L’Aquila, tradizione che guarda al futuro

L’Aquila calcio è una società che ha vissuto cadute rovinose e rinascite nella sua vita sportiva. Attualmente la squadra milita nel campionato di Promozione, dopo l’ultimo fallimento, datato 2018 che ha costretto il club a cambiare nome e a ripartire dalla Prima Categoria. La serie C manca da quattro anni. La B addirittura da ottantaquattro anni. Insomma: i tifosi di calcio della città non vivono un bel momento. Non è un caso che nel capoluogo abruzzese vi siano molti più tifosi della locale squadra di rugby che di quella di

Storia dell’Aquila calcio

L’Aquila calcio è nata nel 1927, ma si costituì ufficialmente solo nel 1931. Il primo torneo ufficiale cui la squadra partecipò al  girone unico della Seconda Divisione Abruzzo. Due promozioni nel giro di tre anni (una d’ufficio) la portarono nel 1934 a diventare la prima formazione abruzzese a disputare un torneo di serie B. Tre anni durò l’esperienza tra i Cadetti. Dal campionato 1937-38 solo tornei minori.

Ciò che contraddistingue la storia dell‘Aquila calcio è quello di non avere una vera e propria tradizione attorno ad essa. Basta pensare ai colori sociali. Il rosso e il blu non rappresentano quelli della città (che sono il nero-verde come quelli del Chieti). Tali colori furono scelti in omaggio al professor Rusconi, radiologo di origine bolognese e tifoso del Bologna. Rusconi è stato prima portiere dell’Aquila F.C. e in seguito direttore tecnico dell’A.S. Aquila.

Anche lo stemma della squadra non ha una storia che rispecchia la tradizione. Anche se di solito viene identificato con un’aquila (che riporta al nome e al simbolo della città), fino a metà anni ottanta èrevedeva semplicemente un pallone rossoblu con, sullo sfondo, due bande diagonali anch’esse recanti i colori societari. Tra la fine degli anni novanta e metà anni 2000, lo stemma è cambiato tantissime volte, al punto da rendere impossibile un’identificazione. Attualmente lo scudo è composto, nella parte alta dal rapace coronato in stile svevo che campeggia sullo stemma civico mentre la parte bassa vi è uno scudo medievale rossoblu dentro il quale trovano posto la scritta “L’AQUILA 1927” e la stilizzazione di un pallone di cuoio.

I tifosi dell’Aquila

I tifosi dell’Aquila sono il fulcro della società. A partire da questa stagione, infatti, i tifosi, sulla spinta del Supporters’Trust L’Aquilame’ e del gruppo storico del tifo aquilano i Red Blue Eagles 1978, diventano a tutti gli effetti proprietari del club, scongiurando così l’ennesimo fallimento.

Nel corso degli anni, nonostante varie vicissitudini, hanno sempre sostenuto la squadra in ogni modo. I primi gruppi di tifo organizzato nel capoluogo abruzzese cominciarono ad apparire negli anni sessanta. Il primo a sorgere fu il Commandos Rossoblù, originariamente posto nel settore Distinti dello stadio Tommaso Fattor. Nel 1978 nacquero i Red Blue Eagles L’Aquila, il gruppo più antico e numeroso tra quelli che ancora oggi sostengono L’Aquila Calcio. Gli ultras dell’Aquila hanno un forte legame con quelli del Chieti. Ad unirli, però, è più la rivalità con il Pescara che motivi di amicizia tra loro.

Diverso il legame che li unisce ai tifosi del Pontedera. Esso è nato nel 1994 quando gli aquilani ricevettero il cordoglio dei toscani per la scomparsa di Nicola Mezzacappa, tifoso rossoblù morto in un incidente d’auto proprio mentre stava raggiungendo Pontedera per la partita.

Le rivalità a livello regionale, oltre che con il Pescara ci sono con Teramo, Vastese e Sulmona. Ben più storica è, invece, la rivalità con il Sora sorta negli anni settanta e che sfociò, nel 1978-1979 in un’aggressione dei tifosi laziali agli atleti aquilani punita con la vittoria a tavolino per i rossoblu.

Stadio Gran Sasso: lo stadio rossoblu

Attualmente L’Aquila gioca nello stadio Gran Sasso d’Italia che ha una capienza complessiva di 6.763 posti. Questo impianto è stato creato utilizzando una vecchia struttura rugbistica. ed è stato intitolato alla memoria di Italo Acconcia, tra i più noti atleti calcistici della città. Accocia è stato un giocatore rossoblu dal 1942 al 1946 per poi vestire anche la maglia di club prestigiosi, primo tra cui Fiorentina, Roma e Genoa. Terminata la carriera di calciatore è diventato allenatore e, tra il 1977 e il 1981 è stato ct dell’Italia Under 20 contribuendo a lanciare talenti come Paolo Rossi, Antonio Cabrini, Marco Tardelli e Franco Baresi.

Aquila: il futuro ora

L’Aquila calcio è attualmente presieduta da Stefano Marrelli, di professione avvocato. Curiosamente la prima sede della società era collocata in via Marrelli 63. Qui erano depositati i pali delle porte che, ogni domenica, venivano prelevati per essere piantati nel terreno di gioco.un segno del destino?

La squadra, allenata da Roberto Cappellacci ha dominato il proprio girone di Promozuiona Abruzzo, dove era saldamente capolista prima dello stop per il Coronavirus. Ora che la società è in mano ai tifosi, la speranza è che il club possa trovare quella stabilità a lungo cercata.