Quando Mandzukic non c’è

Finalmente si ricomincia con il campionato, anche se senza Pjanic e senza Mandzukic.

Dopo oltre 20 giorni di pausa, inframmezzati da una partita di coppa Italia e la Supercoppa Italiana che ha riportato le solite, inutili, faziose, sterili polemiche si ricomincia a giocare.

L’andata

È passato tanto tempo da quella partita di agosto, quella dell’esordio di CR7 con la maglia bianconera.

Fu una partita strana quella.

Cominciata nel migliore dei modi con Khedira che segna su assist di Chiellini. Roba da festa di paese.

Poi un paio di disattenzioni difensive portarono addirittura il Chievo in vantaggio, fino al contro-sorpasso finale firmato Bernardeschi.

La partita di CR7 fu dignitosa, ma non da Dio sceso in terra a miracol mostrare.

Era una Juve con il portoghese a giostrare da prima punta e una triade alle spalle formata da Dybala, Douglas Costa e Cuadrado.

Sul rigore del 2-1 per il Chievo, il mister sostituì il colombiano con il Bernardeschi il quale entrò così efficacemente in partita da essere il vero protagonista della rimonta, al di là del gol finale.

Quel giorno però ci fu un altro evento fondamentale.

Dopo quasi un’ora di gioco e con la Juve in svantaggio Allegri inserì Marione Mandzukic e la prestazione di CR7 fece un salto di qualità, sensazione che ha poi nel tempo fatto abbandonare lo schema 4231 per passare al 433 pesante con Mandzukic Ronaldo e Dybala vestito da “tuttocampista”.

Tutto ciò complici anche i problemi di Douglas Costa che dopo il Sassuolo si è un po’ intristito e i problemi fisici di Bernardeschi. Oltre alla crescita di Bentancurt.

Il crack Mandzukic

Il vero crack fu proprio l’utilizzo di Mandzukic come ariete con CR7 spostatosi a sinistra, fascia da cui poi nacquero prima il pareggio e poi il gol vittoria.

Come al solito Marione è diventato fondamentale anche quest’anno. Con la sua voglia di spaccare il mondo, il suo correre continuo, la sua generosità e la sua prestanza fisica.

Dove lo trovi un centravanti che rincorre gli avversari e nel mezzo trova pure il tempo di segnare un gol ogni due partite? Mandzukic canta, porta la croce e spazza anche il cortile.

Non come certi che vivono parcheggiati in area per tutto il campionato. Senza voler alludere alla contropartita che ci vorrebbero dare in cambio di Dybala.

Purtroppo, anche stasera non ci sarà. Al pari di Pjanic squalificato.

La formazione

In porta dovrebbe giocare Perin, raggranellando la sua quinta presenza in campionato.

In difesa non sarà rischiato Cancelo, sostituito dall’affidabile De Sciglio con Alex Sandro dall’altra parte e Rugani sicuro titolare al centro.

Il secondo centrale dovrebbe essere Chiellini, con Bonucci a riposo.

A centrocampo Bentancur recupera ma solo per la panchina, i titolari saranno Khedira, Emre Can e Matuidi.

Tridente formato da Ronado e Dybala con Bernardeschi e Douglas Costa a contendersi l’ultima maglia. Favorito l’italiano.

Il Chievo, stranamente ultimo, è sempre stata una squadra ostica da affrontare.

Con il cambio di allenatore e la cessione di Birsa dovrebbe essere notevolmente diverso dalla squadra che rischiò di rovinare il debutto di Ronaldo.

L’inossidabile Pellissier a guidare l’attacco, l’ex Giacchierini a collegare i reparti e il solito tentativo di non far giocare l’avversario.

Una torre come Mandzukic avrebbe fatto comodo in una partita come questa.

Ma sicuramente chi lo sostituirà sarà all’altezza e, magari, potrà sfruttare l’occasione per diventare indispensabile come Marione.