L’Argentina è arrabbiata: l’Albiceleste non sa più volare

I tifosi dell’Albiceleste non capiscono l’involuzione della propria squadra

Al Mondiale di Russia 2018 l’Argentina era partita tra le favorite. Non proprio la squadra da battere, ma una selección da rispettare con Leo Messi a guidarne le gesta, seguito da Di Maria, Aguero, Dybala. Una squadra che doveva trovare una qualificazione facile e che invece ha dovuto fare l’impresa con la Nigeria nell’ultima partita del girone.

E vi ricorderete, venne data tutta la colpa a Sampaoli che non sapeva far giocare la squadra e a Mascherano che imponeva la sua presenza in mezzo al campo contro un Mbappé che correva il doppio e che con Griezmann e Modric è stato il miglior giocatore del Mondiale vinto dalla Francia in finale contro la Croazia.

L’era Scaloni è vicina al termine?

Il Ct Scaloni ha quindi preso in mano una squadra a cui doveva dare un’identità ma finora è riuscito nell’impresa di ripetere le gesta del suo precedessore.

Nella prima partita la Colombia correva il doppio e i goal di Roger Martinez e Duvan Zapata, entrati entrambi dalla panchina, certificano anche la superiorità di Queiroz sul tecnico argentino che invece non è riuscito a cambiare l’inerzia del match. Ma se guardiamo l’11 titolare dell’Albiceleste non si capisce come non si riesca a creare una squadra.

L’Albiceleste, un’ottima squadra sulla carta

Contro i cafeteros, Scaloni aveva proposto Armani in porta (il portiere vincitore della Copa Libertadores con la maglia del River Plate). Difesa a 4 con Tagliafico, Otamendi, Pezzella e Sarabia. Il terzino sinistro ad esempio ha fatto una stagione eccellente con la maglia dell’Ajax ed è richiesto da tante squadre in Europa. Otamendi e Sarabia hanno giocato la Champions League con la maglia del Manchester City e del Porto. Il difensore centrale ha vinto il campionato  inglese con la maglia celeste dei citizens.

A centrocampo e in attacco grande qualità

Ma la chiave della squadra è il centrocampo, finalmente affidato a Giovanni Lo Celso, grande annata con la maglia del Betis Siviglia in Spagna e richiesto da varie società. Con lui contro la Colombia hanno giocato Rodriguez, Paredes e Di Maria. Gli ultimi due giocano in Francia con il PSG, con cui hanno vinto nuovamente il campionato francese, mentre Rodriguez milita nell’America, nel campionato messicano, chiuso al 5° posto nella stagione di Clausura, dopo essere arrivati secondi in quello di Apertura.

Davanti Leo Messi con il Kun Aguero, due emblemi del calcio argentino che giocano nel Barcellona e nel Manchester City, con cui hanno vinto i loro campionati. Pronti a subentrare Paulo Dybala, vincitore della Serie A con la Juventus e Matias Suarez, anche lui trionfatore della Copa Libertadores con la maglia del River Plate. Insomma una squadra di campioni che vincono nei loro campionati ma che con la maglia albiceleste non riescono a trionfare.

Il compito di Scaloni

Spetta quindi al tecnico argentino, 41 anni, ex vice allenatore a Siviglia, prendere le redini della squadra. Ha fatto fuori Icardi, dopo una seconda parte di campionato a guardare i compagni dell’Inter per gli screzi con la società. Ha inserito Lautaro Martinez, lanciato titolare nella partita con il Paraguay. Anche in difesa e in mezzo aveva provato diverse carte: Casco a destra, proveniente sempre dal River Plate, al posto di Sarabia. In mezzo De Paul e Pereyra per Di Maria e Rodriguez. Ma quando il Paraguay passa in vantaggio chiudendosi bene con il 4-4-1-1, serve un rigore di Leo Messi per riaprire la partita.

Argentina-Qatar

Con un punto in due partite, il tecnico dell’Argentina dovrà di nuovo fare il miracolo nell’ultima partita e sperare che la Colombia batta il Paraguay per qualificarsi al secondo turno. Il Qatar è un avversario forte ma non impossibile per l’Albiceleste e c’è anche la possibilità di passare come miglior terza con 4 punti.

Ma prima di fare calcoli bisogna trovare il bel gioco e le soluzioni offensive che liberino Leo Messi a cui non può essere sempre data la colpa del flop argentino, che invece va ricercata anche nei limiti dell’AFA e in allenatori che non sono riusciti a cementare il gruppo e portare l’Argentina dove merita. Appuntamento domenica 23 giugno alle 21 per una sfida importante che può cambiare la Copa América di questa grande Nazionale che però dai quarti in poi troverà Nazionali molto organizzate come Brasile, Cile, Uruguay che stanno mostrando il loro valore in questa prima fase.

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Foto: Spaziocalcio.it