Antijuventini e VAR: una storia infinita

Antijuventini e VAR: una storia infinita

Lo scorso anno, la Video Assistant Referee fu una rivoluzione: basta errori, solo giustizia ed equità per tutte le squadre che ai blocchi di partenza sarebbero partite nello stesso modo.

Eppure la storia è rimasta la stessa: Juve in testa con alle spalle tutto il resto.

Ricordo ancora la prima giornata della scorsa stagione, la prima partita, con il Cagliari venne vista come una benedizione. Primo episodio sezionato e primo contro la Juventus. “Avete visto? Ora non ruberete più e non vincerete più nulla“.

Risultato: Juventus campione d’Italia per la settima volta consecutiva.

Rivoluzione culturale

Quest’anno sembra stia tornando, invece, l’imbarbarimento dopo la pausa dello scorso. Ora la VAR non basta più, perchè noi siamo sempre in testa, stiamo ancora strapazzando il campionato e questo causa divesri travasi di bile a tutti i nostri avversari. Non entro del dettaglio dei nomi, ma non ci vuole molto a comprendere. Anche le piccole hanno trovato la scusa prefabbricata per giustificare la loro pochezza nei nostri confronti e per non perdere la faccia davanti ai tifosi.

Manca la cultura della sconfitta, ma anche quella della vittoria. Bisogna saper vincere, cari miei. E serve dignità che, putroppo per voi, non si compra.

Juventus-Sampdoria: recriminazioni insensate

Anche Mister Gianpaolo che di norma, è una persona equilibrata, si è lasciato andare a dichiarazioni insensate, soprattutto sul goal di Saponara, irregolare per via di un fuorigioco visto solo dalla VAR.

Queste le testuali parole: “Goal troppo bello. Io non lo avrei annullato”.

Un po’ troppo iperboliche, ma già più giustificate quelle sul rigore generoso concesso, sempre con l’ausilio della VAR, sul mani in area Samp: “Quel rigore non lo darei nemmeno se scendesse Gesù Cristo in terra a chiedermelo. E lo sa bene chi ha giocato a calcio“.

Si può parlare di abbaglio di Valeri.

Non si può invocare equità e pretendere che sia a favore di qualcuno ed a sfavore di un altro: si chiama, appunto, equità e la lingua italiana non si presta ad interpretazioni.

Altrimenti parlate chiaro e dite tranquillamente che non riuscite starci dietro. Ce ne faremo una ragione e continueremo a vincere senza pietà.