Il SuperRugby si apre nel segno dei Bulls e delle tante vittorie in trasferta (6 su 7)

Ha preso il via nel weekend il torneo più spettacolare del mondo, il SuperRugby dell’emisfero sud che ci appassionerà fino ai primi di luglio

Tutti a caccia dei Crusaders, campioni nel 2018 e nel 2017, nell’edizione appena iniziata del SuperRugby, il torneo che dal 1996 raccoglie il meglio dell’emisfero australe. Quindici franchigie suddivise in tre conference da cinque squadre: la pool neozelandese (Blues, Chiefs, Crusaders, Highlanders e Hurricanes), la pool australiana (Brumbies, Rebels, Reds e Waratahs a cui si aggiungono i giapponesi Sunwolves, che però giocano a Singapore) e la pool sudafricana (Bulls, Lions, Sharks, Stormers oltre ai Jaguares argentini).

La vincitrice di ciascun raggruppamento e le migliori 5 della classifica complessiva si qualificheranno per la fase ad eliminazione diretta, che culminerà con la finale di sabato 6 luglio, dopo 120 appassionanti e spettacolari sfide. Caratteristica peculiare del torneo di quest’anno è che proseguirà senza interruzioni e si giocherà tutte le settimane, visto che nell’anno della Rugby World Cup i Test Match internazionali non si disputano: 18 giornate (16 effettive, più due bye da 4 punti per ogni squadra) nelle quali ciascuno incontrerà due volte le formazioni della propria pool (andata e ritorno a campi invertiti) ed una volta soltanto quelle delle altre due (in casa quelle di una pool e in trasferta quelle dell’altra). Una formula forse un tantino cervellotica, ma che nulla toglie allo spettacolo ed alla genuinità di un gioco che nell’emisfero sud è molto meno tattico che alle nostre latitudini (tanto per intenderci, si gioca per segnare una meta in più e non per subire un punto in meno).

Anche per questo, sin dalla sua inaugurazione, il SuperRugby è il torneo più atteso dagli addetti ai lavori, perché è il momento clou della stagione in quella metà di mondo ed è quindi l’occasione per vedere all’opera le stelle delle nazionali più forti, Allblacks, Springboks e Wallabies su tutti, ma anche perché, tradizionalmente, le partite finiscono di solito con punteggi roboanti e una valanga di mete segnate. Unica controindicazione per noi europei che osserviamo da lontano grazie al satellite è il fuso orario, che posiziona le partite al venerdì o sabato mattina quando si gioca in Nuova Zelanda e Australia oppure al venerdì o sabato sera molto tardi se si gioca in Argentina (le partite in Sudafrica invece sono in orario canonico).

Nel weekend si è disputata la prima giornata, con il fattore campo completamente saltato (una sola vittoria casalinga a fronte delle sei esterne) e le formazioni neozelandesi e sudafricane a fare subito la voce grossa. Nonostante la vittoria, hanno però faticato moltissimo i Crusaders campioni in carica per venire a capo dei Blues, superati 24-22 in trasferta più per i demeriti della franchigia di Auckland che non per i meriti di quella di Christchurch. Estremamente equilibrato anche l’altro derby kiwi, con gli Highlanders che hanno battuto 30-27 a domicilio i Chiefs, grazie alla meta del mediano di mischia degli Allblacks Aaron Smith a soli 4′ dal termine. Corsari di misura anche gli Hurricanes, vittoriosi 20-19 a Sydney contro i Waratahs, piegati dal piede di Barrett, autore di 10 punti.

Non sono però state da meno le formazioni sudafricane, con i Bulls in grande spolvero: la squadra di Pretoria è stata l’unica a (stra)vincere in casa, nel sentitissimo derby con gli Stormers di Città del Capo: 40-3 con 4 mete a 0 ed i 20 punti al piede di Pollard. Se hanno rispettato il pronostico gli Sharks, che non hanno incontrato problemi nell’espugnare Singapore al cospetto dei Sunwolves (45-10 il risultato finale), sorprende invece un po’ la vittoria 25-16 dei Lions a Buenos Aires contro i Jaguares, formazione contro cui avevano sempre perso nei tre precedenti in Argentina. Infine, con i Reds che riposavano, l’unico successo australiano è stato il 34-27 dei Rebels sul campo dei Brumbies.

In una classifica complessiva che ancora non fornisce spunti significativi, da segnalare che Bulls e Sharks sono stati gli unici a conquistare 5 punti (in questo torneo si ottiene un punto di bonus offensivo segnando 3 mete in più degli avversari), mentre sono 4 i punti di tutte le altre squadre che hanno vinto la prima partita. Ben quattro delle squadre sconfitte hanno ottenuto un punto (il punto di bonus difensivo si ottiene quando si perde con non più di 7 punti di scarto), mentre sono tre le formazioni ferme a zero punti, con i Reds che ancora devono giocare.

Si torna in campo venerdì mattina presto e si andrà avanti fino alla nottata tra sabato e domenica. Saranno ben quattro le partite visibili in diretta sulla piattaforma satellitare di Sky Sport e particolarmente interessante dovrebbero essere Hurricanes-Crusaders e Stormers-Lions.


Immagine tratta dal sito super.rugby/superrugby