MotoGp Argentina: A come Alieni e Amarcord

Nella classe regina delle due ruote ci si tuffa nel passato con un podio che ritrova Valentino Rossi, consacra Marquez e tiene in corsa Dovizioso.

Lo spagnolo ha condotto una gara esemplare senza sbagliare un metro, un ingresso di curva, una piega, un’accellerazione, una frenata e chi più ne ha più ne metta. Per rendere l’idea con i numeri, basti pensare che fino al sedicedimo giro non è mai sceso sotto il muro dell’1e39.

Pro e contro di una gara condotta in questo modo?! L’impossibilità di andarlo a prendere da parte degli avversari, ma allo stesso tempo l’assenza del pilota Honda nei nostri schermi. Perchè diciamolo onestamente, chi guardando la gara non ha per un attimo staccato la spina dalla classifica per godersi il duello tutto italiano tra Valentino e Dovizioso fantasticando un pochino?..

MotoGp Argentina: Rossi ha portato a casa un secondo posto che ha più il gusto di una vittoria. Il pesarese ha scelto, a differenza di gran parte dei colleghi, una doppia media sintomo di un buon feeling con la moto. Consapevole della lunghezza del tracciato ha comunque aggredito subito il Dovi forse per mettergli la giusta pressione o forse per auto fomentare la sua voglia di riscatto. Non voglio dire, come ho sentito fare a molti: “il Dottore è tornato” semplicemente perchè il Dottore non è mai andato via. Chi di fronte a questo pensiero riscontasse delle perplessità è liberissimo di recuperare e consultare anni e anni di classifiche.

Tre esse per Dovi

Questa volta non si parla di curve in pista. Saggia, strategica e sensata la gara di Dovizioso. La Ducati ha piste adatte e altre meno, giornate si e giornate no. La rossa di Borgo Panigale bisogna saperla prendere tirandola al massimo dove c’è margine e accompagnandola dolcemente dove si intravede comunque il miglior risultato possibile. Questo è quello che ha fatto il pilota romagnolo che dopo un avvio di stagione fulminate ha dimostrato di saper anche amministrare. Andrea non si è lasciato trasportare dalla foga di un duello tutto italiano, dalla smania di battere Rossi o dalla sete di punti, ha sapientemente scelto di accomodarsi sul podio.

Terzo gradino del podio che fino a due giri dalla fine sembrava più che ambito con la bagarre tra Petrucci, Miller e Rins. Anche Morbidelli ha saputo dire la sua pagando forse troppo severamente la sua giovane verve.

La stretta di mano

Buona parte dei riflettori del dopo gara si sono concentrati sul cielo sereno che splendeva tra Marquez e Rossi. Probabilmente il detto che il tempo cura tutte le ferite è vero. Forse Valentino ha deciso di non avvelenarsi l’ennesima stagione. Oppure hanno semplicemente scelto di mostrarsi tranquilli davanti ai media per poi “suonarsele” in pista. Chissà cosa succederà, per scoprirlo l’unica è non perdersi neanche una “puntata” di questa avvincente stagione.

Tra i protagonisti,anche se per il momento sembrano tardare il loro ingresso in scena, non dobbiamo dimenticare Vinales e Lorenzo che riporterebbero in parità numerica, per usare un gergo calcistico, la Spagna con l’Italia