Grazie VALE come uomo e come campione

Ieri è stata l’ultima gara del Dottore su una pista italiana. Ieri è stata la festa di casa per Valentino Rossi. Ieri si è chiuso con VR46 nella top ten e anche questo male non fa.

Potrà sembrare esagerato, ma mi tremano le dita sulla tastiera mentre scrivo questo pezzo. Forse, perché cercando nella memoria, per scegliere le chicche migliori da riproporre, è inevitabile ripercorrere ogni tappa, ogni ricordo ed ogni emozione che questo grande campione mi ha e ci ha fatto vivere. Forse perché c’è un po’ di tristezza recondita pensando alla prossima stagione.

Valentino Rossi: figlio

Vale è stato un uomo vero, uno umile anche se con delle doti evidenti. In sella a bolidi che tutti gli appassionati di moto avrebbero voluto guidare, con il suo modo di fare genuino, ci ha fatto sentire complici di quelle impennate e di quei traguardi.

Ci ha coinvolto anche nei battibecchi, lasciandoci (quasi) sempre appagati. Perché, diciamolo, non le ha mai mandate a dire. Ha sempre dimostrato di divertirsi come un ragazzo e poi come un uomo cercando di mantenere la propria riservatezza, senza dimenticarsi delle tappe salienti della vita: come quello che diventerà presto papà.

Insomma ha fatto tutto nel modo più giusto possibile e questo credo gli vada riconosciuto a prescindere dal tifo. Del resto le lauree ad honoris causa mica si danno per niente.

Valentino Rossi ritiro

Da quella testa colorata a bandiera dell’Italia (sinonimo di orgoglio da sfoggiare ma anche di spensieratezza) si è passati a decisioni più serie e coraggiose come quella di cambiare moto quando sedeva su una Honda perfetta in tutto.

La tenacia poi è indubbiamente un’altra qualità di Valentino che nel 2003, a titolo in tasca, non si fece fermare dalla decisione dei commissari di gara:  passare dai box per aver sorpassato durante una bandiera gialla. Rossi iniziò a macinare giri a cannone per rimontare e senza averne alcun obbligo di classifica.  È caduto e ha sempre recuperato risaltando in sella in condizioni estreme, ma mai con troppa fretta.

Non è mai passato per vittima di un dolore, un motore, una gomma non performante e chi più ne ha più ne metta. Ha stretto un rapporto umano con i propri tecnici, perché da vero professionista sapeva dare indicazioni dettagliate e allo stesso tempo di contro pretendeva la giusta intesa. I rivali hanno sempre ammesso di avere solo da imparare da lui e se a caldo qualche manovra di sorpasso, che si pensava fino a quel momento impossibile, può aver dato fastidio, il tutto si è poi trasformato in una grande forma di rispetto.

Per tutte queste ragioni non si può che ringraziare Valentino Rossi per la grande pagina di sport che ha scritto e che ci ha saputo regalare.

Valentino Rossi: esultanze indimenticabili

Anche se difficile, in un breve riassunto, proviamo a racchiudere le più belle e creative esultanze del campione:

  • La prima vittoria in 125 evoca subito l’immagine della bambola gonfiabile che porta all’inevitabile collegamento tra Biaggi e la presunta liaison con Naomi Campbell.
  • Nello stesso anno si presenta sul podio vestito da Robin Hood e poi di nuovo con una polleria (la storica Polleria Osvaldo) inventata come sponsor sulla carena.
  • Nel 1999 al trionfo sulla pista del Mugello resta epica la sua lunghissima impennata.
  • Stesso anno a Jerez fece tappa nel bagno dei commissari di gara prima della premiazione sul podio.
  • Un paio di anni più tardi iniziarono ad arrivare le multe per eccesso di velocità da dei complici in tenuta da vigili.
  • Dal 2000 in poi alle esultanze si aggiungono anche gli spettacolari caschi celebrativi, complice la collaborazione di Drudi, suo grande amico.
  • Giunti al settimo mondiale credo che nessuno possa dimenticare Biancaneve e i sette nani nella versione Valentiniana.
  • Prima del 2008 per Rossi ci sono stati tre anni di digiuno, ma la consapevolezza e la voglia di tornare a vincere non gli hanno fatto perdere l’entusiasmo e la voglia di scherzare portandolo subito a scusarsi per il ritardo con quel pubblico che non ha mai dubitato di lui.
  • Nel 2016 la gioia nel brindare con uno stivale come calice ha stupito e strappato l’ennesima risata.

Che dire, non so di quante battute io abbia sforato, ma del resto per la storia di Valentino Rossi, per rendergli davvero giustizia, ci vogliono i libri e dei semplici articoli, se pur scritti con il cuore, non possono bastare. Grazie VALE!