Inter-Cagliari: il reportage da San Siro

Inter-Cagliari: il reportage di un tifoso allo stadio San Siro

Erano parecchi anni non mi recavo allo stadio, un luogo che amo immensamente, lo stadio della mia città e della mia squadra, l’Inter. Ovviamente sto parlando dello stadio Meazza. L’opportunità è stato un regalo di un amico, che mi ha permesso di tornare alla Scala del Calcio, nel settore più prestigioso, ovvero in tribuna del primo anello Rosso. Ho vissuto sempre lo stadio vedendo le partite dalla curva Nord, oppure dal secondo anello, e devo dire che il colpo d’occhio che garantisce la vicinanza al campo da calcio è di un altro livello.

L’ingresso allo Stadio San Siro: un’emozione unica

L’impatto con il piazzale e la vista dello stadio illuminato che si staglia nella notte Milanese è sempre una grande emozione, mi ha sempre dato un brivido, i peli si drizzano per l’emozione. Sensazione ulteriormente amplificata dal ritorno in luoghi aperti e popolati, dopo quasi due anni di vita eremitica alla quale siamo stati tutti costretti.

Lo Stadio San Siro - Photocredit: Davide Soldi
Lo Stadio San Siro – Photocredit: Davide Soldi

 

Quindi, veloci verso il Gate 7 dello stadio, controlli di rito durante i quali, con mio sommo rammarico, mi fanno gettare l’accendino, poi diritti sulle scalinate che portano agli spalti. Entro che stanno passando “Right Here, Right Now” di Fatboy Slim, canzone che viene utilizzata dalla stagione 2019-2020, all’ingresso dei giocatori dell’Inter durante l’allenamento pre-match. La mente mi corre subito al mio 1999 passato a Londra, che seguiva la fine delle scuole superiori e di un anno di militare, con la vita che era tutta da scrivere; ma questa è un’altra storia.

Il ricordo di Peppino Prisco nel cuore dei nerazzurri

La serata è di quelle importanti, per due motivi: la possibilità di sorpassare il Milan, che ha pareggiato il giorno prima con l’Udinese, e sancire il primato in classifica. La seconda motivazione, non meno importante, è la celebrazione del ventennale dalla morte del “più grande interista di sempre” (cit.), ovvero l’Avvocato Peppino Prisco, figura di riferimento e per tutta la tifoseria Interista, che sono certo manchi molto anche al mondo del calcio italiano.

Prima della partita hanno quindi luogo la celebrazione dell’Avvocato, il nostro, quello con la cultura e l’ironia che lo hanno reso celebre anche oltre il calcio: l’Alpino e tifoso Peppino Prisco. Sullo schermo appare la sua immagine e quella voce inconfondibile che spiega, in una intervista, che lui ha “cercato di servire sempre e solo l’Inter”. Lo stadio applaude commosso e parte “C’è solo l’Inter”, l’inno non ufficiale, pubblicato nel 2002, dedicato proprio a Prisco.

La cronaca di Inter-Cagliari: la grande vittoria nerazzurra

La partita, senza entrare in troppi dettagli, vede sostanzialmente l’utilizzo alternato di metà campo: dal mio punto di visuale, il lato destro nel primo tempo, ed il lato sinistro nel secondo. Non ritengo eccessivo dire che l’Inter ha annientato un Cagliari in forte difficoltà. I motivi del dominio nascono sicuramente dalle difficoltà della squadra sarda ma, avendo avuto modo di seguire tutte le partite della stagione, anche da una continua evoluzione del gioco Interista, che in questa partita culmina nel suo apice. Ormai da la sensazione di essere una squadra matura, completa in ogni reparto e, soprattutto, di avere ormai assorbito dei meccanismi tattici che la rendono quasi una macchina perfetta sul piano tattico. A questo si uniscono la già nota potenza fisica ed atletica dei giocatori, che ora si muovono con sincronia e creatività, quest’ultima la grande novità rispetto all’era Conte. Il nuovo allenatore ha dato alla squadra quella libertà (apparente?) ai giocatori, di sgroppare a tutto campo, come dimostra la costante presenza in attacco di Skriniar e Bastoni, con quest’ultimo che arriva a dribblare in area cagliaritana o l’assist di Milan a Dumfries. Tutto questo accade senza che il Cagliari riesca praticamente a mettere piede nell’area di rigore Interista. Anche Dumfries, pur essendo quello che probabilmente deve ancora oliare i meccanismi tattici con i compagni, ara la sua fascia e annichilendo Dalbert, conquistando anche un rigore, poi sbagliato da Lautaro. Anche qui occorre notare come, nonostante il rigore sbagliato, oltre ai numerosi tiri in porta non andati a buon fine, anche per merito di un ottimo Cragno, la partita regala un 4-0 senza appello alla squadra di Inzaghi.

L’omaggio a Çalhanoğlu

Una ultima considerazione va a Cahalanoglu, che si è visto progredire di pari passo con la crescita della squadra; questo non è certo un caso. Il Turco, dopo la prima di campionato che aveva fatto brillare gli occhi ai tifosi, sembrava essersi perso, facendo preoccupare tutti, o quasi. Dico quasi, perché Simone Inzaghi ha sempre avuto completa fiducia riguardo alle doti tecniche del giocatore, che sono poi venute fuori nelle ultime giornate di campionato, dopo il Derby col Milan, nel quale si sono cominciati a cogliere i frutti dati dal lavoro dell’allenatore.

In questo momento l’Inter dà la sensazione di essere una squadra che non ha rivali in Italia, sia dal punto di vista agonistico che del gioco, tanto che Handanovic, uno che ne ha viste parecchie in questi anni, a fine partita si è sbilanciato dicendo “questa è l’Inter che gioca meglio da quando sono a Milano”.

Articolo, fotografie e video di Davide Soldi