Formula 1: e se Honda decidesse di rimanere?

Le dichiarazioni di Yamamoto potrebbero aprire uno spiraglio (seppur piccolo) ad un passo indietro da parte del motorista giapponese.

Honda: addio a fine stagione

Chiariamo subito: quando un colosso importante come Honda decide di abbandonare il campo, i fattori ad influire sulla decisione sono molteplici, ma soprattutto, tale scelta è ben ponderata da parte dei vertici della casa del Sol Levante. Per cui le dichiarazioni di Masashi Yamamoto (responsabile dell’attività Honda in F1) vanno contestualizzate.

Honda F1: ultima possibilità 

Al termine di questa stagione Honda abbandonerà la F1 appiedando la Red Bull e l’Alpha Tauri. In particolare, quella con la scuderia di Milton Keynes sarà la terza ed ultima stagione con l’obiettivo di colmare quel divario (ancora) esistente con la Mercedes per poter duellare più da vicino per il titolo mondiale. Nelle ultime due stagioni, quella nipponica è stata la power unit che più si è avvicinata alle prestazioni di Mercedes; da essere per valori in campo il secondo motore della griglia complice anche il passo indietro della Ferrari.

In tale contesto si inserisce anche la scelta, da parte di Honda, di approntare per quest’anno una nuova power unit per chiudere il gap che ancora la separa da Mercedes, specialmente per quanto concerne l’erogazione della potenza e la componente elettrica, quest’ultima come causa di diversi guasti meccanici che hanno fermato Verstappen (Austria 1, Mugello) privando l’olandese della possibilità di ottenere un risultato importante.

Ripensamento difficile, quasi impossibile

In tutto questo, le dichiarazioni di Yamamoto potrebbero spingere ad un (improbabile) ripensamento del motorista giapponese in merito ad una permanenza in F1 soprattutto alla luce del congelamento dei motori a partire dal 2022 fino al 2025 compreso. Non è un caso che i progressi mostrati da Honda negli ultimi due anni vengano “addotti” da Red Bull per acquisire le tecnologie e le strutture tecniche dei giapponesi piuttosto che virare su un altro motorista.
È in quest’ottica, quindi, che deve essere letto il pensiero di Yamamoto: se è ormai pacifico che al termine del prossimo mondiale la casa nipponica saluterà la F1, è anche vero che se dovessero confermarsi i miglioramenti visti nelle ultime stagioni forse a Tokyo non sarebbero troppo contenti di aver lasciato sul più bello…