Union Berlino, la squadra del popolo

Union Berlino: fortissimo legame con i tifosi

La stagione scorsa ha segnato un cambio di rotta a Berlino. Se per anni l’Hertha Berlino è stata la squadra di riferimento della capitale tedesca, ora è il turno dell’Union Berlino. La retrocessione in Bundesliga2 dei cugini e la contemporanea qualificazione in Champions dei Die Eisernen (i ferrai), ha portato ad un cambio di gerarchie. I biancorossi guidati dallo svizzero Urs Ficher stanno riscrivendo la storia. Lo svizzero è in carica dal 2018 e, grazie al suo lavoro, l’Union è diventata una realtà del calcio tedesco.

La storia dell’Union Berlino

L’Union Berlino è stato fondato nel 1906, come società Fussballclub Olympia Oberschönweide. Solo nel 1966 ha acquisito l’attuale denominazione, in seguito a diverse fusioni e rebranding. Per anni l’Union ha assunto il ruolo di «squadra della dissidenza». Pur non essendo mai stata «politicizzata», la società si è sempre riconosciuta come la squadra del popolo, in contrapposizione alla Dinamo Belino, legata a doppio filo all’establishment politico-militare della DDR.

Proprio il grande legame con la sua tifoseria, rende l’Union Berlino una delle squadre più amate in Germania. Il termine Union deriva proprio da quell’esperienza storica, in cui il club dovete lottare per rimanere unito, in contrasto con il regime. Nella Germania post-bellica, infatti, il governo controllava ogni cosa, compresa lo sport, motivo per cui le squadre «antenate» dell’Union erano in realtà chiare espressioni del governo, in contrapposizione alle squadre dei militari, come la Dynamo Berlino. Ciò portò anche ad un allontanamento dei tifosi dalla TSC Berlin (antesignana dell’Union).

L’attuale denominazione arrivò nel 1966. All’epoca, le autorità preposte allo sport stabilirono che, per ogni distretto della Repubblica Democratica Tedesca, dovesse esistere un solo club d’alto livello, cui avrebbe fatto riferimento La capitale fece eccezione, poiché sia la Stasi che l’esercito pretesero che i rispettivi club (la Dynamo e il Vorwärts) mantenessero uno status di prima fascia.

Prendendo spunto da ciò, Herbert Warnke, presidente della Freie Deutsche Gewerkschaftsbund (la federazione sindacale nazionale) chiese e ottenne che anche i lavoratori avessero una propria squadra per una questione di equità. In virtù di ciò, il 20 gennaio 1966 vi fu la scissione definitiva che portò alla nascita della 1. Fussballclub Union Berlin, ovvero l’attuale Union Berlino.

L’epoca recente

L’Union Berlino per anni è stato ai margini del grande calcio. La sua storia per anni è stata quella dei campi minori di Germania. A cambiare il destino dei biancorossi è stato lo svizzero Urs Fischer. Divenuto allenatore del club nell’estate del 2018, proveniente dal Basilea, Fischer ha centrato subito la storica promozione in Bundesliga in seguito allo spareggio contro lo Stioccarda, terz’ultimo in Bundesliga. Da quel momento in poi la squadra ha avuto un crescendo di prestazioni. La squadra ha infatti sempre migliorato il proprio piazzamento, passando dall’undicesimo posto della stagione d’esordio, al quarto della scorsa stagione, che ha portato la formazione ai gironi di Champions League.
Il simbolo della squadra è il capitano, l’austriaco Christopher Trimmel. Arrivato a Berlino nel 2014, con la squadra in Bundesliga2, ha vissuto tutta l’ascesa del club fino allo storici quarto posto. Questa sarà la sua decima stagione con la maglia biancorossa.
Quest’anno l’Union avrà anche un pezzo d’Italia. Leonardo Bonucci è stato infatti ingaggiato nelle ultime ore di mercato. L’ex capitano bianconero metterà la sua esperienza al servizio della squadra in questa prima, storica esperienza in Champions.

Lo stadio e i colori sociali

L’Union Berlino gioca le sue gare allo Stadion An der Alten Försterei (che si può tradurre con «stadio vicino alla vecchia casa del guardaboschi»). Questo stadio fu costruito nel 1920 ed è stato più volte ristrutturato e ampliato. Gli ultimi lavori vi furono tra il 2008 e il 2013 e merita di essere ricordato perchè in quell’occasione più di duemila tifosi alvorarono gratuitamente per rimodernare le gradinate, mentre la società si fece carico di installare la copertura e ricostruire la tribuna centrale. Per ricordare questo sforzo è stato eretto monumento all’ingresso dello stadio.
Altra curiosità sullo stadio è che si tratta del primo stadio del calcio professionistico tedesco la cui proprietà è parzialmente soggetta ad azionariato popolare. Nel 2009, infatti, la società allora proprietaria dello stadio vendette azioni sulla struttura a 4.141 tra soci e sponsor del club, per un valore complessivo di 2,73 milioni di euro.
Infine, i colori sociali del club sono il bianco e il rosso, adottati per la prima volta nel 1951 al posto del bianco e blu.