Arsenal, una storia regale che deve tornare a splendere

L’Arsenal è la squadra dei record del campionato inglese. Detiene infatti due primati. Il primo è quello di essere l’unica squadra inglese sempre presente nella First Division/Premier League dal 1919-1920. Il secondo record è quello della striscia più lunga di imbattibilità in campionato: 49 risultati utili consecutivi tra il 7 maggio 2003 e il 16 ottobre 2004 (le ultime due partite della stagione 2002-2003, tutte le trentotto di quella 2003-2004 e le prime nove di quella 2004-2005). Ciò le permise di vincere il campionato 2003-2004 da imbattuta (altro record). La cosa vale alla squadra il soprannome di “Invincibili”. La serie fu interrotta il 24 ottobre 2004, quando i Gunners furono sconfitti per 2-0 dal Manchester United ad Old Trafford.

Attualmente è la terza squadra inglese per risultati sportivi dopo Mancheter United e Liverpool, anche se, in campo europeo, vanta solo una Coppa delle Coppe (1994) ed una Coppa delle Fiere (1970).

Storia dell’Arsenal

L’Arsenal nasce ufficialmente nel 1886 con il nome di Dial Square grazie ad alcuni operai dell’omonima officina del Royal Arsenal. Il club venne poi rinominato Royal Arsenal e poi Woolwich Arsenal nel 1891 con il passaggio al professionismo. Dal nome della fabbrica, è derivato anche lo stemma. Infatti gli operai di quella fabbrica si identificavano con il nome di cannonieri, così come rappresentato dallo stemma. L’attuale nome arrivò nella stagione 1914-15.

Il primo presidente fu Henry Norris che restò alla presidenza del club per diciannove anni. Dopo la seconda guerra mondiale il club fu acquistato da Samuel Hill-Wood e Bracewell Smith. Da quel momento l’Arsenal è rimasto nelle mani dei discendenti delle due famiglie fino all’11 aprile 2011 quando il magnate statunitense Stan Kroeke, già azionista del club, acquisì il 62.89% delle azioni delle azioni.

Tifosi famosi Arsenal

L’Arsenal può contare su tifosi eccellenti, prima tra tutte, Sua Maestà Elisabetta II. Lo scoop è stato fatto tredici anni fa dal tabloid britannico The Sun.  La confessione sarebbe arrivata durante un ricevimento a Buckingham Palace in cui Sua Maestà avrebbe incontrato Arsene Wenger e i suoi Gunners. L’Arsenal era stato invitato a Buckingham Palace dopo che la Regina, per un problema alla schiena, era stata costretta a saltare l’apertura del nuovo stadio dei Gunners lo scorso ottobre. Quella della Regina è una passione di famiglia, dato che anche la Regina Madre era una gunner. Secondo una fonte della Casa Reale, citata dal tabloid, “Sua Maesta’ e’ una tifosa dell’Arsenal da oltre 50 anni. Come sua madre, che era una grande ammiratrice di Denis Compton”.

Perché si chiamano Gunners?

I giocatori dell’Arsenal sono soprannominati Gunners per via dello stemma. I cannoni originariamente erano tre ed erano posti in posizione verticale. A completare lo stemma vi erano tre teste di leone e tre campane poste su ciascuna testa. Tale stemma durò dalla fondazione al 1930, quando il cannone divenne solo uno. Anche i successivi stemmi si sono rifatti a quelli del 1930, prevedendo, dunque, un solo cannone. L’ultimo cambio è del 2002 è ha creato parecchie polemiche  nell’Associazione Indipendente Tifosi dell’Arsenal che ha accusato il club di aver ignorato gran parte della propria storia e tradizione e di non aver consultato i tifosi nella questione.

I giocatori storici dell’Arsenal

Tra i giocatori che hanno fatto la storia dell’Arsenal ce ne sono cinque che sono autentici miti tra i tifosi.

Il primo è David O’Leary. L’irlandese detiene il maggior numero di presenze con la maglia dell’Arsenal, avendo giocato 722 partite tra il 1975 e il 1993 con la prima squadra.

Il secondo è Thierry Henry, capocannoniere all time dei Gunners con 228 reti. Il francese arrivò dalla Juventus nell’estate del 1999 e in 11 stagioni frantumò ogni record realizzativo.

Il terzo è Tony Adams, autentica bandiera del club con 22 anni di militanza tra giovanili e prima squadra conditi da 504 presenze e 32 reti in Premier e da 669 presenze e 48 gol complessivi.

Il quarto è Arsene Wenger. Il tecnico francese ha guidato l’Arsenal per 22 anni, dal 1996 al 2018. E’ stato il primo tecnico proveniente al di fuori del Regno Unito e dell’Irlanda (dopo di lui sono arrivati gli iberici Emery e Arteta e lo svedese Ljungberg) a guidare il club londinese ed è colui con più successo avendo una percentuale di vittoria del 57,25%.

Infine, ultimo tra i citati ma primo per importanza, vi è Herbert Chapman. Ritenuto uno dei manager più importanti del calcio inglese, nonchè il primo ad introdurre la tattica del Sistema, Chapman conquisto due campionati ed una FA Cup.

I due stadi dell’Arsenal

L’Emirates Stadium è situato a Ashburton Grove, a nord di Londra. La su inaugurazione risale al luglio 2006. Si tratta del terzo stadio per capienza della Premier League dopo l’Old Trafford di Manchester e il Tottenham Hotspur Stadium di Londra. Il nome deriva dalla compagnia aerea Fly Emirates cui sono stati ceduti i diritti fino al 2021. L’Emirates ha sostituito il ben più glorioso Highbury, sede delle partite casalinghe dei Gunners dal 1913 al 2006 e situato nell’omonimo quartiere. Il nuovo stadio nacque dopo che gli abitanti del quartiere rifiutarono la proposta di ampliamento e ristrutturazione di Highbury, cosa che avrebbe comportato l’abbattimento di 25 case vicine. Il vecchio stadio fu dunque demolito e le parti in muratura più antiche furono integrate nelle strutture di alcuni condomini.

L’impianto fu inaugurato il 22 luglio 2006 in occasione di un’amichevole tra Arsenal e Ajax per omaggiare Dennis Bergkamp, prossimo al ritiro dall’attività agonistica; la partita fu vinta dagli inglesi per 2-1. C’è da dire che, da quando gioca all’Emirates l’Arsenal non ha più vinto una Premier.

Arsenal di Arteta

Attualmente l’Arsenal è guidato da Mikel Arteta che, i poco meno di un anno, ha già conquistato una Fa Cup ed una Charity Shields. L’obiettivo ora è riportare il club in Champions League da cui manca dalla stagione 2016-2017. I tifosi sperano che il momento buio sia alle spalle perchè vogliono tornare ad esultare e gioire dei trionfi dei propri beniamini, come accaduto fino alla prima metà degli anni 2000, quando la banda Wenger incantava l’Europa.