Milan: capo ultras sequestrati beni per pericolosità sociale

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Milan un capo ultras s’è ritrovato sequestrato beni per un valore complessivo di un milione di euro. Ma la grande novità è nel fatto che in Lombardia per la prima volta viene applicata la prevenzione patrimoniale al tifo organizzato

La battaglia contro la parte meno etica del tifo organizzato continua. Dopo le dichiarazioni nei mesi precedenti di Gravina e Salvini, adesso arrivano i fatti. L’episodio del caso Luca Lucci, già noto alle cronache in passato per violenza e lesioni dopo un derby e dopo un Milan-Sassuolo e per aver patteggiato per traffico di stupefacenti, in sè rientra nella routine delle cronache sui tifosi. Purtroppo. La particolarità di quest’ultima situazione è che chi ha commesso il reato è stato vittima, per la prima volta, di prevenzione patrimoniale. In questo caso la giustificazione della misura è dovuta alla pericolosità sociale della persona, cioè al fatto che abbia più volte commesso reati.

Del resto il bottino accumulato dal capo ultrà del Milan aveva un certo valore: Il bar “Clan 1899”,  un’abitazione in provincia di Bergamo e un’Audi A5. Così riporta la Gazzetta dello sport nella news.

Milan capo ultras: Luca Lucci chi è?

Luca Lucci è uno dei capi ultras della curva Milan. Oltre a questo fa l’elettricista e gestisce un locale vicino a Milano.

Il suo nome in passato è balzato alle cronache per aver avuto degli scontri violenti dopo un derby e per lo stesso motivo dopo un Milan-Sassuolo. Oltre a questo ha patteggiato per un anno e sei mesi per attività legate a stupefacenti.

La curva rossonera: quella parte del tifo che esiste solo in Italia

Ma d’altronde non è che le altre curve siano frequentate da incensurati o santi. Ogni volta che si ripresenta una notizia del genere c’è sempre da chiedersi, perché tutto questo non ci sia all’estero. E’ questa parte del tifo che crea, aumenta e gonfia proprio l’identikit del tifoso che non piace ai media e alla società. Il connubio con le attività della criminalità organizzata proseguono da anni in più settori dello stadio e nonostante operazioni di polizia e smascheramento mediatico, non si fermano o riescono a fermare.

Peccato perché quei colori, quei cori e quella carica che arriva dalle curve è qualcosa che magari proprio all’estero ci invidiano. Quante volte ci soffermiamo ad ammirare le coreografie dei derby milanesi, romani e d’italia.

Ma, purtroppo, in quel frastuono di entusiasmo e di creatività, c’è sempre chi o preso dalla foga si realizza nella violenza o chi si dedica ad attività irregolari. Vedremo se le nuove misure restrittive i daspo introdotti recentemente aiuteranno a migliorare questo neo del mondo del tifoso.

ACMilan