Dinamo Kiev – Juventus: la notte dei campioni

Si ricomincia

Finalmente si riparte con le serate europee e finalmente si parte benissimo con un risultato netto, rotondo e che non lascia adito a commenti negativi, catastrofisti a parte.

La vera nota positiva del match di ieri è stata la presenza di un bel pubblico che gridava e tifava, tanto da commuovere per la nostalgia di qualcosa che rende magica una partita di calcio.

Si va in scena

La partita la facciamo noi con pressing alto, concentrazione ed una serena rabbia agonistica (mi si perdoni l’ossimoro); i ragazzi di Mister Pirlo lavorano ai fianchi gli avversari della Dinamo Kiev andando vicini al goal più volte, prima con una bella azione di Chiesa che dribbla due difensori e va in porta, poi con Kulusevski che si lascia andare con un colpo di tacco alla Bettega che per poco non sorprende il portiere.

Assistiamo, nel frattempo, all’ennesimo infortunio di Chiellini. Voglio bene a Giorgione ma, a questo punto, credo che debba essere seriamente valutato un ritiro a fine stagione visto che non riesce da diverso tempo ad infilare una manciata di partite consecutive senza farsi male.

Comunque entra Demiral il quale, invece, sembra non aver patito l’assenza per la lesione del crociato, anzi: mostra subito voglia e grinta da vendere.

Il secondo tempo

Pronti, via ed è subito goal. Un’azione straordinaria messa in atto da una ditta davvero sopraffina. Comincia Chiesa sulla sinistra che salta un paio di avversari e la butta in  mezzo per Ramsey che, in un secondo capendo di non poter tirare, sfodera un colpo di tacco verso l’accorrente Kulusevski che tira, il portiere respinge ma Morata, come un falco, si getta sul pallone ed insacca.

0 a 1 e palla al centro.

A differenza di altre volte, però, non ci siamo né disuniti né tantomeno seduti sugli allori, anzi. Fisiologicamente, la Dinamo ha alzato il baricentro alla ricerca confusa del pareggio che alla fine non è arrivato.

Mentre è arrivato il nostro raddoppio sempre con Alvarone il quale si è caricato il peso dell’attacco sulle spalle e si è gettato sull’assist al bacio di Cuadrado buttandola dentro con un’azione da centravanti sfondamento e che lo riporta alle notti magiche del2015 quando, sempre con la nostra maglia, segnava continuamente in Europa.

Partita finita

Dopo il raddoppio, la partita non ha detto più nulla e si è trascinata fino al 90° senza particolari sussulti. Abbiamo portato a casa i primi tre punti con una squadra non certo irresistibile ma nemmeno di scappati di casa. Ho letto “analisi” portate alla diminuzione se non, addirittura, alla denigrazione della nostra squadra colpevole di aver vinto contro una non corazzata.

E chi se ne frega, signori miei? In Europa, molto spesso, partite del genere le abbiamo lasciate per strada tra pareggi scialbi ed ignominiose sconfitte mentre ieri sera siamo scesi in campo concentrati, consapevoli e senza la solita tremarella che ci ha contraddistinto in questi anni.

 

 

I migliori

Chiesa: il pacco, il bidone, il giocatore inutile ha sfoderato una gran bella prestazione di forma e di sostanza. Dribbling e corsa da cavallo di fascia. Deve certamente migliorare la mira e, soprattutto, dovrebbe evitare di incaponirsi in dribbling improponibili.

Ramsey: dai, diciamolo, quello dello scorso anno era il fratello. Invece, in queste prime uscite stagionali, sembra decisamente rigenerato dalla cura Pirlo che sembra avergli dato quella grinta e quella baldanza che gli sono mancati lo scorso anno, complici anche i mille infortuni. Il colpo di tacco nell’azione della prima rete l’ho trovato geniale.

Cuadrado: la solita conferma. Stantuffo inesauribile sulla fascia, sempre presente, sempre lucido e sempre guizzante.

Morata: Alvaro mi sta smentendo a suon di goal e prestazioni importanti. Sono onesto, non ero felicissimo del suo arrivo visto che per tutto il mercato abbiamo cercato un centravanti che facesse goal e Morata, negli ultimi anni, non è che abbia brillato per le segnature. Invece, umile ed intelligente, si è messo al servizio di tutti e sta facendo il lavoro per cui viene pagato, ovvero buttarla dentro.

Conclusioni

Mi meraviglio sempre del fatto che, si vinca o si perda, si tende comunque a denigrare la squadra. Dovremmo riflettere sul fatto che per noi questo è l’anno zero, l’anno da cui si riparte con tanti volti nuovi, tanti giovani ed un allenatore esordiente con il Maestro.

Per ogni nuova partenza serve tanta pazienza e tanti fenomeni da tastiera dovrebbero farne una scorpacciata visto che deficitano in modo clamoroso.

Ora speriamo che questa vittoria sia solo un inizio e che ci porti tante soddisfazioni.

Fino alla fine.