi

Don’t worry about a thing, ‘cause every little thing gonna be alright…” Da una dozzina d’anni, “Three little birds” di Bob Marley è diventato l’inno dell’Ajax di Amsterdam. A ogni partita dei lancieri il brano risuona potente, cantato all’unisono dai suoi tifosi. Quest’anno, con ancora più voce, gioia ed entusiasmo del solito, perché le cose, sia in campo che fuori, stanno girando davvero “alright”, per il verso giusto.

Johan Cruyff Arena
Fonte: Wikimedia

Ajax: i ragazzi terribili

Merito di un gruppo di ragazzi terribili, che sono ancora in corsa su tutti e tre i fronti: campionato, coppa d’Olanda e, soprattutto, Champions League. Il trionfo al Bernabéu, in casa degli (ex) galacticos del Real Madrid, a più di un osservatore sembrava la classica eccezione che conferma la regola. Aldilà delle dichiarazioni di rito, al momento dell’estrazione per i quarti di finale la quasi totalità dei tifosi della Juventus ha tirato un sospiro di sollievo. “Ok – sembrava essere il pensiero generale in casa bianconera – l’Ajax è forte, giovane e in Spagna ha fatto un partitone, però vuoi mettere dovere incontrare il Manchester City di Guardiola, il Barcellona di Messi o il Liverpool di Salah?”. Com’è finita, nel confronto all’Amsterdam Arena e all’Allianz Stadium, lo sappiamo bene.

Delusione bianconera

Lo sanno anche a Vinovo, dove l’ottava festa scudetto consecutiva – pochi giorni dopo l’eliminazione dalla massima competizione europea – è stata vissuta con il retrogusto amaro dell’assenza. Quella della coppa con le orecchie, che in casa juventina manca ormai da 23 anni. E guarda caso, quel 22 maggio 1996 all’Olimpico di Roma, in finale contro Vialli, Del Piero, Ravanelli & Co. c’era proprio l’Ajax.

A difendere i pali di quell’altra generazione da sogno c’era Edwin Van Der Sar. Oggi (l’ex) portiere olandese è l’amministratore delegato del club biancorosso e un altro grande ex, Marc Overmars, è il direttore sportivo. I due stanno facendo il giro del web con lo spassoso video della “speciale” punizione inflitta a Kjell Scherpen, neo portiere dell’Ajax che da bambino era un grande tifoso dei rivali del Feyenoord.

Generazione di fenomeni

Scherpen, futuro numero uno dell’Ajax, ha solo 19 anni e tra i fenomeni di oggi della squadra di mister Erik Ten Hag ci sono altri millennials (o poco più): il 19enne Matthijs De Ligt, il 21enne Frenkie De Jong, il 22enne Donny Van De Beek e l’altro 22enne David Neres.

Questi giovani stanno regalando un sogno a tutti i veri appassionati di sport, essendo arrivati oltre le aspettative dei pronostici  battendo le stelle del Real Madrid e della Juventus e trovandosi tra le pretendenti per la finale di Champions League.

Un caso? No. L’eliminazione dell’agosto del 2017 dai preliminari di Europa League per mano del Rosenborg ha spinto la dirigenza olandese a cambiare la propria storica filosofia “green”. Il club ha deciso di accompagnare al tradizionalmente florido vivaio di casa investimenti importanti, almeno per il calcio olandese: 16 milioni di euro per il 27enne Daley Blind e quasi 12 milioni di euro per il 30enne Dušan Tadić. Sono così arrivati quegli uomini di carattere ed esperienza internazionale, capaci di trasformare tante belle speranze in solide realtà.

Ajax wars

Così è stato, come si sono accorte a loro spese Juventus e Real Madrid. Una rivoluzione, quella dei lancieri, che ha vissuto anche pesanti turbolenze interne durate anni e passate alle cronache di Amsterdam come “Ajax Wars”, che hanno visto contrapposti chi voleva perseguire la strada della tradizione iniziata nel 2010 dalla figura mitologica di casa, Johan Cruijff, e chi, come Overmars e Van Der Sar, voleva aggiornare il giocattolo tornando a vincere e convincere, in casa come all’estero.

Erik Ten Hag
Fonte: Wikimedia

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’Ajax è al vertice europeo, come non accadeva dagli anni Novanta. E, a breve, anche con le tasche piene: l’undici di Erik ten Hag, titolare delle ultime sfide di Champions League, secondo gli esperti del mercato internazionale vale il 600 per cento in più d’inizio stagione. Cifre da record: a fronte di 55 milioni di euro investiti, oggi ad Amsterdam si ritrovano per le mani un “tesoretto” da 340 milioni di euro.