In Canada è esplosa la polemica tra il team principal e una parte della stampa italiana dopo le indiscrezioni su una possibile diaspora in seno al team, ma il manager francese è l’uomo giusto.
2025, stagione difficilissima finora per la Ferrari
La fin qui tribolata stagione che sta vivendo la Ferrari (solo 3 podi su 10 gare disputate, tutti appannaggio di Leclerc) ha dato adito a speculazioni circa il futuro della Scuderia. Alla vigilia del Gran Premio di Montreal, alcuni media italiani hanno ventilato un possibile ultimatum concesso al TP di Maranello (in scadenza di contratto a fine 2025) e che, in caso di mancata svolta, il suo posto verrebbe ereditato da Antonello Coletta che tanto bene sta facendo nel WEC (vincitore delle ultime tre edizioni della 24 ore di Le Mans e attuale leader del mondiale Endurance 2025).
Sia all’inizio del weekend che al termine dello stesso, Fred ha puntato il dito contro una certa stampa, rea di minare la tranquillità all’interno del team precludendone una perfetta esecuzione del weekend di gara.
In riva al fiume San Lorenzo, è stato evidente come gli errori commessi da Leclerc e il nervosismo di Hamilton fossero anche figli di una pressione mediatica forse esasperata dalla penuria di risultati in pista. La SF-25 è una lontana parente della progenitrice, non solo in termini tecnici, ma anche di risultati ed è oramai ridimensionata nelle ambizioni e nemmeno i tanto agognati aggiornamenti (si parla di una nuova sospensione) potranno ribaltare la situazione. A questo punto, con la rivoluzione regolamentare oramai alle porte, molti addetti ai lavori stanno incalzando i protagonisti su come verrà gestita la delicata fase di transizione: se Hamilton e Leclerc, per motivi diversi, difendono a spada tratta la figura di Vasseur, questi continua (giustamente) a parlare di sfruttare il potenziale indipendentemente dalla competitività della monoposto e a procrastinare il tema 2026. A ben vedere, rimanere focalizzati su un obiettivo può in un certo senso aiutare la squadra a ottimizzare il pacchetto tecnico a disposizione, pronti a sfruttare ogni occasione (come capitato a Barcellona) per rendere questa stagione meno amara possibile dopo gli insensati proclami invernali.
Vasseur, una figura pronta a difendere il gruppo
Qualche tempo fa, per dare una parziale giustificazione a queste prestazioni insufficienti, il team principal aveva “ricordato” quanto la gestazione della SF-25 sia stata complessa, partendo dal vuoto lasciato da Enrico Cardile nel ruolo di direttore tecnico a luglio 2024 fino all’insediamento di Loic Serra a partire dall’ottobre successivo: in questo lasso di tempo, dove vengono definiti i concetti principali di una vettura, Fred ha dovuto ricoprire ad interim l’incarico vacante senza ovviamente avere alcuna competenza tecnica in materia, ma traghettando il gruppo di lavoro verso la nuova organizzazione.
Nessuno degli addetti ai lavori ha però ricordato che le dimissioni di Cardile furono ad effetto immediato (quindi senza alcun preavviso) e, dunque, “spiazzando” la Ferrari che, all’improvviso, si ritrovò senza una figura di rilievo in un ruolo (quello di direttore tecnico) così importante per un team di F1.
Inoltre, cosa non da poco, nell’elogiare il successo ottenuto dall’équipe di Coletta, Vasseur ha voluto rimembrare quanto la stabilità sia imprescindibile per un team che ambisce al successo senza per questo volersi sottrarre alle proprie responsabilità. A corredo di ciò, la storia dimostra che i cicli vittoriosi non possono prescindere da un’organizzazione stabile e funzionante e, da questo punto di vista, un avvicendamento (l’ennesimo) al ponte di comando della Rossa in F1, sarebbe folle e controproducente per alcuni fattori non da poco: in primis; occorre una figura carismatica con esperienza nel mondo delle corse, in secondo luogo; il sostituto necessiterebbe di un fisiologico periodo di ambientamento per plasmare il suo gruppo di lavoro il che rinvierebbe ulteriormente i propositi di vittoria.
In questo contesto, sono dirimenti la cultura e la mentalità attuali della Ferrari, per nulla orientata alla vittoria, alla competizione, alla sfida,ecc… e di cui lo stato maggiore (Elkann e Vigna) ne sono privi.