La Juve di Sarri: come giocheranno i bianconeri

Sarri è ormai il nuovo allenatore della Juve. Un cambio di rotta e idee nuover pe la squadra campione d’Italia. Ma come si sta muovendo il club e cosa porterà Sarri alla Juve?

Sarri, ormai da qualche giorno è il nuovo allenatore della Juventus. Dopo un susseguirsi di nomi più o meno probabili alla fine l’ha spuntata l’ex nemico. A dir la verità la Juve aveva fatto la sua scelta ormai da più di due mesi e il motivo è abbastanza semplice e condivisibile. Dopo cinque anni di vittorie era necessario un cambio di rotta. Così come quando il normalizzatore Allegri sostituì il maniacale Conte e si respirò un clima meno ossessivo, oggi era necessario che l’atteggiamento di Allegri venisse sostituito. È anche così che si costruiscono i grandi cicli!

Bisogna capire quando è il momento di cambiare rotta. E ora lo era.

Non soltanto per il fatto che Allegri fosse sempre stato accusato di non far giocare bene la squadra. Tra l’altro non è vero che la squadra non giocasse bene. La filosofia di Allegri consisteva nel centellinare le forze in modo da arrivare fino in fondo con il minor dispendio di energie possibile. In questo modo poteva capitare di trovarsi a difendere il gol di vantaggio contro l’Empoli invece di chiudere l’avversario nell’angolino.
Tattica e mercato: la presentazione di Sarri

Proprio da questi protagonisti pare che dovrebbe ripartire la nuova stagione della Juventus. Sarri ha detto chiaramente di voler fare in modo che il gioco della squadra possa esaltate le caratteristiche dei fuoriclasse. Una bella dichiarazione per chi è stato spesso frettolosamente tacciato di integralismo. L’etichetta Sarri se l’è guadagnata quando all’epoca del Napoli ha fatto giocare più o meno la stessa formazione per tre anni.

Eppure, dopo poche partite in Campania, capì che quella squadra non poteva giocare come il suo Empoli e allora sostituì il trequartista con il tridente che ha poi portato Higuain ad esaltarsi nella stagione del suo record. Ora si è ripromesso di far battere il record a CR7. Quindi è facile intuire che la sua formazione sarà incentrata nel mettere Ronaldo nelle migliori condizioni di esprimersi.

Esaltare CR7: lo schema offensivo

Insieme a lui è facile immaginarsi Dybala e Douglas Costa, probabilmente con il brasiliano largo sulla fascia e Dybala leggermente più arretrato rispetto a CR7. Si creerà così uno scambio fra il fenomeno lusitano e Dybala che diventerà centravanti di manovra o falso nueve come si dice adesso. In questo contesto si potrebbe inserire Bernardeschi per il quale Sarri ha avuto parole di elogio mostrando l’intenzione che si specializzi in un ruolo.

Allegri aveva puntato su Bernardeschi proprio per la sua capacità di ricoprire più ruoli: ala, trequartista, mezzala, esterno di centrocampo e in caso di emergenza anche il terzino. È facile immaginare che Sarri lo utilizzerà come alternativa a Douglas Costa senza dimenticare che come ala c’è anche Cuadrado, anche se forse con caratteristiche più difensive. Probabilmente non vedremo più la classica azione con una fitta ragnatela di passaggi per poi esaltare l’inserimento dell’ala.

Come successo con Hazard, i tre davanti avranno più libertà di manovra, ma sempre incastonati in un canovaccio organizzato nei minimi dettagli.

Pjanic: la chiave del centrocampo

L’altro pilastro da cui pare voglia ripartire Sarri è Pjanic. Questo, oltre a tacitare alcune voci di mercato che volevano la partenza del bosniaco accusato di essere poco lucido in alcune fasi della partita, è il vero momento di discontinuità con il passato. Nella Juve di Allegri Pjanic è il regista, ma lo ha progressivamente avvicinato all’area chiedendogli soprattutto di avviare l’azione.

Sarri con la sua voglia di vedergli toccare 150 palloni a partita, pare che voglia riportarlo nel vivo del gioco a fare quello che finora ha fatto Jorginho nei suoi schemi. Ai suoi lati è facile immaginarsi Emre Can e Ramsey ad aumentare la qualità, con Bentacurt alternativa a Pjanic e la partenza di Khedira e Matuidi.

Il primo potrebbe anche essere tentato dall’appendere le scarpette, mentre il secondo dovrebbe pagare la scarsa qualità quando si è in fase di possesso.

Anche qui si vede la differenza di filosofia!

Matuidi è importante quando vuoi recuperare la palla, a patto che la passi a qualcuno che sappia cosa farci. Se decidi che la palla deve essere tua, allora è meglio che a centrocampo ci sia gente che faccia della qualità la sua caratteristica migliore. Poi se il mercato ci porta il ritorno di Pogba o Milinkovic-Savic tanto meglio.

La difesa: volti nuovi e volti in partenza

La difesa a quattro rimarrebbe in ogni caso, anche se con i terzini più altri rispetto a quanto fatto finora.

In quest’ottica Cancelo o rimane un altro anno a far vedere se è il terzino della prima parte della stagione o quello della seconda parte. Oppure se ne va.

Potrebbe esseri una svolta in questo senso anche nell’utilizzo di Spinazzola a discapito del deludente Alex Sandro delle ultime stagioni. Motivo per cui potrebbe essere lui il sacrificato per portare un po’ di denaro fresco nelle casse della Juve.

La coppia Bonucci -Chiellini non si discute, ma Rugani è sempre stato un pupillo di Sarri. Sicuro tornerà a splendere. A completare il reparto ci saranno gli innesti dei giovani Romero e Demiral, già acquistati. Ma se Paratici riesce a regalarci il baby fenomeno De Ligt sarà necessaria qualche cessione ulteriore.

Nemico o meno: che si vinca e giochi bene!

Sarri era il nemico, si diceva. In realtà questo non è vero perché per chi tifa Juve, i protagonisti sono solo quelli che indossano i colori bianconeri. L’importante è che ci facciano vincere e divertire.

Prima e dopo la Juve non esistono!