Pescara, la città del Galeone e del Vate che incantò l’Italia

Pescara è una piccola città costiera abruzzese. Due cose si sanno di certo su di lei: ha dato i natali a Gabriele D’Annunzio ed è denominata la “Rimini del centro sud“. A livello calcistico, in 74 anni anni di storia, questa piccola realtà ha scritto pagine importanti con un unico denominatore comune: il bel gioco.

Storia del Pescara: le origini

Il Pescara Calcio è ormai un club storico in serie B. Per la precisione è sesto nella graduatoria perpetua della B. Davanti a lui ci sono Brescia, Verona, Bari, Modena e Palermo.Quello attuale è il trentottesimo campionato cadetto della società biancazzurra. Un vanto per una città così piccola. Del resto, parliamo di una squadra che ha qualcosa di speciale già nella sua fondazione. Gli arbori di Pescara e del Pescara calcio, hanno l’imprimatur di Gabriele D’Annunzio.

Il Vate, nel 1927 suggerì al governo di istituire la Provincia di Pescara, unendo i due centri di Pescara e Castellamare in un’unica città. In questo contesto prese vita la società Tito Acerbo, nata dalla fusione delle due squadre cittadine. La nascita del Pescara Calcio come oggi lo conosciamo, avvenne 9 anni dopo grazie ad Angelo Vetta. Costui creò l’Associazione Sportiva Pescara che riprese la denominazione di un’altra società creata nel 1930 e scioltasi cinque anni dopo per motivi economici.

Tondonati: il bomber più prolifico del Pescara

Il Pescara ha una storia e una tradizione legata a pochi, importanti nomi. Il primo è quello di Mario Tontodonati, il bomber della prima promozione in B nel 1940-41, nonchè il recordman della storia biancazzurra con 120 reti totali. Lo stesso Tontodonati, nel 1958 prese le redini del Pescara nelle vesti di allenatore tenendole per quasi tre anni con l’intermezzo nella prima stagione di Aurelio Marchese.

Il secondo nome che fa palpitare il cuore dei tifosi biancazzurri è quello di Giancarlo Cadè, l’allenatore della prima storica promozione in serie A datata 1976-77. Quella squadra salì nella massima serie dopo gli spareggi con Atalanta e Cagliari e firmò un’impresa storica per una squadra abruzzese. Ad oggi, il Pescara è l’unica società del piccolo Abruzzo ad aver raggiunto tale traguardo. In quella squadra giocavano calciatori che, ad oggi, sono ancora leggende per i tifosi: Bruno Nobili, Vincenzo Zucchini e Giorgio Repetto sono rimasti     legati a Pescara anche dopo la loro vita calcistica.

E poi…poi venne Galeone e tutto cambiò.

Giovanni carriera: successi nel Pescara

Giovanni Galeone ha allenato il Pescara in quattro periodi distinti. Il primo nel triennio 1986-89 fu l’inizio di una favola. La squadra lo scorso anno era retrocessa in serie C. Fu ripescata per la mancata iscrizione del Palermo. A guidare quel gruppo cui nessuno dava credito fu chiamato “Il Gale” Il tecnico quarantacinquenne era reduce da un triennio alla Spal, in C1, senza infamia e senza lode. L’alchimia con la città di Pescara, però, scatenò qualcosa di magico. Quella squadra,che in campo schierava giocatori come Rocco Pagano, Cristiano Bergodi, Giacomo Dicara, Gianpiero Gasperini e Franco Rebonato vinse uno dei tornei di B più combattuti della storia con nove squadre in cinque punti.

L’anno dopo, in serie A, quando tutti davano la squadra spacciata, la squadra del Profeta riuscì a salvarsi con alcuni risultati sorprendenti, come il 2-0 a San Siro contro l’Inter di Trapattoni o la vittoria per 2-0 allo stadio Adriatico contro la Juventus. Quella fu l’unica stagione in cui il Pescara riuscì a salvarsi nel massimo campionato. La prima esperienza del Gale con la società si chiuse l’anno dopo con la retrocessione in serie B.

Il secondo periodo del Profeta iniziò alla tredicesima giornata della stagione 1990-91. Con la squadra invischiata nella lotta per no retrocedere in C1, la società esonerò Carlo Mazzone e richiamò il Gale. Risultato: salvezze in quella stagione e nuova promozione in A la successiva. In quella squadra c’erano Frederic Massara, Andrea Camplone, Ubaldo Righetti e Massimiliano Allegri. La stagione successiva no fu ricca di soddisfazioni. Galeone fu esonerato alla ventitreesima giornata con la squadra avviata alla serie B,ma riuscì comunque a scrivere due partite incredibili. La prima fu la vittoria con la Roma per 1-0 all’Olimpico. La seconda si riferisce ad un ko all’Adriatico, ma dopo una gara memorabile con il Milan di Sacchi. I biancazzurri persero 5-4 una gara che ad un certo punto conducevano 4-2.

Il terzo e quarto periodo del Gale furono meno fortunati e avvennero tra il 1999 e il 2000. Il Profeta concluse il torneo 1999-2000 al quattordicesimo poto. Troppo poco per la sua fama. La stagione successiva non fu confermato e gli si preferì Delio Rossi. Richiamato con la squadra in crisi, fu esonerato dopo solo nove giornate alla guida del club. Una fine ingloriosa per quello che a Pescara rimane un mito.

Storia del Pescara: dal 2009 a oggi

La seconda vita del Pescara inizia subito dopo il fallimento del marzo 2009. L’inizio degli anni 2000 è infatti drammatico per il club che retrocede tre volte in serie C e per due volte viene ripescato. Nel marzo 2009, con il club che langue da tre anni in serie C, il Pescara Calcio Spa fallisce.

Ci vuole una cordata locale per salvare la società e mantenere la categoria. Alla guida di questa cordata ci sono nomi importanti dell’imprenditoria pescarese come De Cecco, Caldora e Sebastiani. Qui comincia la nuova vita del Pescara. Nella stagione 2009-2010 vene promosso in B. Due anni dopo, sbarca un altro maestro del calcio spettacolo sulle rive dell’Adriatico: Zeman. Con il boemo in panca e gente come Immobile, Insigne e Verratti in campo il Pescara cince il campionato di serie B e viene promosso in serie A.

L’addio di Zeman e dell’ossatura base porta la squadra ad una veloce discesa in B. Altri due anni tra i cadetti (con una finale playoff persa) e poi nel 2015-2016 arriva l’ultima promozione griffata Massimo Oddo. La gioia dura appena un anno e vi è subito il ritorno in B. Ora il Pescara vive una fase interlocutoria. E’ chiaro che si atende un altro profeta del bel gioco per tornare ad esultare, perchè Pescara è così: non vi è gioia senza bellezza.

I Pescara Rangers: un amore viscerale

I Pescara Rangers sono il gruppo ultras della società biancazzurra. La loro storia inizia nel novembre 1976, ovvero nell’anno della prima operazione in serie A. I ragazzi che crearono questo gruppo, seguivano il Pescara agli inizi degli anni settanta con un altro club di tifosi denominato “Fedelissimi”. Uno dei leader di questo gruppo di ragazzi fu Angelo Manzo già fondatore del Club Excelsior, altro gruppo di tifosi. Inizialmente i Rangers presero il nome di Club Excelsior – Pescara Rangers per poi diventare semplicemente Pescara Rangers.

La caratteristica di questo gruppo è lo stretto rapporto con la società Pescara. I Rangers sono la voce del tifoso. Non sono mai stati violenti e hanno sempre cercato il dialogo con la società anche nei momenti più critici. Anche loro hanno rivalità storiche come molte, in particolar modo con i tifosi di Ascoli, Lazio e Chieti. Sono soliti radunarsi vicino lo stadio o nella loro sede. E’ da qui che nascono e vengono coordinate tutte le operazioni.

In questo periodo storico vi è forte tensione tra il gruppo ultras e la società che ha acapo Daniele Sebastiani. La gestione di quest’ultimo, poco convince la tifoseria che vede nel Presidente un calcolatore che fa i propri interessi, più che un vero tifoso. Al di là del rapporto teso, i Rangers continuano ad appoggiare la squadra, sperando che presto tornino i giorni della “Grande Bellezza”.