La rivoluzione di Conte parte dal modulo

Il gioco di Conte: funziona in Europa?

L’Inter, sempre più decimata dagli infortuni, si trova a fare i conti con l’ultimo ostacolo prima della pausa natalizia: il Genoa dell’ex Thiago Motta

Ah, come funziona il gioco di Conte…

Senza entrare troppo nella sfida di sabato pomeriggio(ore 18.00 stadio San Siro) Antonio Conte dovrà schierare una formazione più che inedita, anche a causa degli squalificati Brozovic e Lautaro, per fronteggiare i penultimi in classifica. Politano, Agoumè e Ranocchia sono solo alcune delle possibili sorprese della diciassettesima giornata. Tante incognite e una sola certezza: il 352 di Conte

La nascita di un nuovo modulo per il gioco di Conte

Prima della Juve di Conte quasi nessuno, se non in casi estremi per recuperare la partita nei minuti finali, aveva mai usato dal primo minuto il 352. In un’Italia conosciuta all’estero come il paese dei “catenacciari” è difficile pensare ad una difesa a tre. Se inoltre ci aggiungiamo più cattiveria e grinta che piedi buoni a centrocampo i cinque li in mezzo fanno storcere il naso a chiunque. Invece l’ex tecnico del Siena al suo primo anno bianconero ci scommette e vince uno scudetto inaspettatamente sia per la qualità della rosa (nettamente inferiore a quella del Milan) sia per il modulo innovativo usato (Pepe, Krasic ed Elia sono solo alcuni dei giocatori alternatisi sulle fasce). Raggiunge gli stessi risultati anche nei due anni seguenti e sempre più squadre iniziano ad usare il suo modulo. Dopo tre anni di trionfi lascia, e non troppo bene, la panchina bianconera e diventa Ct della nazionale.

Cambia squadra e cambia competizione ma il modulo è sempre lo stesso e i risultati, visti i giocatori dell’Europeo 2016, anche. In una squadra più che decimata con Candreva e Darmian sulle fasce ed Eder e Pellè in attacco batte i favoriti del Belgio e della Spagna e si arrende solo ai quarti contro la Germania (usciti ai rigori con i famosi rigori di Zaza e Pellè). Finita l’avventura in azzurro si trasferisce a Londra, sponda Chelsea, e in due anni conquista campionato e Coppa d’Inghilterra prima di essere esonerato in favore del suo connazionale Sarri. Il modulo usato nei due anni con i Blues?! Ovviamente il 352 con Marcos Alonso, obiettivo del mercato invernale neroazzurro, e Moses  sulle fasce e davanti Hazard vicino prima a Diego Costa e poi a Morata.

L’approdo all’Inter

Infine il trasferimento qualche mese fa, dopo un anno sabbatico, all’Inter di Suning e Marotta. Il modulo utilizzato è sempre lo stesso e i risultati non stentano ad arrivare. Primi in classifica a dicembre con un ottimo gioco oltre che con giocatori rivalutati, vedi Candreva, e talenti scoperti, vedi Bastoni e Sensi.

Il 3-5-2 e il suo lato oscuro

Il gioco di Conte è famoso per il suo 3-5-2.

Nei giorni in cui nelle sale italiane esce l’ultimo episodio di Star Wars non si può non far riferimento al lato oscuro del modulo usato da Antonio Conte: l’Europa. Numerosi e prestigiosi risultati ottenuti nelle competizioni nazionali ma in ambito internazionale niente. Come mai così bene in terra amica e fuori dai confini no? Colpa dei giocatori? O del modulo? Purtroppo anche gli ultimi avvenimenti fanno pensare che le colpe maggiori le abbia il modulo. Nessuno mai in Europa è riuscito a vincere con una difesa a tre. Persino Allegri con la Juve post Conte arrivò in finale cambiando in corsa il suo modulo dal 352 al 4312 (Vidal trequartista dietro a Morata e Tevez). Anche Sarri ha vinto l’Europa League post Conte cambiando modulo, e praticamente non gli interpreti, passando dal 352 al 433. Ottimi risultati europei entrambi arrivati dopo l’addio del tecnico leccese.

Differenze per il gioco di Conte tra campionato ed Europa

È evidente che i ritmi tra il campionato e la Champions League sono totalmente differenti. In campionato, soprattutto in Italia, la velocità del gioco è molto ridotta e tutte le squadre, esclusa la Juventus, fanno fatica in Europa (vedi Lazio fuori con Cluji, Rennes e Celtic e vittoriosa con la Juventus). Ritmi più alti e ancora più difficili da sostenere con un modulo che prevede alta intensità in ogni parte del campo. Non stupiscono le diverse rimonte subite nel girone dell’Inter. Dominato il Barcellona al Camp Nou per 60 minuti poi crollo vertiginoso, così come a Dortmund dove, dopo un primo tempo solo a tinte neroazzurre, i giocatori sono rientrati con le pile scariche. Tanta corsa, tante partite e pochi giocatori e giorni di riposo. In questo caso possono giustificare l’uscita dai gironi ma i risultati delle altre 5 esperienze di Conte (la famosa frase “non si può mangiare in un ristorante da 100 euro con solo 10 euro”) fanno pensare che forse in Europa bisogna imitare più che distinguersi. Non è un caso se nessuno ha mai vinto con quel modulo in Europa e non è un caso se allenatori post Conte con un altro modulo e praticamente gli stessi interpreti hanno raggiunto diversi e notevoli risultati internazionali. Nessun interista aspira alla Champions in questo momento ma tornare tra le prime 16 in Europa sarebbe stato più che gradito per rilanciarsi.
Ora testa al campionato e all’ Europa League che quest’anno, più di qualsiasi altro anno, si può vincere… con che modulo? Ai posteri l’ardua sentenza ma di sicuro per il “352 europeo” è l’ultima spiaggia.