2020/21: le idee tattiche di Juric – il nuovo Gasperini?

Semplice, organizzato, aggressivo: anche nel 2021 ripartono così i soliti butei dell’Hellas, espugnando il Picco di La Spezia grazie ad una prodezza di Zaccagni, che va pian piano conquistandosi un posto in maglia azzurra.

Jurić continua con il suo 3-4-2-1 nonostante in estate gli sia stata tolta parte dell’ossatura: Verre, Amrabat, Rrahmani, Pessina e Kumbulla volati verso altri lidi. Ha saputo ridisegnare i suoi scaligeri con innesti di giovani sconosciuti come Tameze, Ilic e Lovato su tutti o giocatori di talento in cerca di rilancio come Barak e Kalinić (vittima di noie muscolari). Molti lo paragonano a Giampiero Gasperini, dove è stato suo secondo con Inter e Palermo, spiccando poi il proprio volo acquisendo il patentino a Coverciano. Certo il modulo camaleontico è lo stesso, affidandosi a giocatori elastici che possono ricoprire più ruoli, ma l’impostazione del tecnico croato è meno estetica più pratica, ma mai noiosa. Prima regola è: non prenderle. Sarà per questo che i gialloblù sono la seconda difesa della serie A con sole tredici reti subiti.

Come gioca il Verona di Juric

Davanti all’ottimo Silvestri entrato nel giro della nazionale in punta di piedi, la retroguardia a tre bada al sodo senza troppi isterismi tecnici e tende a fornire il pallone a uno dei due esterni di centrocampo per dare subito ampiezza alla manovra. Uomini di corsia fondamentali a tutto campo: li puoi trovare a fornire assist in area avversaria o in ripiegamento nelle vesti di terzini difensivi, permettendo al difensore centrale di uscire fuori ed andare a prendere il suo uomo, che in genere è il giocatore più pericoloso della squadra avversaria.

In mediana un regista a dettare i tempi e un centrocampista tutto fosforo che corre, interrompe e si propone per tutti. Nel reparto avanzato i due trequartisti svariano su tutto il fronte d’attacco dando imprevedibilità e profondità alla manovra, con la partecipazione della prima punta che oltre ad essere mobile deve saper giocare di sponda, avere il guizzo e la spizzata per il goal, prototipo dell’attaccante moderno. In fase di non possesso il pressing alto parte proprio da loro andando a prendere i centrali avversari, mentre uno dei fantasisti in genere, il più duttile tallona il play maker avversario.

Questo è il Verona del mago Jurić, la cui genialità si vede anche nelle intuizioni delle limature volte al perfezionamento e alla sicurezza dei meccanismi di gioco. Non ultima quello di prendere Di Marco esterno offensivo e arretrarlo nei tre dietro, garantendo velocità e progressione e rendendo dura la vita ad avversari dinamici che arrivano dalle sue parti. …. Per informazioni rivolgersi ad Agudelo!