Lewis-Max, un duello al dettaglio

Nella sfida per il titolo tra i due rivali, ormai a contare non sono più solo le differenze dei tempi sul giro, quanto e soprattutto ogni piccola sfumatura di carattere psicologico.

Sfida all’ultimo punto disponibile

Il 2021 doveva essere una stagione in cui la Mercedes avrebbe dovuto fare man bassa di vittorie, stante il congelamento allo sviluppo tecnico delle monoposto rispetto allo scorso anno.

Invece, la Red Bull, con la RB16B (evoluzione della RB16 del 2020) sta contendendo la corona iridata al team anglo-tedesco.

Mai come quest’anno, infatti, si sta vedendo la Casa della Stella andare in affanno in alcune situazioni (pit stop lunghi, scelte strategiche rivedibili, tensione fra Hamilton ed il muretto box come a Istanbul). Da tanto non era abituata alla pressione negli anni scorsi proprio per la mancanza di un valido competitor.

In un mondiale incerto, la sfida si gioca su ogni singolo punto e questo influisce sulle decisioni prese (sostituzione di motore su piste dove è possibile rimontare, pit stop nel finale di gara per acciuffare il punto extra del giro più veloce, quando si è sicuri di non perdere la posizione).

Tutto questo contribuisce ad avere un mondiale equilibratissimo con sorpassi e controsorpassi al vertice con distanze più o meno minime tra Lewis e Max.

Ormai, il campionato si avvia alla sua volata finale ed è chiaro che oltre a volerla spuntare uno contro l’altro, i due contendenti sono adesso molto accorti a non commettere errori che potrebbero essere devastanti nell’economia del campionato.

Hamilton-Verstappen: guerra psicologica

Ma non è solo in pista che il duello si infiamma. Ci sono anche schermaglie dietro le quinte con frecciate da ambo le parti. Capi dei team con accuse neanche tanto velate di sospetti.

Si pensi alla sostituzione della power unit di Bottas in Russia per marcare Verstappen che partiva dal fondo (anche se ufficialmente l’arretramento in griglia del finlandese era stato dovuto ad un problema tecnico) o ancora nell’ultimo Gp di Turchia all’estrema difesa non solo di Perez, ma anche dei piloti Alpha Tauri nell’arginare la rimonta del britannico a testimonianza di una guerra psicologica e tattica che si protrarrà fino all’ultimo metro di questo mondiale.

Il tutto senza escludere altri contatti in pista come avvenuto a Silverstone e a Monza…