Il Vicenza è in serie B: ripercorriamo la storia del club

Il Vicenza calcio torna in serie B

Il 7 maggio 2020 il Vicenza torna in serie B: la Lega Pro 2019-20 è stata dichiarata conclusa. In uno tra i gironi più appassionanti il Vicenza ha avuto la meglio di Reggio Audace e Carpi, vincendo il girone con 61 punti in 27 partite. L’ex Reggiana è arrivata seconda con 55 punti in 27 partite, subito dietro il Carpi con 55 punti in 26 partite. Ancora da decidere il meccanismo per decretare la quarta squadra che salirà in Serie B con Reggina, Vicenza e Monza.

Le statistiche del Vicenza calcio in Lega Pro

La squadra allenata da Domenico Di Carlo ha collezionato 18 vittorie, 7 pareggi e solo 2 sconfitte contro Padova e Piacenza. Contro gli avversari per la promozione ha collezionato due vittorie contro Carpi e Reggio Audace ed un pareggio contro il Carpi all’andata. La sfida clou contro Reggio Audace è tra le 11 cancellate che gli emiliani attendevano con cura e passione. Largo ai veneti in un bel girone equilibrato a cui hanno partecipato squadre blasonate come Padova, Triestina e Piacenza. Si salva anche il Rimini ultimo in classifica dato che le retrocessioni sono sospese. Ripercorriamo ora la storia del club.

Il Vicenza calcio venne fondato nel 1902. L’apice della sua storia? Il 1997: vediamo perchè

Il 29 maggio 1997, il Vicenza Calcio ha raggiunto il punto più alto della sua storia calcistica. Capitan Lopez, infatti, alzò al cielo la Coppa Italia nella finale di ritorno, dopo che, ai supplementari, i biancorossi schiantarono 3-0 il Napoli, con le reti di Maini, Rossi e Iannuzzi. La finale di andata era, infatti, terminato 1-0 per gli azzurri grazie ad un gol di Pecchia. In quella squadra c’era Mimmo Di Carlo, attuale tecnico dei veneti. In panchina sedeva Francesco Guidolin.

Quella strepitosa cavalcata era iniziata sul campo della Lucchese con un successo per 1-2 con le reti di Rossi e Cornacchini. Poi fu il turno del Genoa, battuto 1-0 in casa (ancora Cornacchini in gol) , dopo che, a Genova era finita 1-1, imponendo la ripetizione del match, in stile inglese. Nei quarti di finale, una rete di Ambrosetti a Milano contro il Milan, bastò ai veneti per imporre il pari. Lo 0-0 di Vicenza certificò il passaggio del turno. In semifinale, contro il Bologna, fu Murgita a dare il successo ai veneti nella gara di andata. Al ritorno, un gol di Cornacchini all’89’, evitò i supplementari dopo che i felsinei erano andati in vantaggio con Scapolo.

L’anno successivo i biancorossi arrivarono fino alle semifinali di Coppa delle Coppe, trascinati da Pasquale Luiso che fu capocannoniere della manifestazione con 8 reti. A fermare il sogno fu il Chelsea italiano di Vialli, Zola e Di Matteo che poi vinse la competizione.

Il Vicenza calcio e la LegaPro

Ventuno anni dopo il Vicenza si ritrova in Lega Pro. In mezzo diverse peripezie societarie che hanno portato la squadra al baratro del fallimento. La rinascita riparte da Renzo Rosso, patròn della Diesel. Quest’ultimo, nell’estate del 2018, ha rilevato tramite il Bassano, l’ex società di calcio di cui era proprietario. Il club ha rilevato i cespiti della vecchia società e cambiato il nome in L.R. Vicenza Virtus Spa. Ora è pronto a rinverdire i fasti di una tradizione che ha visto i biancorossi per molti anni dire la loro in serie A.

Storia Vicenza Calcio: una tradizione che viene da lontano

Il Vicenza è il club più antico del Veneto e uno dei top venti ad aver disputato più stagioni in serie A, trenta per la precisione di cui venti consecutivi tra il 1955 e il 1975. Il club è stato fondato nel 1902 da un gruppo di cittadini capeggiati dal professor Tito Buy, preside del liceo Lioy, e dal docente di educazione fisica Antonio Libero Scarpa .

La storia del Vicenza calcio per molti anni è anonima. Il Il 26 giugno 1953, però, cambia tutto. E’ in quella data, infatti, che la vecchia Acivi viene acquistata dal colosso laniero di Schio, la Lanerossi, fondata nel XIX secolo da Alessandro Rossi. Si tratta di un passaggio di proprietà che farà la storia. Infatti, le sponsorizzazioni all’epoca erano vietate. Quindi, anche se sulle maglie il Vicenza porta il simbolo (La “R”) dell’azienda tessile e cambia il suo nome in Lanerossi, di fatto diventa una costola dell’industria tessile (un po’ come la Juventus per la Fiat per intenderci).

Il logo rimase sulle maglie biancorosse fino alla stagione 1988-1989, anche se l’azienda non contribuiva economicamente più dagli inizi del decennio. Con la denominazione Lanerossi, la squadra veneta fa la storia. La squadra iniziò a frequentare stabilmente la serie A con piazzamenti più che onorevoli.

Le stagioni però più epiche sono legate al nome di Ernesto Fabbri e partono dalla stagione 1976-77. Con la squadra in serie B e che l’anno prima ha rischiato la retrocessione, il tecnico compie un autentico miracolo, portando i veneti a vincere il torneo. Protagonista assoluto tra i veneti è un giovanissimo Paolo Rossi, trasformato da ala destra a micidiale centravanti. L’anno dopo i veneti firmano un’altra impresa finendo secondi in campionato alle spalle della Juventus. Ancora oggi questo è il miglior risultato mai conseguito da una neopromossa.

Quell’anno Rossi si laureò capocannoniere con 24 reti e venne convocato per i mondiali in Argentina, iniziando il suo percorso in azzurro. L’anno dopo iniziò il lento declino. Tutto fu dovuto alla comproprietà di Paolo Rossi. Il giocatore era infatti in compartecipazione con la Juventus e i due club non trovarono l’accordo per il riscatto, andando alle buste. Fu allora che avvenne l’impensabile. Il presidente Farina, infatti, mise sul piatto la cifra record di      2.612.510,000 lire per strappare il centravanti ai bianconeri.

Quella era la cifra record mai pagata per un calciatore in serie A. La mossa si rivelò infelice perchè la squadra si sfasciò a causa dei dissidi interni e causò la retrocessione prima in B e poi in C. Bisognerà attendere l’avvento di Francesco Guidolin in panchina per vivere un’altra epopea.

Lo stadio Romeo Menti

Lo stadio del Vicenza è il “Romeo Menti”. E’ intitolato alla memoria dello sfortunato giocatore biancorossi morto a trent’anni nella strage di Superga del 1949. Menti era originario proprio della città veneta e giocò nel Vincenza quattro anni, dal 194 al 1938, siglando 34 reti in 82 partite. Il “Menti” è uno dei pochi impianti calcistici italiani che offra un’ottima visuale del campo di gioco grazie alla vicinanza degli spalti al campo. Per la sua caratteristica è paragonabile agli stadi inglesi. L’opera, appaltata alla società Ghiaia Astico, fu portata a termine il 31 agosto del 1935. Lo Stadio, che originariamente ebbe il nome di Littorio, si estendeva per una superficie di 34.000 mq. Attualmente è omologato per 13.173 posti.

Uno storico gemellaggio

Gli ultras del Vicenza hanno un forte gemellaggio con la tifoseria del Pescara: questo è il gemellaggio più antico d’Italia e risale al 9 gennaio 1977.

In quella data  oltre tremila Pescaresi invasero la città veneta. L’ amicizia nacque in quell’occasione, con il Pescara che espugnò il Menti, e con i sostenitori vicentini che, nonostante la sconfitta, salutarono l’ uscita dallo stadio della squadra rivale tra gli applausi. E così anche nella gara di ritorno i sostenitori biancorossi furono accolti calorosamente dai pescaresi, ricambiando l’ ospitalità ricevuta.

Al termine del campionato le due tifoserie festeggiarono insieme le promozioni delle rispettive squadre. L’anno successivo, grazie agli accordi presi dai capi ultras, ci fu il gemellaggio ufficiale. Nel prepartita della gara Vicenza – Pescara dove Ciro, capo dei Rangers, e Moreno, leader degli ultras vicentini, si scambiarono le sciarpe a centrocampo. Da allora ogni anno sugli spalti si rinnova il gemellaggio.

I tifosi ora vogliono tornare ad esultare di nuovo come un tempo. Per questo chiedono a Di Carlo, uno degli eroi di vent’anni fa, di riportare in alto i colori biancorossi.