La “grande fuga” centra il bersaglio: tappa a Benedetti, maglia a Polanc

GIRO D’ITALIA – Alla vigilia di tre tappe terribili, libertà agli attaccanti: vince Benedetti,ma gioisce anche Polanc, nuova maglia rosa

Cesare Benedetti è sempre stato il classico gregario, generoso e dedito al servizio dei compagni, tanto che a 31 anni non aveva ancora vinto una corsa. Tante fughe, alcuni piazzamenti in corse secondarie, ma mai l’acuto da ricordare. Tutto questo è però finito oggi a Pinerolo, nell’occasione più bella, al Giro d’Italia.

E dire che anche oggi sembrava una di quelle giornate lì, le solite. Dopo tanti giorni al servizio di Ackermann, oggi Benedetti ha ricevuto il via libera dalla Bora Hansgrohe e, abile come sempre, si infila nella fuga giusta. Talmente giusta che ne fanno parte in 25 ed arrivano ad accumulare un quarto d’ora di vantaggio, ovviamente con la connivenza dei big che già pensano ai prossimi tre giorni con il naso all’insù. Il plotoncino procede d’amore e d’accordo fino alla salita di Montoso, il primo gpm di 1^ categoria del Giro 2019, quando il gruppetto esplode e restano in quota i più forti sotto l’impulso di Gianluca Brambilla, il più attivo che alla fine non vincerà, probabilmente a causa della sua eccessiva generosità, ma che comunque si consola con la maglia azzurra della classifica degli scalatori. Oltre a Brambilla e a Benedetti, ci sono Damiano Caruso, Eddie Dunbar, l’unico non italiano, ed Eros Capecchi.

Dopo aver scollinato insieme, i cinque si giocano la vittoria sul “muro” posto a 2.000 metri dall’arrivo, breve ma terribile con pendenze fino al 20%: Brambilla sembra essere in grado di staccare tutti, ma paga lo sforzo e nell’ultimo tratto pianeggiante è ripreso: inevitabile lo sprint del quintetto, con Benedetti che ha la meglio su Caruso e Dunbar. Il resto della fuga si è arreso, tutti tranne uno, Jan Polanc che dei 25 è il meglio piazzato in classifica generale e che ha fatto bene i conti, visto che non molla e sfila la maglia rosa al compagno di squadra Valerio Conti, oggi in difficoltà.

Altra corsa nella corsa è quella dei capitani, che non si dannano certo l’anima, anche se sulla salita di Montoso c’è l’attacco di Mikel Landa e Miguel Angel Lopez che sono i più attradati in classifica dopo la cronometro di San Marino: con l’aiuto dei compagni di squadra precedentemente in fuga e poi opportunamente fermati, i due recuperano qualche secondo (28 per la precisione) agli altri big, un risultato che forse non vale lo sforzo profuso…

Tappa 12: ordine di arrivo e classifica generale

Tappa 13: Pinerolo – Ceresole Reale (Lago Serrù) (km 196 km)

Tappa lunga e molto impegnativa, con arrivo in salita posto sopra i 2.000 metri di quota. Dopo la partenza da Pinerolo, si scala dapprima il Colle del Lys (1^ cat.) dal suo versante più difficile con lunghi tratti tra il 9 e il 10%. In seguito, la corsa scala la salita inedita di Pian del Lupo (2^ cat.), dura con pendenze per lunghi tratti in doppia cifra. Al termine della discesa, inizia subito la lunghissima salita finale che, tra falsopiano e salita vera e propria, misura oltre 44 chilometri. La prima parte di salita è più lieve, ma poi, giunti nell’abitato di Ceresole la strada prima spiana accanto al lago artificiale salvo poi riprendere a salire per gli ultimi 10 chilometri con pendenze attorno al 9% ed una carreggiata ristretta con numerosi tornanti raggiunge il Lago Serrù, dove è posto l’arrivo a quota 2247 metri.


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