Addio Pierino Prati: uno di quelli eroi di cui non ci siamo mai dimenticati

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Nell’anno del genocidio mondiale, causa Covid, notizie come quelle della dipartita degli ex calciatori, possono smarrirsi o defluire dall’attenzione delle gente. Ma per i veri milanisti, così come per tutti i tifosi delle altre squadre, le cose non sono sempre così. Perché uno come Pierino, bomber per eccellenza, non lo dimenticano mai.

Soprattutto se quel cecchino ha portato una Coppa dei Campioni, anzi un’altra ancora più bella e preziosa che ormai manca da anni: una Coppa Intercontinentale!

Ed ecco perché alla notizia di ieri sera, mezzo mondo rossonero, non poteva non ricordare con commozione e orgoglio chi è stato e sempre sarà Pierino Prati.

E ironia della sorte, pochi giorni fa, ci ha lasciato un’altra gloria imperitura del mondo nerazzurro: Mario Corso. Come se i due mondi, diametralmente opposti, ma sempre uniti , per l’appunto cugini, fossero quasi sempre in parallelo.

Ma i più giovani, forse, non sanno chi era Pierino Prati. E allora in attesa del saluto finale, che sarà a giorni, sarà meglio riscoprire le tappe di questo talento del sotto-porta, che ora porta l’orgoglio milanista oltre la Terra.

Così l’ha salutato il Milan proprio ieri su Twitter: un gigante della nostra Storia

Pierino Prati: carriera e statistiche

Nato a Cinisello Balsamo il 13 dicembre 1946, Pierino Prati fu rossonero sin dalla nascita. Divenne calciatore nelle giovanili del Milan e poi fu prestato alla Salernitana per un anno. In B con i campani e le sue prime 10 reti da calciatore, arrivò in Serie A.

A questo punto il Milan (era il 1966-67) decise di tenerselo, ma ancora per poco. Altro giro e altro prestito: Savona in serie B. Poi nell’estate del 1967 il ritorno in casa rossonera. Nasceva intanto in quel periodo il Milan di Rivera. Quello dello scudetto della prima Stella. In campo andava gente del calibro del mitico “golden boy” a cui ai aggiungevano Sormani, Lodetti, Hamrin, Trapattoni, Schnellinger, Anquiletti e un tale Cudicini.

Insomma, quelli che scrissero la storia del secondo ciclo dopo il Gre-No-Li.

E se Pierino Prati ha meritato di giostrare la palla con questi signori, vuol dire che di talento ne aveva da vendere.

Infatti nel 1968 da attaccante titolare contribuì con 15 reti allo scudetto. Sempre nello stesso anno, in una finale contro l’Amburgo, portò a Milano la Coppa delle Coppe (l’unica dei rossoneri, peraltro).

L’anno dopo, con 21 goal, contribuì alla conquista della seconda Coppa dei Campioni della storia del Diavolo. Ed è forse per quella sera, che nessuno dimenticherà Pierino Prati.

Pierino Prati: finale Coppa dei Campioni 28 maggio 1969

Il Milan non dimentica mai i capocannonieri che hanno portato un trofeo così illustre in casa propria. E la sera del 28 maggio 1969 la tripletta con cui Pierino Prati, dilaniò e disintegrò i sogni di una delle Ajax più belle della storia, non sarà mai dimenticato.

‘7, ’39 e ’75: tre goal e tre staffilate, sotto-porta, a quel genio del calcio che fu Johan Cruyff. Uno stadio ai propri piedi: il Santiago Bernabeu: la patria di Alfredo Di Stefano e Ferenc Puskas.

Pierino Prati: goal e statistiche

Ma il calcio è fatto di numeri e Pierino, oltre alle triplette, di numeri ne ha da vendere.

Restò al Milan (per gli appassionati la storia del club) per 7 anni e vinse tutto con i rossoneri: campionato, due Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale e una Coppa delle Coppe. Stabilì il record italiano del momento di una tripletta in finale di Coppa dei Campioni. 

Giocò 209 partite nel Milan e segnò 102 goal. Di questi 14 in coppe nazionali; 16 in coppe internazionali e 72 nel campionato italiano. 

Pierino Prati era un giocatore di grande qualità tecnica e di fiuto del goal. Ottimizzava tutto ciò che gli capitava sotto porta e lo faceva con grande freddezza. Sulla scia di quelli che poi sarebbero stati i Massaro e gli Inzaghi era uno di quelli che colpiva quando c’era da colpire!

Pierino Prati alla Roma e Fiorentina

Finita la carriera con il club meneghino, Prati si trasferì alla Roma, con cui non vinse nulla, ma a cui lasciò in eredità 41 goal in 110 presenze.

Successivamente sbarcò a Firenze, ma non lasciò mai il segno. Chiuse,la carriera al Savona, laddove era cominciata.

Pierino Prati in Nazionale

Se i milanisti ne tessono le lodi e non dimenticheranno un bandiera come Prati, non è che il resto d’Italia, non sappia chi sia.

Pierino, bomber di razza, si fece conoscere anche fuori da Milano. Con la maglia azzurra cucita sul petto.

Nel 1968, esattamente il 6 aprile, entrò e giocò contro la Bulgaria nella gara d’andata dell’Europeo ’68. Segnò un goal, l’Italia perse e al ritorno siglò una delle due reti che portarono alla vittoria.

Poi giocò la prima finale con la Nazionale nel 1968 e successivamente vinse l’Europeo di quell’anno.

Pierino Prati allenatore

Finita la carriera da bomber di squadra, passò a quella dalla panchina.

Cominciò a Lecco nel 1984. Passò poi alla Solbiattese, portandola alla promozione di C2. Poi nel 1989-90 guidò il Bellinzago sempre verso la C2, ma non ci riuscì.

Quindi passaggio alla Pro Patria, ma poi si dimise per troppi risultati negativi. Finì qui la sua carriera da mister e iniziò quella da commentatore oppure opinionista televisivo.

Pierino Prati: commentatore TV

E come tutti i campioni, anche Pierino Prati, diventò poi un buon commentatore televisivo.

Personalmente me lo ricordo, da bambino, in trasmissioni come quelle mitiche di Telenova (ai tempi di Mosca e Frosio) a commentatore i momenti idilliaci dei rossoneri. Sempre con giudizio, ma anche con discreta bonomia, sapeva trovare sempre positività in tutto ciò che era da sempre il suo universo: quello rossonero.

Ed ecco ora caro bomber, ora che sei lassù, laddove riposano gli Dei del calcio dei tuoi anni, porta un saluto ad Anquiletti, con cui hai vinto tante sfide.

E poi se ti capita salutami pure due mie amici milanisti, Marco e Mario. Due che come me hanno gioito e pianto quello che da sempre è il nostro Milan.

Addio campione!

ACMilan