Juventus – Lazio: inverno arabo per i bianconeri

Supercoppa o Coca-Cola Supercup? Per la Juve quest’anno è NO

Per noi proprio no. Di super non abbiamo avuto nulla, se non la spocchia e la presunzione che ci stanno caratterizzando da tempo. E si badi bene che tutto ciò non è solo di quest’anno, ma anche “in epoca Allegri”. Con la differenza che il (non) gioco di Acciuga si coniugava bene con tutto ciò perché figlio di lanci in avanti e come va, va.

Oggi abbiamo lo stesso problema, ovvero il pensare che, prima o poi, la si sfangherà con la differenza che, però, siamo “costretti” a giocare con degli schemi, cosa a cui non eravamo e ancora non siamo abituati.

Juventus-Lazio: i problemi della Juve

Noi siamo uno squadrone, probabilmente male assortito soprattutto a centrocampo, che veleggia con l’idea di poter vincere sempre. Il che potrebbe anche essere vero, se non avessimo continue amnesie difensive e praterie davanti alla nostra porta.

E proprio il reparto dei difendenti a preoccupare di più. Si sente l’assenza di Chiello, eccome! Nel guidare la difesa, nel contrastare, nell’intimorire l’avversario e anche sulle palle da fermo. Chiellini ormai è una guida fondamentale e i giovani De Ligt, Demiral e Rugani non hanno il carisma e le qualità maschie del capitano. Bonucci, ieri, ha fatto un recupero fantastico su Lazzari lanciato a mille. Tecnicamente pregevole, ma se, come detto poco dopo, Luis Alberto è solo e Lulic pure. Eh…lì, che vuoi farci? Puoi metterci pure Scirea, poco cambia. L’errore madornale di De Sciglio (giocatore forse non da Juve) e quello in marcatura di Cuadrado, che dimentica Lulic sono specchio dei 16 goal in 24 partite presi dalla Signora. Troppi, troppi, troppi! Per chi deteneva fino a qualche anno fa record di imbattibilità difensive mensili o annuali. Sulle fasce si dovrà presto capire, se Danilo e Sandro sono ancora in grado di fornire una certa qualità o se serve, a gennaio, un terzino di qualità. Mentre il ritorno di San Giorgio, entro poche settimane, riaccende la speranza per la Champions.

E poi secondo anello debole è il centrocampo. Pjanic è migliorato in fase di possesso, verticalizzazione e creazione di gioco. Necessita di spazio per agire e per far fluire il gioco. Ma se il recinto in cui agire è stretto o serrato dal pressing (come ieri con la Lazio), allora va in difficoltà. E in fase di ripiego, non è mai stato un fenomeno. Lo sappiamo.

Matuidi è l’unico che va a pressare l’avversario, a fare contrasto e che cerca di correre come un dannato. Ma da solo, non basta. Khedira è ko ormai con frequenza assidua e Rabiot non è quello che sa fare questo tipo di ruolo. Sta riprendendo la forma fisica più adeguata, e sa trattare la palla, ma non sarà mai uno che rincorrere l’avversario.

Ramsey non è nato come diga e al massimo può fare la mezzala. Quindi o si sceglie un tridente con il trequartista, cioè lui o si predica nel deserto.

Bentancur sta crescendo molto, grazie alla continuità che Sarri gli sta dando, ma non è ancora un campione. Quindi se la squadra cala o è in difficoltà, non ha la personalità per tirar fuori le castagne dal fuoco. Sta maturando, ma ancora necessita di tempo. Ha dei colpi efficaci, ma non è un leader!

E Douglas Costa: il mister deve capire che strada vuole prendere. Lui ho gioca in un tridente o è controllabile o annullabile. Su questo immenso talento brasiliano, Sarri dovrà prendere una decisione.

A inizio anno s’è visto che proprio sfruttando i suoi assist, le sue accelerate e i suoi cambi di direzione improvvisa la squadra ha saputo giocare con qualità e proporre un gioco veramente bello ed efficace. Douglas è una trottola che se innescata è micidiale, ma se è innescata poco o ben controllata come è accaduto ieri, allora è solo un velocista.

Il mister deve decidere se vuole proseguire con il tridente e che tipo di trio imbastire.

La Lazio, invece, con i suoi interpreti ruspanti e genuini, sta sorprendendo tutti, anche se stessa, con un gioco divertente e voglia di vincere da far paura. Probabilmente si è creata un’alchimia tra gli interpreti che sono cambiati pochissimo e stanno influenzando anche i nuovi arrivati.

Noi, invece, abbiamo un attacco incredibile a cui posso solo addossare la colpa di realizzare poco rispetto alla produzione, un centrocampo probabilmente non adatto alle esigenze del mister e una difesa insufficiente che continua a prendere goal senza senso come ieri.

Luis Alberto in goal, solo. Lulic in goal, solo. Lazzari che brucia la fascia destra, solo e che non ha fatto danni solo perché inciampato. Correa che arriva, sempre solo, davanti alla porta e che sbaglia clamorosamente.

Ecco servito il piatto delle due sconfitte stagionali.

Una Juventus insufficiente

Ora, ovvio che non si butta la croce addosso ad una squadra che è prima in campionato ed agli ottavi di Champions, però non posso non stigmatizzare l’atteggiamento sopra descritto e che si è visto davvero troppe volte quest’anno. Imprecisione, distrazione, errori assortiti a cui non eravamo abituati. E non credo proprio che sia colpa di Sarri, anzi. Lui ci sta mettendo tutta la scienza possibile. Però, a parte i tre davanti, non mi sembra che gli altri stiano brillando per  voglia e fame. Anche se capisco che otto anni di vittorie incessanti in campo nazionale possano far pensare di essere invincibili.

Va bene così, comunque, se tutto questo può servire a dare una sveglia definitiva ai ragazzi.

Fino alla fine.