Alla vigilia del Gp di Monza, la Scuderia di Maranello vive una crisi profonda che coinvolge tutti gli aspetti.
SF-25 enigmatica che non consente grandi prestazioni
Se nelle ultime gare prima della pausa estiva la Ferrari aveva mostrato interessanti sprazzi di competitività, alla ripresa del mondiale, a Zandvoort, il team italiano è ripiombato in una crisi che ha messo ancora di più a nudo tutte le falle in ordine al Cavallino: dopo un venerdì in cui il ritardo dalla vetta era di 1,5 secondi, il lavoro svolto aveva faticosamente raddrizzato in parte la situazione dimezzando il distacco dalle imprendibili McLaren, con Leclerc che aveva mancato la seconda fila di un decimo compromettendo di fatto le sue speranze di podio, non riuscendo in gara ad avere la meglio della Racing Bulls di Hadjar e, di conseguenza, costretto a rischiare più del dovuto per avere la meglio su Russell per poi essere centrato da Antonelli nel tentativo di respingere il tentativo di undercut di quest’ultimo.
Per ciò che riguarda Lewis Hamilton, al record negativo di 15 gare col Cavallino senza mai salire sul podio, il weekend olandese lo aveva visto non troppo lontano nei tempi rispetto al compagno di team, frutto di approccio votato a rischiare di più al fine di trovare la fiducia nella vettura. In questo senso, infatti, vanno letti i testacoda in cui il britannico era incappato nelle prove libere: tuttavia, in gara Lewis ha rovinato tutto con un grave errore, compromettendo indirettamente la strategia di Leclerc dato l’ingresso della safety car che ha neutralizzato la gara. Il botto di Hamilton è la controprova di un feeling con la monoposto ancora lontano dall’ideale, fermo restando gli enormi problemi della SF-25, una monoposto limitata nelle altezze da terra con nocumento delle prestazioni.
Monza altra via crucis, occorrono riflessioni profonde in seno al team
Il Gran Premio d’Olanda è stata l’ennesima figuraccia di una scuderia oramai affetta da una crisi di non facile soluzione. Se la filosofia progettuale della SF-25 si è rivelata errata, è altrettanto grave e inconcepibile che gli ingegneri e i progettisti (pur nelle maglie del budget cap e delle ore spendibili in galleria del vento) non riescano a risolvere il problema delle altezze da terra che di fatto mortificano gli sforzi di Leclerc.
La prossima gara si disputerà a Monza, dove la Rossa ha il dovere di correre la miglior gara possibile davanti ai propri tifosi (i quali non meritano queste umiliazioni continue) pur consapevole dei limiti tecnici.
In questo contesto, sul banco degli imputati è finito il team principal Frederic Vasseur, fresco di rinnovo e peraltro difeso a spada tratta dai due piloti, reo di non aver ingaggiato Newey e di una visione dei weekend di gara non in linea con il responso della pista.
Ma in questo modo si distoglie l’attenzione su quelli che sono i problemi più grossi del Cavallino legati a infrastrutture, modo di operare dei membri del team fino a coinvolgere la mentalità e la cultura del lavoro. È indubbio che la governance della Gestione Sportiva abbia bisogno di una figura autoritaria che coadiuvi Vasseur che possa fare collante con Elkann e Vigna (due figure assolutamente inadatte a gestire un team blasonato come la Ferrari) e di una ristrutturazione profonda a tutti i livelli.