Un mistero chiamato Lukaku

Interista da morire - la rubrica nerazzurra di Cristiano Casalini

Ricordo ancora l’entusiasmo di inizio stagione, quando seppi dell’arrivo di quello che, per me, fu il mio indiscutibile beniamino : Romelu Lukaku.

È vero! L’esperienza al Chelsea non era stata entusiasmante ed i risultati,  assai più modesti della stagione precedente, potevano rappresentare un campanello d’allarme.

I numeri, freddi ma obiettivi, parlavano chiaro e sono consultabili da chiunque su wikipedia

 Il crollo del suo rendimento, avuto la scorsa stagione, era netto, stesse presenze rispetto all’anno precedente (44), ma con la metà delle realizzazioni: 15 contro 30.

Pur essendo dei numeri deludenti, per una forza della natura come lui, almeno così lo ricordo, erano comunque accettabili e, all’ Inter di quest’anno, avrebbero sicuramente fatto comodo.

Sono storia recentissima, ma sembrano lontano secoli i suoi anni d’oro, in cui Romelu, con la sua potenza esplosiva ed il suo scatto, faceva ciò che voleva.

L’ho ancora in mente in quell’estate 2020 post lockdown, nella partita stravinta contro lo Shaktar, impressionante da quanto fosse forte.

Un anno nero per tutti quanti, indimenticabile nella sua bruttezza, ma dove il popolo nerazzurro trovava, nelle partite europee  dell’Inter  in versione estiva, una valida valvola di sfogo, e le gesta del nostro gigante rappresentavano l’oasi in mezzo al deserto, dove trovare sollievo dalle infinite sofferenze.

Quello che ci chiediamo tutti quanti è cosa sarà mai successo! 

Come può un giocatore, in meno di due anni, subire una tal involuzione da sembrare l’ombra di sé stesso?

La stessa situazione la sta vivendo un altro nostro giocatore, Samir Handanovic, ma che ha nell’età, che impietosamente avanza, la giustificata risposta al suo evidente declino.

Ma su Lukaku il discorso anagrafico mi rifiuto di prenderlo in considerazione. 

 Lukaku a maggio compirà 30 anni! 

Teoricamente sarebbe nella fase della maturità, in quegli anni in cui un calciatore da il meglio di sé, grazie all’esperienza  ed alla forza fisica acquisita da centinaia d’allenamenti alle spalle.

Un’età nella quale  il giocatore non è più nel fiore della giovinezza, ma non è nemmeno vecchio ed il calo fisico è ancora lontano.

È evidente, sotto gli occhi di tutti, quanto Lukaku patisca l’assenza di Conte

Un allenatore di notevole personalità e che lascia sempre il segno, nel bene o nel male.

Per quanto possa essere criticabile,  a causa del suo brutto carattere, litigioso, irritante ed antipatico, è l’unico ad essere riuscito a valorizzare un simile campione che non possiamo perdere per strada, l’Inter non è nelle condizioni di poterselo permettere.

Allenamenti mirati e stimoli sono le state le giuste chiavi d’entrata, con cui Conte fece di Lukaku, nel suo biennio nerazzurro, uno dei giocatori più forti al Mondo.

Lukaku, ora, non sembra più lui.

Non nascondo di aver cullato il sospetto che fosse stato sostituito con un suo sosia.

Oltretutto, se lo scorso anno ha vissuto una stagione sotto le aspettative ma, tutto sommato, accettabile, in quella attuale sta avendo un tracollo!

I ripetuti infortuni stanno ulteriormente complicando la situazione.

L’infortunio alla coscia, rimediato a fine agosto, l’ha tenuto lontano dal campo un paio di mesi.

Non ha nemmeno avuto il tempo di riprendere che un altro infortunio, al bicipite femorale, l’ha fermato nuovamente, costringendolo ad un secondo stop, questa volta di un mese.

I più maligni fantasticavano su infortuni inventati, per gestirsi meglio e giocare un grande Mondiale, abbiamo potuto constatare quanto, queste congetture, fossero false. 

Il nuovo anno l’ha salutato con un ennesimo infortunio,  questa volta al ginocchio, sicuramente molto meno grave, ma che l’ha costretto ad un ulteriore stop, questa volta una decina di giorni.

Fermi forzati che non fanno  bene alle condizioni fisiche degli atleti, soprattutto in quelli di notevole stazza come lui, che hanno molta più difficoltà ad entrare in forma. 

L’allenatore attuale Inzaghi, oltretutto, non aiuta Lukaku

Uno come Lukaku andrebbe accompagnato, forse stimolato, bisognerebbe stargli addosso e sollecitarlo. 

Inzaghino, con tutto il rispetto, non mi sembra la figura ideale. 

Ha conquistato, a quanto pare, il suo rinnovo contrattuale. 

L’approdo agli ottavi di Champions dello scorso anno, unito all’arrivo ai Quarti di questa stagione sono stati traguardi importanti, a cui va aggiunto il secondo posto in campionato e la conquista della coppetta Italia (la sua specialità). 

Questa stagione stagione ha già portato a casa un trofeo, la supercoppa italiana, un’altra coppetta. 

Si sta giocando la possibilità di andare in semifinale di Champions (sarebbe la conquista di un risultato che va al di là delle più rosee aspettative) e, soprattutto, si sta giocando un posto Champions per la prossima stagione. 

Ma non sottovalutiamo il discorso fortuna

L’Inter è stata favorita da un sorteggio benevolo, giocando gli ottavi contro il Porto, squadra abbordabile ma che ci ha fatto patire le pene dell’inferno. 

Ai quarti è capitato l’avversario più debole tra quelli in lizza, il Benfica.

Qualora dovessimo passare (cosa tutt’altro che scontata), prima di osannare il nostro tecnico, bisognerebbe fare anche questi ragionamenti. 

In campionato è stato ulteriormente fortunato, in quanto sta beneficiando dei punti di penalizzazione inflitti alla Juve, che ci stanno permettendo di occupare la terza posizione, con tre  punti di vantaggio sulla quinta, la Roma. 

Raggiungere la qualificazione in Champions, alla luce di questi accadimenti, è doveroso. 

La gestione di Lukaku è stata fallimentare 

Allenatore troppo scolastico, poco propenso a prendersi le responsabilità in prima persona, sembra quasi punti ad essere più amico dei calciatori, e non un padre. 

Ma i giocatori necessitano di una luce, di un capitano che indichi loro la giusta via, soprattutto quelli in difficoltà, soprattutto chi sta vivendo bruttissimi momenti, soprattutto se si dovessero chiamare Lukaku.

Spero che in questo finale di stagione, il nostro gigante non subisca più complicanze e riesca a raggiungere la giusta condizione per trascinarci. 

Come si fa a non considerare il suo potenziale? 

Sono d’accordo con tutti che la stagione va avanti, e non ci si può fermare ad aspettare un singolo giocatore. 

Ma bisogna anche considerare chi è questo singolo giocatore e se, senza di lui, puoi fare. 

Uno non vale sempre uno, ci sono giocatori che, da soli, possono cambiare le sorti di una stagione, Lukaku è uno di questi. Che piaccia o no! 

Non si può non cercare di riaverlo in forze per questo finale di stagione. 

Senza lui sarà tutto complicato, ma con lui dentro potremmo non porci alcun limite, tranne quello di vincere un campionato oramai chiuso.