Napoli: il decennio 2010/2020 – L’eterna anti Juve

Napoli 2010-2020 è record: 721 goal segnati

Da quando era un semplice pezzo di carta preso da un tribunale fallimentare, il Napoli ha fatto tanta strada nel suo cammino. Il decennio che si è appena concluso ha riportato gli azzurri a giocare stabilmente nelle competizioni europee come promesso dal presidente.

E soprattutto porta con sé un record inaspettato e impensabile dieci anni fa: 721 goal in tutte le competizioni italiane. Solo per questo parametro è in testa rispetto alla Juventus!

Il decennio che si è appena concluso, ha portato il Napoli a giocare stabilmente in Europa e di conseguenza nei piani alti del calcio italiano. Il percorso tracciato dagli azzurri è frutto di una programmazione iniziata molto prima del 2010 che ha portato alla squadra di De Laurentiis la base di questo decennio. I nomi sono Hamsik e Lavezzi con il buon Paolo Cannavaro a prendere il comando della squadra azzurra, fino all’arrivo di Walter Mazzarri che alla squadra gli ha dato un’anima a sua immagine e somiglianza.

Stagione 2010/11: L’esplosione di Cavani

La stagione inizia subito in maniera abbastanza agitata. Fabio Quagliarella è stato ceduto alla Juventus con tanto di contestazione a questa scelta di giocare con i rivali bianconeri. In una sera di Agosto in terra svedese, però, inizia a brillare la luce di un uruguayano che a poco a poco entrò nel cuore dei tifosi azzurri: Edinson Cavani con una doppietta contro l’Elfsborg si pressenta con un biglietto da visita niente male. Questo sarò solo l’inizio di una lunga serie.

Con Morgan De Sanctis tra i pali, il trio difensivo era composto da Campagnaro, Cannavaro e Aronica, ottimi mestieranti, ma grandissimi combattenti quando il gioco diventa più complesso. In linea mediana c’erano Gargano e Pazienza a formare una bella diga a protezione dei difensori. Maggio e Dossena correvano per tutta la fascia, mentre l’estro, la fantasia e i gol erano affidati ad Hamsik, Lavezzi e Cavani.

Fu una grandissima stagione, dove il Napoli conquista per la prima volta, dopo la Coppa Dei Campioni, l’accesso all’Europa che conta. Non si possono dimenticare partite come quelle contro il Cagliari, dove Lavezzi si fa tutto il campo all’ultimo secondo per dare la zampata vincente. Il bolide di Cavani all’ultimo secondo contro il Lecce. Oppure il pirotecnico 4-3 contro la Lazio, dove Cavani fece una tripletta: una delle tante.

Stagione 2011/12:La Coppa Italia – primo trofeo dell’era De Laurentiis

Il mercato del Napoli inizia col botto con l’acquisto di Inler dall’Udinese dopo un lungo corteggiamento. Il centrocampista svizzero è presentato con una maschera da leone in perfetto stile cinematografico come piace a De Laurentiis. A seguire sono stati presi Santana e Donadel che hanno deluso molto per poi finire con Britos e Dzemaili.

L’esperienza in Champions è stato straordinaria: Il Napoli è stato capace di passare un girone con squadre come Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Il cammino si è  concluso agli ottavi dopo i tempi supplementari contro il Chelsea, dove gli azzurri, però, escono a testa altissima contro una squadra che due mesi dopo alza la coppa in cielo.

In campionato gli azzurri lottano fino all’ultimo per un posto in Champions perso sul campo del Bologna della bestia nera Pioli, dopo aver sciupato tante palle gol.

Il trionfo, però, arriva in Coppa Italia. Gli uomini di Mazzarri sono stati capaci di mettere K.O. una Juve che fino a quel momento non aveva perso una partita. Leggendaria la ripartenza di Pandev che verticalizza subito per Hamsik pronto a mettere il sigillo.

Stagione 2012/13: La fine del ciclo Mazzarri

Mazzarri al primo giorno di ritiro per motivare la squadra disse così ai giocatori:Sono il vostro nuovo allenatore. Il tecnico azzurro già da subito si era reso conto che il suo ciclo a Napoli era al capolinea e non sapeva più cosa dare alla squadra dal punto di vista emotivo.

Il mercato ha pochi sussulti e una cessione eccellente come quella di Lavezzi al PSG per una cifra di 32 milioni di euro. Il suo posto viene preso da un giovane Lorenzo Insigne che sotto la guida zemaniana ha fatto faville.

Il cammino nelle coppe non è stato entusiasmante. In Europa League: unico acuto contro il Dnipro con Cavani che realizza addirittura quattro reti. Gli azzurri poi, battuti dal Viktoria Plzen dove Mazzarri per giustificare la sconfitta usa come giustifica la bizzarra storia del compleanno di Cavani.

In Coppa Italia è stato il Bologna a fermare la corsa degli azzurri con il solito Kone che appena vede azzurro si trasforma.

In campionato, invece, la squadra almeno fino a febbraio ha tenuto testa alla Juve per lo scudetto e dopo una mini crisi ha concluso la stagione al secondo posto. Tra i momenti indimenticabili un rocambolesco 5-3 contro il Torino condito da rimonte, controrimonte e una serie di botta e risposta. Dopo la gara contro la Roma, Mazzarri comunicò definitivamente la decisione di lasciare la panchina degli azzurri.

Stagione 2013/14: la stagione di Benitez e la vittoria in Coppa Italia

Dopo tre anni e mezzo, il Napoli si trovò nella difficile scelta di sostituire Walter Mazzarri. Il presidente d’altro canto, voleva dare una squadra una visione pià internazionale. Quindi si decide di puntare su Rafa Benitez, tecnico dall’ottimo curriculum di vittorie.

Con il tecnico spagnolo e cambiamenti erano radicali: si parte dal modulo che era un 4-2-3-1 fatto di pressing alto e costruzione del gioco dal basso con un palleggio simile al tiki taka.

Malgrado la cessione di Cavani sempre al PSG, la campagna acquisti fatta con Benitez ancora oggi rimane la migliore della gestione De Laurentiis. Infatti dal Real Madrid arrivano Albiol, Callejon e il colpo Higuain che subito ha fatto dimenticare il Matador. In porta spicca il nome di Pepe Reina, un portiere dal piede del centrocampista, con Mertens e Jorginho e Ghoulam arrivati nel mercato invernale a completare la squadra. Tutti giocatori che ancora oggi in gran parte fanno parte dell’ossatura della squadra.

In Champions il Napoli subisce una clamorosa eliminazione finendo il girone a 12 punti, mai capitato nella storia della competizione.

In campionato dopo l’ottimo girone di andata, c’è stata una leggera flessione che non ha messo in discussione il terzo posto.

In Coppa Italia invece arriva un’altro trionfo che però arriva in una triste serata dove a lasciarci le penne fu il povero Ciro Esposito e un’altra pagina nera del calcio italiano fu scritta. Detto ciò Rafa si conferma ancora una volta Re di Coppe con un altro trofeo in bacheca.

Stagione 2014/15: Supercoppa italiana a Doha

Doveva essere la stagione del salto definitivo. Invece le richieste di Benitez non sono state soddisfatte. Lo spagnolo aveva chiesto due centrocampisti di caratura internazionale come Mascherano e Leiva, mentre sono arrivati soltanto De Guzman e David Lopez. In attacco è stato preso Michu che viene ricordato solo per il mancato tiro contro l’Athletic Bilbao.

Proprio i preliminari contro i baschi sono la prima delusione stagionale degli azzurri. Delusione che però si trasforma in opportunità, visto che il Napoli si è impegnato molto nel cammino in Europa League. La squadra è stata capace di arrendersi solo in semifinale contro gli ucraini del Dnipro e per giunta con due gol irregolari che hanno scaturito le frecciatine ironiche di De Laurentiis verso Platini. Nel cammino europeo non si può non ricordare la gara contro il Wolfsburg con l’uno-due micidiale dell’accoppiata Hamsik-Higuain che ha annichilito con grande personalità le velleità dei tedeschi.

In Italia invece in pieno clima pre-natalizio, Napoli e Juve se ne danno di santa ragione nel caldo di Doha. La partita arriva fino ai calci di rigore dove ad un certo punto si fa a gara a chi sbaglia di più. Ma l’acuto prima di Koulibaly e poi quello di Rafael regalano un altro trofei agli azzurri con tanto di festeggiamenti al San Paolo.

Il campionato si conclude con l’epilogo drammatico (calcisticamente parlando) con Higuain che fallisce la palla del terzo posto e fa sprofondare gli azzurri addirittura al quinto chiudendo di fatto l’esperienza di Benitez a Napoli con tanto di tira e molla sul contratto per tutta la stagione.

Stagione 2015/16: Il sarrismo

Il Napoli dopo soli due anni è chiamato di nuovo a trovare una guida tecnica. I nomi trattati sono stati tanti: a partire da Mihajlovic che poi non aveva convinto del tutto, per passare a Montella fresco di addio alla Fiorentina per poi arrivare ad Emery che però declina l’offerta.

La scelta di De Laurentiis è stata sorprendente: puntare tutto su Maurizio Sarri alla sua prima esperienza in Serie A, dove riesce a far giocare un bel calcio una squadra sulla carta modesta come l’Empoli. La scelta è stata considerata sicuramente folle e con tanto scetticismo e in molti già gridavano al ridimensionamento.

Fino alle prime tre giornate le cose vanno  così così, ma il tecnico abbandona il modulo col solo trequartista dietro le punte per puntare ad un classico 4-3-3. E’ stata la svolta vincente. Il Napoli inizia a macinare punti e a esaltare le caratteristiche di gente come Jorginho, Koulibaly e Albiol bollati fino a quel momento come “brocchi”.

Però quello che ne ha giovato più di tutti di questa volta tattica è stato Gonzalo Higuain che è stato capace di battere un lunghissimo record di marcature stagionali tenuto fino a quel momento da Nordhal. Il Napoli alla fine si è dovuto arrendere alla forza della Juve dopo aver conquistato il titolo platonico di campione di inverno con la cinquina al Frosinone, ma avrà sicuramente regalato tante emozioni ai tifosi azzurri.

Stagione 2016/17: Sarri e il dopo Higuain

Il secondo anno sarriano inizia subito in salita. Il mercato inizia subito con un brutto colpo con Higuain che si accasa alla Juventus dopo che ha pagato per intero la clausola di oltre 90 milioni di euro. Un fulmine a ciel sereno per i tifosi azzurri che fino a qualche mese prima lo omaggiavano sotto la curva dopo la grandissima stagione.

Il Napoli lo sostituisce con un giovane di belle speranze come Milik, rinforzando anche le seconde linee del centrocampo con Rog, Diawara e Zielinski.

Il polacco parte subito bene segnando gol decisivi, ma la prima sosta per le nazionali fu subito fatale. Infatti, con la sua Polonia, il suo ginocchio ha fatto crack ed è stato costretto a stare fuori per sei mesi.

Gli azzurri non hanno un altro centravanti e il tentativo di piazzare Gabbiadini è stato invano. Sarri però ha un’intuizione: il prescelto a comandare l’attacco: Dries Mertens in una sorta di falso nueve.

I risultato sono eccezionali. Il Napoli vince il girone di Champions. Tiene testa fin che ha potuto al Real Madrid che si è poi laureato Campione d’Europa. Nel girone di ritorno ha vinto praticamente tutte le partite in trasferta eccetto quella col Sassuolo, rifilando gol a grappoli agli avversari. Infine in Coppa Italia si è fermato in semifinale contro la Juventus con qualche torto arbitrale sul groppone.

Non si è vinto niente, ma si sono poste le basi per tentare l’assalto allo scudetto nella stagione successiva.

Stagione 2017/18: Firenze-Napoli e lo scudetto perso

Il mercato del Napoli ha un solo e unico obiettivo. Quello di trattenere tutti i big con rinnovi contrattuali. La squadra in questa stagione decide di puntare su un solo obiettivo: lo scudetto.

La squadra partenopea inizia il campionato come lo aveva finito: a suon di vittorie e segnando tanti gol. I ragazzi di Sarri sono capaci di tenere testa al ritmo impressionante della Juve che non molla mai un centrimetro.

Il gol di Koulibaly allo Stadium sembra il preludio di un capolavoro che i tifosi aspettavano da quasi trent’anni. Tra la squadra e la gente si è creata quell’alchimia che dà una grande forza nei momenti difficili.

Alla fine però arriva la doccia fredda. Il crollo della Juventus contro l’Inter  non c’è stato e il solito Higuain mette, molto probabilmente la parola fine ai sogni di gloria degli azzurri che il giorno dopo accusano il colpo e perdono a Firenze. Sarri con la sua solita ironia dichiara  che lo scudetto è stato perso in albergo alla visione di Inter-Juventus.

La stagione resta comunque da incorniciare con il Napoli che totalizza 91 punti che nella probabilità dei casi vuol dire sempre scudetto assicurato. Sarri sapeva di aver dato tutto alla squadra e quindi decide di lasciare Napoli.

Stagione 2018/19: il dopo Sarri

L’ambiente azzurro scosso dall’addio di Sarri si trova avvolto tra incertezze e preoccupazioni sul futuro tecnico della squadra. De Laurentiis spazza via tutti i dubbi prendendo un allenatore che ha vinto ovunque come Carlo Ancelotti.

Il tecnico di Reggiolo si presenta alla stampa dicendo che non veniva a “pettinare le bambole”. Il buon Carlo fa apprezzamenti sul lavoro svolto da Sarri e promette di non stravolgere molto il suo gioco.

Il mercato però ha detto altro. Nonostante gli ottimi acquisti di Meret, Ospina, Fabian Ruiz, la cessione di Jorginho, lasciandosi sfuggire l’ottimo Torreira, ha creato non poche perplessità all’ambiente. La cabina di regia viene affidata ad Hamsik che però non si è trovato molto a suo agio.

Fino a Gennaio il Napoli ha fatto comunque un ottimo girone d’andata e ha sfiorato gli ottavi di Champions dopo aver combattuto contro colossi come Liverpool e Psg dove il guizzo è mancato solo all’ultimo minuto come è spiegato dalla perla di Di Maria o la parata di Alisson su Milik.

L’addio di Hamsik: febbraio 2019

La cessione dello slovacco al Dalian è stato troppo a cuor leggero. Hamsik è andato via senza che la squadra o la società lo salutasse, come se in un sol colpo si sono dimenticati 10 anni di tante battaglie insieme. Questo ha influito pure sul rendimento nella seconda parte della stagione dove il Napoli si è fatto eliminare in Coppa Italia da un modesto Milan. Mentre in Europa League non c’è stato un cenno di lotta contro l‘Arsenal.

La stagione terminerà ancora una volta a mani vuote e con molti dubbi ancora da risolvere.

Stagione 2019/20: La fine di un ciclo?

La stagione in corso è iniziata con buoni propositi. Innanzitutto, il mercato è stato il più dispendioso da quando De Laurentiis è presidente del Napoli con ben 100 milioni spesi tra Manolas, Lozano, Di Lorenzo, Elmas e Llorente. Ancelotti poi oltre a spendere parole positive al mercato azzurro nonostante i mancati arrivi di James Rodriguez e Icardi, ha parlato senza giri di parole, di scudetto.

Parole che sono state spazzate via in pochi mesi. La sconfitta contro il Cagliari è stato solo l’inizio di un declino che ha trovato il culmine con l’ammutinamento dei giocatori verso la società sulla scelta di andare in ritiro fino all’esonero di Ancelotti che non ci stava capendo più nulla su chi mettere il campo.

Il tecnico azzurro ha sottovalutato molto che questa squadra poteva esprimersi meglio solo col 4-3-3 e rifiutare giocatori come Torreira e Veretout è stata una mossa fatale per la stagione azzurra.

Con l’arrivo di Gattuso si sta provando a mettere le cose a posto cercando di porre subito rimedio nella finestra invernale di mercato. Molti giocatori, però sono già ai saluti e il futuro del Napoli appare ancora molto incerto.