Mercato Inter: edizione straordinaria

Passione Inter - una rubrica di Giuseppe Martera - ottimizzata 1200x900 pixel

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Sì, nell’ultimo pezzo vi avevo detto che detesto il calciomercato – il che è verissimo – ma lo scorso weekend sono successe cose  che: voi umani non potete neanche immaginare, citando ‘Blade Runner‘ e quindi è necessario parlarne, ma con ordine.

Pensavamo fosse amore, invece eri un gigolò

Quasi un mese di trattative con il Chelsea, si riesce a trovare l’accordo per farlo tornare, e questa persona la sera stessa diventa irreperibile, diventano irreperibili, lui ed il suo avvocato. Partendo dal presupposto che: personalmente non l’avrei mai riaccolto – e l’ho sottolineato in un altro pezzo dove parlavo degli errori dell’Inter della scorsa stagione. Oggi siamo davanti alla realtà dei fatti, fatti  dimostranti che: troppe persone di dubbia moralità sono passate per Appiano Gentile. Fortunatamente società e dirigenza hanno avuto il buon gusto di sbattergli la porta in faccia, quando si è degnato di rifarsi vivo telefonicamente. Si parla a tal proposito come di una telefonata rovente tra questa persona e Piero Ausilio, dove sono volate parole e il belga avrebbe manifestato malumori in merito al fatto di non essere partito titolare nella finale di Istanbul. Fatico a trattenere le risate, credetemi, ci vuole del barbaro coraggio a pretendere una cosa del genere solo per aver fatto due mesi appena in linea con le aspettative. Ma poi: tiri fuori tutto oggi? dopo un mese? Cosa sei Dazn che faccio in tempo a farmi una famiglia il tempo che mi faccia rivedere un’azione? Ma la verità è che è che ha utilizzato il metodo Las Vegas, ovvero giocava su più tavoli e i tavoli in questione portano il nome di Milan e Juventus. MaiMai, diceva un anno fa nell’intervista a Matteo Barzaghi di Sky. Mai, finché non ti danno tre milioni in più, allora sì che andresti a giocare nello stadio dove ti hanno rivolto insulti razzisti non meno di tre mesi fa. Il metaverso è un concetto di cui sappiamo dannatamente poco. Per il resto, vorrei chiudere definitivamente questo capitolo con una citazione del buon Luciano Spalletti, che ha sempre un posto speciale nel mio cuore: Uomini fortidestini forti. Uomini debolidestini deboli.

Ma come Cuadrado?

Dopo la bufera scoppiata tra il venerdì e il sabato, terminata – ricordiamolo – con l’Inter che si è totalmente ritirata dalla trattativa (evitando così un cospicuo esborso), la domenica sera arriva la notizia che non ti aspetti. Ero proprio qui davanti al pc a scorrere la home di YouTube, quando mi arriva un messaggio su WhatsApp di un mio amico che mi scrive: ‘Cuadrado, abbiamo preso Cuadrado‘, io gli rispondo domandandogli cosa si fosse fumato, ma poi noto che anche sul mio cellulare è apparsa una notifica, la apro e: “Incredibile! Cuadrado all’Inter“. Personalmente vi dico che la mia reazione è stata di godimento estremo, al contrario di molti altri interisti che fanno i puristi, quando hanno sostenuto un tizio che fingeva dolori al ginocchio per farsi aumentare l’ingaggio, un altro che sei anni fa era sull’aereo per Siviglia ed è stato tirato giù da Spalletti che poi gli ha trovato un ruolo, un altro ancora che ha finto i dolori alla schiena da gennaio per poi andar via a zero in una famosa squadra francese, dicendo nella prima intervista al nuovo club: “Ci ho messo un secondo a decidere“, quando per mesi aveva fatto credere ben altro a tifosi e dirigenza ecc..

Ci si lamenta di Cuadrado, davvero? Ma a nessuno entra in testa che fino a qualche mese fa giocava in una squadra che è la nostra rivale storica? E’ vero, Cuadrado è irritante negli atteggiamenti in campo, ma – facendo una battuta – potremmo dire che: adesso si tufferà per i colori giusti. Parlando seriamente e in conclusione sull’argomento, meglio uno irritante in campo, che uno che fino a poco prima ha baciato la maglia e poi non ha risposto al cellulare – e non credo gli fosse scaduta la promozione – , pertanto: meglio cento giorni da Cuadrado, che anche uno impersonando quel soggetto belga, del quale ho anche dimenticato il nome.

Il saluto di Onana

Ecco, la sparerò grossa: non si vedeva uno così da queste parti, dai tempi di Julio Cesar, e non credo di star esagerando. Lo ammetto, inizialmente avevo dei dubbi, ma mi dicevo: Cavolo, sicuramente sarà meglio di Handenovic che palesemente non è più in grado. I miei dubbi sorgevano anche dal fatto che il ragazzo veniva da un anno di inattività a causa di una squalifica. Dubbi totalmente scomparsi alla prima da titolare. André Onana è uno di quei giocatori che mi resterà nella mente per sempre così come nel cuore, per le indubbie qualità tecniche e per le altrettanto dimostrate qualità umane. Un giocatore che ho amato molto più di quanto avrei potuto immaginare. Non ha baciato la maglia, non ha fatto proclami da politico da quattro soldi, si è solo limitato a difendere i nostri colori e lo ha fatto nel migliore dei modi. Il suo saluto è stato un atto prima di tutto un atto di educazione (a differenza di altra gente volata in Arabia), un attestato di stima ed affetto verso noi tifosi e di appartenenza a questi colori. Coerente a spiegare che la cosa stava bene a tutti e che magari questo è solo un arrivederci. Un uomo in campo e fuori. Dal profondo del mio cuore, Grazie André.

 

Giuseppe Martera