Gomez dichiarazione: “Per la Dea ho rifiutato tanti milioni”-finalmente un non mercenario

Atalanta-Valencia 4-1: Gomez il migliore in campo

Lui è ormai il faro del contropiede atalantino. Ogni tanto segna Goal belli sempre. Goal brutti mai! Ma per la precisione lui è non solo il trequartista classico, ma il metronomo avanzato. Ecco Gomez è un nuovo tipo di ruolo, quasi da tuttocampista, che prima non c’era. Serve la punta. Copre a centrocampo. Rilancia l’azione. Detta i tempi. Scatta se serve. Dai suoi piedi partono quell’accelerazioni che cambiano il ritmo della squadra. E che possono poi diventare o formidabili contropiedi o assist preziosi. A volte, egoisticamente, anche azioni singole.

Ma da chi ha imparato Gomez?

Gomez: ho imparato dagli arbitri

Pare che abbia imparato dai direttori di gara a posizionarsi in campo. Loro, che devono stare sempre in determinati punti del campo per aver una visione ampia dell’azione, sono diventati il modello dinamico da seguire. E da come si muove in campo oggi il Papu diremmo che ha appreso bene. Perché lui é sempre lì, quando serve esser in quel determinato punto. Sbaglia poco la posizione e riesce con ciò a sorprendere gli avversari e di contro a consentire ai suoi compagni di infilarsi nelle traiettorie e nei passaggi o nei corridoi letali per segnare.

Papu Gomez dichiarazione d’amore: “Per la Dea a gennaio ho rifiutato più di 10 milioni all’anno”…

Nell’intervista su Sportweek della Gazzetta dello Sport di sabato finalmente la voce di un non mercenario

A gennaio dall’Arabia, era l’Al-Hilal, mi avevano offerto una barca di soldi: a 31 anni più di dieci milioni a stagione, roba da vacillare“. L’ha detto apertamente a Sportweek, Papu Gomez e magari l’ha fatto, vacillando ancora. Lui, l’uomo eretto a simbolo della Dea. Il capitano. L’eroe della storica qualificazione Champions con cui l’Atalanta ha chiuso un’annata fantastica, probabilmente indimenticabile.

Ma a gennaio, quando arrivò l’offerta della squadra araba dell’Al-Hilal, certezze che la Dea arrivasse in Champions ce ne erano pochissime. E allora se arriva una proposta da 10 milioni all’anno e non sai se il prossimo anno farai la Champions, l’Europa League o ti toccherà salvarti, forse un attimo tentenni. Avviene così, oggi. E’ il calcio moderno della globalizzazione, della finanza e dei mercenari. Spiace se qualcuno si offenderà a leggere questo epiteto, ma altri non ne vedo. Magari nostalgia canaglia di un calcio fatto di bandiere ventennali, di professionisti seri e di contratti rispettati. Eppure la regola che conferma l’eccezione c’è sempre.

Papu Gomez: Giocare la Champions con l’Atalanta vale non aver mai preferito un top club. O un top ingaggio

L’eccezione si chiama Alejandro Dario Gomez, alias Papu Gomez. Un uomo con la U maiuscola. Uno di quelli da non fischiare mai, anche quando sbaglia un rigore. Perché Lui nell’Atalanta c’è entrato a testa bassa. Arrivato come scarto del campionato italiano, dopo una parentesi non fruttuosa in Ucraina. Lui forse non si aspettava nemmeno di diventare quel che è poi diventato. Un ragazzo giovanile, nonostante calcisticamente abbia più di 30 anni. Che sa stare allo scherzo. Capitano encomiabile e campione fantastico. Giocatore flessibile e duttile. Multi-tasking dell’Atalanta firmata Gasp. Goleador e fantasista. Uomo assist e leader perfetto. Più di mezza Italia gli vuole bene. Un perché ci sarà sicuro.

E oggi, dopo avergli sentito dichiarare, che “giocare la Champions con l’Atalanta vale non aver mai preferito un top club. O un top ingaggio“, probabilmente si è conquistato le simpatie di tutta l’Italia.

Stipendio Papu Gomez

Si perché lui prende 2 milioni all’anno. Così è stato rinnovato il contratto due anni fa. E a gennaio, vogliamo ripeterlo per esaltarne le doti umano-sportive, ha rinunciato a 10 milioni netti! Cioè cinque volte tanto! 

L’ha fatto per restare con la sua Dea, accompagnarla in Champions e prendersi gli onori della massima competizione. In passato ha rifiutato piste di mercato con interesse del Milan, Inter e Napoli. Perché uno così, dotato di quel possesso palla, di quella visione di gioco e di quella tecnica non può non essere preso in considerazione.  Eppure, anziché far la bella statuina in un campionato indolente e senza gusto, è rimasto in Italia per amore dei suoi colori e perché Lui le cose se le vuole conquistare! Finalmente un giocatore che non va a fare il mercenario e che rifiuta i soldi.

Allora esistono ancora??? Grazie al cielo!

Witsel, Pellé e Oscar: i trasferimenti in Cina più clamorosi

Non come quella che definirei la combriccola dei perdenti: Witsel, Pellé, Oscar, Cahill e compagnia bella. Gente che giustifica il trasferimento nella Superlega Cinese solo a suon di ingaggi che nemmeno i miliardari di oggi possono permettersi. Ma dopo aver incassato tutti quei diamanti di stipendio, che te ne fai? Ognuno è libero di vivere la propria carriera professionistica come più gli aggrada ci mancherebbe altro. Ma rinunciare in giovane età a godere della conquista di un traguardo per riempirsi di milioni, sinceramente lascia a desiderare…

Ben venga una dichiarazione come quella di Gomez – Per la Dea ho rinunciato a più di dieci milioni – perché vuol dire che il calcio ancora non è così marcio nelle proprie radici.

Non perché non sia giusto che cresca di qualità il campionato cinese. Ci mancherebbe altro! Piuttosto, perché molti di quelli che vanno a giocare in Cina non lo fanno per affrontare sfide nuove, ma per puro mecenatismo. Chi mi offre di più, gli rendo servizio!

Di natale, Totti, Buffon, Del Piero e i tanti che hanno rifiutato ricchi trasferimenti

Ma Alejandro Gomez non è l’unica gemma rara delle bandiere che hanno rifiutato trasferimenti succulenti per amor di patria, maglia e per affetto.

Fra i celebri ex azzurri ricordiamo Totti, immenso capitano della Roma, che non ha mai ceduto alla tentazione di trasferirsi al Milan, Inter, Juve, Real, Barcellona e le mille altre squadre che l’hanno cercato.

Totò Di Natale, grandissimo attaccante dell’Udinese, che da quando sposò la causa friulana decisi di rimanervi fino al ritiro della propria carriera. Anche per lui non mancarono occasioni di mercato pazzesche.

Gianluigi Buffon che rifiutò nell’anno di calciopoli il trasferimento al Milan per restare con la sua Juve.

Alessandro Del Piero che nello stesso anno, nonostante avesse ricevuto offerte monstre da mezza Europa, giocò in serie B con la Juventus.

Paolo Maldini e Javier Zanetti, due volti indimenticabili di Milan e Inter che più volte hanno confermato di aver rifiutato l’occasione di trasferirsi al Real Madrid.

E scrutando il continente europeo resta indimenticabile la figura di Xavi del Barcellona che disse di No al trasferimento con raddoppio dell’ingaggio al Bayern Monaco.

E allora, alla luce di questo follower following del Dio denaro, riempe di più ancora il cuore dei tifosi un ragazzo encomiabile come Papu Gomez che ama prendersi sul campo ciò che riesce a conquistarsi

Buona Champions a te e alla tua Atalanta, Papu…Tempo per riempirti di milioni, più avanti, ce n’è!