Valentino contro Marc: chi sarà leggenda?

Valentino – Marquez: si apre il dibattito d’ora in poi su chi sarà il migliore di questo decennio nella motoGP

L’incredibile dottor VR46 è uno dei pochi che è riuscito a unificare due epoche della MotoGP. Ma lo spagnolo è ormai a solo un mondiale di distanza e poi potrà superare l’italiano. La sfida fra i due piloti per tecnica, tenacia e qualità è aperta.
Oggi Marc Marquez si è aggiudicato l’ottavo titolo mondiale, portandosi così a -1 da Valentino Rossi. È così che si apre, probabilmente, una settimana fatta di articoli contrastanti tra i due piloti. Allora proviamo anche noi a trarre conclusioni, ovviamente prendendo in considerazione oggettivi punti di vista.

Ma esiste davvero un possibile confronto in pista in questo momento?

Non credo! Oggettivamente, Valentino sulla carta ha 40 anni e nonostante l’età è ancora, incredibilmente, lì. Marc, che di anni ne ha 26, è il re indiscusso della MotoGP da almeno quattro stagioni e con ogni probabilità lo sarà per altrettante. In pista, escluse scaramucce varie, non si affrontano da ormai troppo tempo e allora penso che effettivamente non si possa fare un confronto diretto in questo momento.
Sono confrontabili però statistiche alla mano e prendendo in considerazione le due carriere?NO! Capisco che sia difficile da comprendere, ma è necessaria un’analisi dettagliata delle due carriere incredibili, ma allo stesso tempo completamente diverse.

La carriera di Marc Marquez

Marc Marquez è nato nel 1993 e iniziò a correre nel motomondiale nel 2008 da quando aveva quindici anni.
Nel 2010 vince il suo primo mondiale in 125cc e l’anno dopo, in moto 2, si gioca il mondiale fino agli ultimi gran premi con Stefan Bradl (per poi arrivare secondo).

Nel 2012 vince il mondiale Moto2 e a fine anno si trova sulla sella della Honda ufficiale, lasciata orfana da Casey Stoner.
Il mondiale MotoGP del 2013 lo vide vincitore da Rookie e quello 2014 fu una pura formalità, visto che vinse le prime dieci gare. Nel 2015, invece, perde completamente la testa e lascia un mondiale in cui commette veramente troppi errori e che o consacrerà per avvenimenti già troppo noti.
I mondiali del 2016, 2017, 2018 e 2019 saranno vere e proprie formalità per assenza di avversari e quei pochi presenti sempre con troppi errori.

La carriera di Valentino Rossi

Valentino Rossi, che è nato nel 1979, iniziò a correre nel motomondiale nel 1996, esattamente a 17 anni.
Il primo mondiale lo portò a casa nel 1997, conquistando la classe 125cc. Nel 1998, al primo anno in sella all’Aprilia 250cc, arriva al secondo posto dietro al compagno di squadra Loris Capirossi. Nel 1999 vince il titolo della classe di mezzo e si guadagna il contratto con Honda, per la classe regina dell’anno successivo.
Valentino Rossi esordisce in 500cc nel team Honda Nastro Azzurro e a differenza di Marquez non vince il mondiale da Rookie. L’anno successivo, l’ultimo delle 500cc, viene vinto con facilità mostruosa da Rossi, il quale vince undici gran premi e si classifica per tredici volte sul podio in altrettante gare.
Il 2002 e il 2003 sono mondiali talmente facili che Valentino si stanca e decide di accettare un’altra sfida: quella della Yamaha.
Il primo anno in sella alla Yamaha consacrerà Rossi come leggenda, poiché la casa giapponese non vinceva un mondiale da tanto tempo. Quello successivo, il mondiale del 2005 per intenderci, fu un vero elogio al talento di Valentino: 11 vittorie in 17 gare. Semplicemente fenomenale.
Valentino dopo due annate difficili, quelle del 2006 e del 2007, tornò a vincere due mondiali consecutivi nel 2008 e nel 2009. L’anno successivo si scontrò con il primo vero infortunio di carriera che lo tenne fuori dalla lotta mondiale. Valentino sentì che l’aria era cambiata e che Jorge Lorenzo, suo compagno di squadra, lo aveva sorpassato nelle gerarchie del team.
È ora di cambiamento, questo pensò Valentino, che i due anni successivi gli passò in sella alla Ducati lasciata orfana da Casey Stoner. Anni difficili quelli in rosso per Rossi. Furono talmente tanto difficili gli anni in Ducati, che Valentino scelse di tornare a correre per la Yamaha dalla stagione 2013.
Rossi chiuse i mondiali 2014-2015-2016 in seconda posizione, ma merita particolare menzione il mondiale del 2015 sul quale, tutti noi appassionati di questo sport, conosciamo la realtà dei fatti.
Non esiste paragone tra sfide e moto, soprattutto in un momento dove la meccanica conta più del pilota.

Marquez e Valentino Rossi: due miti e basta

Ecco fatta questa premessa sono in grado di farvi ragionare sul perché, in questo momento, Marc e Valentino non sono semplicemente avvicinabili.
La carriera di Valentino è stata costellata di sfide da lui stesso ricercate. Vincere con Honda fu facile, ma lo stesso non si può dire di Yamaha, sulla quale il pilota di Tavullia fece un vero e proprio salto nel vuoto. Lo stesso fu per Ducati, dove però non andò altrettanto bene.
Insomma, Valentino Rossi ha raccolto certamente meno di quello che ha seminato in tutti questi anni, perché lui stesso ha deciso di rendersi la vita difficile.
Non sarebbe stato allo stesso modo gustoso sedersi qua, con una dozzina di mondiali vinti in Honda e parlare del più grande pilota della storia” disse Valentino qualche tempo fa. Come dargli torto?
Valentino Rossi ha preferito far parlare le sfide più che le statistiche e questo, affinché Marc Marquez non farà simili scelte, lo innalzerà come il pilota migliore di sempre.
Probabilmente tutto questo dissapore non ci sarebbe mai stato, se Valentino si fosse ritirato da vincitore, ma è proprio per questo che Marc lo soffre così tanto. Non si capacita di come si possa annichilire un avversario pur non vincendo un titolo da dieci anni.
A voi i commenti!

A cura di Alessandro Mora