Ferrari, per il futuro servono certezze e basi solide! E’ possibile un clamoroso ritorno?

L’uscita di Louis Camilleri è l’occasione per scegliere una figura che abbia esperienza nel mondo della Formula 1.
La bandiera a scacchi del Gp di Abu Dhabi è stato un autentico sospiro di sollievo per la Ferrari facendo calare il sipario su una delle stagioni più orribili della recente storia della Scuderia di Maranello

SF1000: una macchina senza capo né coda

La SF1000, costruita intorno alla Power unit 2019 unita ad una riduzione di resistenza all’avanzamento doveva consentire alla Ferrari di giocarsela anche sui circuiti che richiedono carico aerodinamico. Invece, l’accordo segreto tra FIA e Ferrari sulla specifica di motore ha nei fatti azzoppato il team.

Sin da subito sono apparsi evidenti i limiti della monoposto, la cui scarsa velocità di punta ha reso i piloti impotenti dinanzi alla facilità con cui venivano superati sul dritto e anche il comportamento in curva non è stato dei migliori.

Già all’indomani del Gp di Stiria il team principal Mattia Binotto aveva ammesso la confusione sulla strada da prendere per indirizzare lo sviluppo; gli aggiornamenti – portati perlopiù in ottica 2021 data l’assenza di test – non hanno mutato molto la situazione con la Rossa costantemente più lenta degli altri team di metà schieramento.

Ferrari: 2020, annus horribilis

Con una vettura così carente, ben poco hanno potuto i piloti. Se infatti Leclerc ha spesso portato la Ferrari oltre i suoi limiti (soprattutto in qualifica), Vettel invece ha palesato tutti i suoi problemi di scarsissima confidenza con la SF1000.
La Ferrari ha chiuso al 6° posto nella classifica costruttori, il piazzamento più basso dal 1980. Solo tre podi conquistati (2 di Leclerc e 1 di Vettel) frutto più di circostanze favorevoli che della velocità espressa. Una monoposto che ha relegato i due piloti nelle retrovie con l’aggravante, in alcune occasioni, di non riuscire a prevalere nemmeno sull’Alfa Romeo azionata dello stesso propulsore. A dimostrazione che le lacune non erano solo nel motore, ma anche nell’aerodinamica.

Ferrari: futuro incerto

È tanta la voglia di riscatto del Cavallino. Ma i propositi sono rivolti soprattutto al 2022 con la rivoluzione regolamentare: lo stesso Binotto ha frenato sulle aspettative, soprattutto perché per il 2021 c’è poco margine per apportare modifiche sostanziali ai progetti del 2020. Per cui è facile prevedere che i valori in campo a Melbourne non cambieranno molto, con l’auspicio per la Ferrari di lottare costantemente per il podio, in un anno di transizione per poi sfruttare il cambiamento regolamentare del 2022

Ripartire con una nuova organizzazione e figure esperte

Ma occorre anzitutto una struttura diversa ed un management esperto. Louis Camilleri ha lasciato l’incarico di a.d. ottenendo buoni risultati dal punto di vista commerciale ed industriale, ma sul lato sportivo e politico il suo contributo è stato oggettivamente marginale data la mancanza di esperienza nel mondo della F1.

È perciò fondamentale individuare una figura esperta che conosca bene le problematiche di un team di F1. Luca Cordero di Montezemolo ha espresso tutte le perplessità e le preoccupazioni sul futuro evidenziando l’inadeguatezza dell’organizzazione orizzontale in Formula 1, la necessità elementi in grado di fare la differenza, e di una figura che possa coadiuvare Binotto nel suo ruolo. La visione tracciata dall’ex presidente non fa che rafforzare la convinzione che per tornare in alto occorra una struttura gerarchica molto forte con ruoli ben definiti e una figura che possa supportare più da vicino il team principal.

Luca Montezemolo: ritorno in vista?

Una figura carismatica come quella di Montezemolo (che ha sempre dato tutto alla causa ferrarista) potrebbe essere d’aiuto in un momento delicato come questo. Infatti, mai come adesso occorre un personaggio con un’esperienza importante nelle corse che faccia da collante tra la Gestione Sportiva ed i vertici. Lo stesso Montezemolo ha vissuto in prima persona la crisi tecnica della Rossa nei primi anni ’90 ponendo poi le basi per i trionfi a cavallo del nuovo millennio.
In merito ad un suo possibile ritorno, il manager bolognese ha glissato ma sarebbe più che felice a dare nuovamente il suo contributo a quel team cui i successi passati portano anche il suo nome…