Juventus: cinque mesi di Andrea Pirlo

Cinque mesi di Pirlo alla Juventus

Ingaggiato dalla società di Vinovo l’otto agosto dopo la cocente eliminazione in Champions League contro il Lione, Andrea Pirlo è stato subito catapultato nel calcio che conta senza passare dal via, preceduto dalla sua fama di essere stato uno dei più forti centrocampisti degli ultimi decenni.

Le idee tattiche di Andrea Pirlo

La decisione presa in quel afoso sabato estivo scosse un po’ tutto l’ambiente calcistico nostrano, tra favorevoli e contrari. Scatenando curiosità e toto formazione fino al calcio d’inizio della partita con la Sampdoria quando finalmente parti il campionato di serie A. Abbandonato subito l’idea di giocare con il trequartista, la scelta è ricaduta su un 4-4-2molto elastico e dinamico che cambia pelle nel evolversi delle fasi durante il match. La caratteristica principale è quella di attuare un pressing alto cercando di recuperare palla molto avanti provando a schiacciare la squadra avversaria nella loro metà campo, basandosi su un possesso palla asfissiante. In fase di attacco la difesa passa poi a tre con in genere il terzino destro, Cuadrado il più utilizzato, che tende ad alzarsi passando ad una mediana a cinque che permette di avere due mezze ali in grado di inserirsi. Tipo di gioco che ha favorito i nuovi arrivi McKennie giocatore duttile che fa dell’aggressività la sua dote principale nonché un discreto fiuto sotto porta e Chiesa largo sulla corsia mancina in appoggio agli attaccanti grazie alla caratteristica di saltare l’uomo nel uno contro uno. A dirigere il gioco e proteggere la difesa l’uruguaiano Bentancur. Le due punte rimangano vicino alla porta avversaria cercando di attaccare la profondità anche corta, sfruttando in questo modo tutto il loro estro e creatività, ecco spiegata anche la rinascita di Morata arrivato da Madrid tra lo scetticismo generale.

Mercato Juventus

Questo per grosse linee è il modulo che gioco forza Pirlo ha vestito alla sua Juventus. Perché inizialmente aveva idee diverse, le richieste sul mercato erano state esplicite con Dzeko ed Isco sul taccuino di Pratici, giocatori che avrebbero dato qualità all’undici titolare e la possibilità di giocare con il trequartista, favorendo ancor di più l’esplosività di Cr7. I bianconeri sono ancora un cantiere aperto con meccanismi e movimenti non ben rodati, spesso ci si perde nelle sovrapposizioni e nello sterile possesso palla risultando una squadra molle, come ammesso dallo stesso tecnico dopo la debacle contro la Fiorentina.

I problemi fisici alla base dei risultati altalenanti?

L’ex Campione del Mondo sta pagando sicuramente la sua scarsa esperienza in fatto di panchina, apparso spesso in confusione. È stato scelto dalla società per dar il via all’anno zero, con un mercato non da 10 e lode. Il centrocampo manca di qualità: Artur e Rabiot sono davvero poca roba e Ramsey causa le condizioni fisiche è solo un lontano parente di quello ammirato con la maglia dell’Arsenal. In difesa gli uomini sono pressoché contati: Chiellini e Demiral passano più tempo in infermeria che sul rettangolo verde. Dybala merita un discorso a parte, senza troppi giri di parole soffre la presenza di Cristiano Ronaldo e forse l’arrivo di uno Dzeko da posizionare tra i due pronto: a sacrificarsi, aprire spazi e fare sportellate, non sarebbe stato una idea sbagliata. Per gli alti vertici di Vinovo l’occasione per riparare è già alle porte con il mercato che riaprirà i battenti il quattro gennaio. Un Pellegrini in rotta a Trigoria o l’indecisione di Çalhanoğlu nel rinnovare il contratto con i rossoneri, potrebbe già risolvete parte dei problemi.

Nonostante gli alti e bassi di questo inizio stagione che hanno portato non poche critiche intorno all’ambiente zebrato, a mio modesto parere bisogna avere fiducia, in quanto si è pur sempre nelle mani di un uomo che nel calcio è conosciuto con il soprannome del Maestro …. e non per caso!

Pirlo carriera-allenatore

Ora al di là della polemica su “Pirlolandia” coniato dalla Gazzetta dello Sport recentemente, la curiosità della scelta coraggiosa di Andrea Agnelli c’è! Andrea Pirlo non fa nemmeno la gavetta e passa (style Inzaghi Filippo, Seedorf, Brocchi e Vialli) a un ruolo più importante, anzi assai rilevante.

Andrea Prlo, maestria di calcio in campo (soprattutto durante l’exploit del Milan) non ha mai allenato e quindi dati sulla sua carriera non ce ne sono. Non ha mai vinto un trofeo. Non ha mai diretto una campagna acquisti e un allenamento. Quindi o sarà un fenomeno o sarà coadiuvato dai senatori e lo staff della squadra. In aiuto suo il preparatore Paolo Bertelli.

Chi è Paolo Bertelli?

Preparatore atletico di lunga esperienza che ha lavorato a Firenze, Udine, Roma e Genova. Pirlo potrebbe averlo conosciuto in Nazionale ai tempi d’oro di Lippi.

Ancelotti, Lippi e Allegri: mix di possesso palla e concretezza: la Juve di Pirlo

Quindi a questo punto, come ipotizzare quali idee abbia Pirlo? Basta pensare agli allenatori-base con cui è cresciuto: Ancelotti, Lippi e Allegri.

Il primo gli è creato il ruolo che poi l’ha reso fra i più forti nel mondo. Vertice alto del rombo dai piedi fatati, Pirlo controllava i palloni che arrivavano dalla difesa, saltava il primo pressing, alzava gli occhi e lanciava verso l’attacco o i tagli dei laterali. Oppure gestiva la sfera, cercava il dialogo con i compagni e faceva avanzare l’azione. A quel punto, poteva reinserirsi e creare problemi alla stessa difesa avversaria. In fase difensiva, tornava a coprire la zona nevralgica e si estenuava in un difficile lavoro di rottura.

Lippi, sfruttando l’idea di Ancelotti ha lasciato Andrea Pirlo nella posizione base, quindi al centro della mediana, con gli stessi compiti e con la stessa libertà d’azione. Solo che talvolta il giocatore si portava per tendenza naturale anche nella zona trequarti (vedi famoso assist a Grosso su calcio d’angolo).

Con Allegri (che già lo conosceva al Milan) il giocatore si è delineato un ruolo, dove era meno presente in fase avanzata, giocava più al centro del campo e sporadicamente calciava dalla seconda linea o si inseriva al limite dell’area.

Quindi, tradotto, primo tassello per la Juve del futuro è proprio il nodo centrocampista: chi può fare un ruolo alla “Pirlo”?

Andato via Pjanic (ecco tutto sullo scambio Arthur- Pjanic) in questo momento non c’è nessuna opzione. Quindi la Juve dovrà fare mercato in questo ruolo! Bentancur ha ottimi piedi, può far bene in fase di interdizione, ma non ha la mente per far girare una squadra.

La Juventus di Pirlo: che modulo? Nessuno

L’ex campione del mondo ha detto – in una diretta scherzosa con Fabio Cannavaro – che ama il 4-3-3, ma che (come potete leggere qui sotto) il modulo non è centrale per lui e sa bene che deve verificare quali giocatori possono adattarsi a questo sistema di gioco.

Il perno di tutto è la palla, che (come insegnava Ancelotti per via di Sacchi) non deve essere rincorsa, ma girare. La Juve farà possesso palla continuo.

Ma se è stato discepolo di Allegri e Lippi sa anche che in Italia con il possesso palla non si va da nessuna parte. Quindi la Juve di Pirlo tenderà alla concentrazione dell’azione e alla concretezza. Su questo, al di là del mercato che verrà fatto, la Juve i giocatori tecnici li ha e può benissimo pensare a un progetto vincente.

La difesa resterà quella base per non perdere meccanismi oliati da anni, e anche in attacco è probabile che arriverà un centravanti nuovo (forse Milik?) ad aprire gli spazi a Ronaldo e Dybala.

Per cui il suo 4-3-3 non sarà zemaniano come molti vociferano, ma sarà un probabile 4-3-2-1 in stile Milan anni 2000. Così da far sì che i solisti di centrocampo possano creare i presupposti per l’azione (palla che gira) e liberino la zona trequarti e il reparto offensivo che potrà autogestirsi.

I terzini, poi, nel calcio di Ancelotti come in quello di Lippi e dello stesso Allegri saranno cardine offensivo, cioè arma in più (con cambio modulo in 3-4-3) sul taglio, che i piedi buoni della mediana, offriranno.

Quindi in conclusione alla Juve servono un polmone verde (stile Gattuso o Vidal) a coprire il raggio d’azione libero del mediano creatore di gioco. Le due mezzali con con compiti di copertura e controllo della partita.

E infine davanti le ali alte o i fantasisti Dybala, Ronaldo, Kulusevski (qui la scheda completa) potranno creare da se stessi le azioni migliori di gioco. Finalizzando o viceversa aprendo gli spazi.

La difesa, infine, dovrà verticalizzare meno. Perché dei tre maestri di Pirlo nessuno ha mai amato il lancio lungo dalle retrovie. Bonucci o De Ligt o altri si occuperanno di difendere e tenere la difesa alta. Il centro del gioco passerà a un nuovo Andrea Pirlo.

Solo allora si potrà parlare, se tutte queste belle idee, andranno a frutto di “Pirlolandia”. 

Andrea Pirlo: nuovo allenatore Juventus

Nemmeno il tempo di provare l’Under 23 che Andrea Pirlo si ritrova un ingombro ben più complesso. Andrea Agnelli aveva ventilato un’ipotesi fra un anno e invece i tempi sono cambiati. Diremmo noi che siamo stati profeti involontari pochi giorni! Che i tempi si sono  accelerati!

Andrea Pirlo dovrebbe essere, a meno di smentite, il nuovo allenatore della Juventus per il prossimo anno! 

Andrea Agnelli: presentazione Andrea Pirlo

Ieri si è svolta la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore della formazione Under 23 della Juventus: Andrea Pirlo.

Una notizia che era nell’aria già da tempo e che è stata accolta con molto favore dal pubblico juventino. Il “Maestro” ha lasciato, ovviamente, un ottimo ricordo nella mente dei tifosi per i suoi trascorsi in bianconero.

Andrea Pirlo: carriera e statistiche

Oltre ad essere stato uno degli eroi che hanno portato la Nazionale sul tetto del mondo nel Mondiale di Germania 2006, Andrea ha trascorso gli ultimi anni della propria carriera ad alti livelli nelle file bianconere ed è stato uno dei principali artefici della rinascita della Vecchia Signora.

Padrone del centrocampo, leader carismatico e riferimento centrale nel gioco di Antonio Conte, è arrivato a parametro zero dal Milan nell’estate del 2011, da Campione d’Italia. Con i bianconeri ha continuato il proprio percorso vincente prendendo subito possesso della regia del centrocampo bianconero e riportando la società ai vertici che gli erano lontani da cinque stagioni.

Protagonista anche in Europa, dopo gli anni d’oro passati al Milan, è riuscito nell’impresa di raggiungere insieme alla Juve la finale di Champions League di Berlino del 2015, poi persa contro il Barcellona. Prima di lasciare, almeno da calciatore, la Vecchia Signora. Nell’estate del 2015, Pirlo lascia la Juventus con in bacheca altri 4 Scudetti, una Coppa Italia e due Supercoppe Italiane, per dirigersi negli Stati Uniti, al New York City F.C., dove trascorrerà gli ultimi due anni e mezzo di carriera.

Andrea Pirlo: allenatore

Adesso Andrea Pirlo ritorna nella veste di allenatore, con un progetto ben chiaro: crescere, affermarsi, perseguire i propri obiettivi con determinazione, passione, competenza, spirito di sacrificio e ambizione. Tutte qualità che rispecchiano lo Spirito Juventino e che sono state perfettamente messe in chiaro dal Presidente Andrea Agnelli durante la presentazione del nuovo mister. Agnelli ha fatto intendere bene che quello che si sta mettendo in atto con Pirlo non è altro che il primo passo di un percorso che vorrebbe portare l’ex centrocampista alla guida della prima squadra.

Il progetto Juventus Under23

Una squadra Under 23, quindi, quella della Juventus, che ancora una volta viene incaricata della propria funzione di sviluppo e crescita di talenti, non solo in campo (come si è visto nelle due stagioni nelle quali la squadra è stata protagonista in Lega Pro) ma anche in panchina. La funzione della formazione che sarà guidata da Andrea Pirlo è dichiaratamente quella di dare uno step successivo alla squadra Under 19, che partecipa al campionato Primavera, e di dare tempo e modo ai giovani cresciuti nel vivaio o acquistati da altri club, di mettersi in mostra nell’interesse proprio e della società, senza essere coinvolti nel solito giro di prestiti in cui non di rado i giovani talenti si trovano a non trovare spazio e a sprecare anni e forse carriere.

Andrea Agnelli: il futuro della Juventus

Insieme a Fabio Paratici, Cheif Footbal Officer, e a Federico Cherubini, Head of Football Team and Technical Areas, la conferenza stampa di presentazione di Andrea Pirlo ha avuto come attore principale il Presidente Andrea Agnelli. Agnelli ha voluto prendere parte in prima persona all’evento, segno che crede fortemente nel progetto e che nutre profonda stima nei confronti di Pirlo. Le uscite di Agnelli non sono troppo frequenti e soprattutto mai casuali. Il Presidente Agnelli ha riferito di molti giocatori che hanno fatto parte delle giovanili della Juventus e che avrebbero voluto avere la possibilità di continuare il proprio percorso nella squadra Under 23.

Un esempio non citato da Agnelli ma che può essere emblematico è quello di Spinazzola.

Leonardo Spinazzola: carriera

Uscito dal vivaio bianconero a 19 anni, nel 2012, ha vestito le maglie di Empoli, Virtus Lanciano, Siena, Atalanta, Vicenza, Perugia, prima di tornare all’Atalanta nel 2016 e trovare, finalmente la giusta consacrazione. Sei squadre in 4 anni in cui ha avuto alterne fortune e non sempre ha avuto modo di esprimere le proprie potenzialità.

La Juvntus Under 23: un trampolino di lancio verso il futuro

Il ruolo principe della squadra Under 23 è quindi quello di creare giocatori, ovviamente nell’interesse della società, e continuare il percorso che comincia nelle giovanili. Giocatori che raramente arrivano a fare parte della prima squadra, questo è un obiettivo che si può immaginare per 2 o 3 elementi per ogni lustro, per una squadra come la Juventus che punta all’eccellenza mondiale, ma che con la propria crescita personale creano anche ricchezza nel club che vede ripagati i propri investimenti sul mercato giocatori. Adesso la formazione Under 23, con l’ingaggio di Andrea Pirlo come allenatore, si pone come palestra di allenatori e non solo di calciatori.

Nella visione di Andrea Agnelli, Pirlo può seguire il percorso che è stato di Guardiola e di Zidane: grandi calciatori, che hanno dimostrato la propria capacità come allenatori nelle seconde squadre del club ai quali sono appartenuti per poi prendere le redini della prima squadra e portarla ai vertici mondiali.

Pirlo: di quel Milan è rimasto solo Maldini

Durante la conferenza stampa è stata fatta a Pirlo una domanda sul motivo per il quale, dopo ben dieci anni e tante vittorie passati col Milan, si sentisse di far parte del progetto juventino con tale trasporto. La risposta del Maestro è stata abbastanza chiara: delle persone che facevano parte di quel Milan è rimasto solo Maldini, che era un suo compagno di squadra. Una risposta emblematica dello stato attuale della dirigenza rossonera, che ha vissuto una completa rivoluzione e che non ha ormai quasi nulla di quella struttura che ha portato in alto il Diavolo (leggi la storia del Milan), ma neanche dei valori e della personalità. Un vero peccato per chi è da considerare come un fiero avversario di tante battaglie. Bisogna sempre ricordare che il valore dei nemici dà maggior lustro alle vittorie.

Il rapporto di Andrea Pirlo con la Juventus non si è mai chiuso del tutto, e questo perché oltre all’ambito professionale, quello che lega Andrea Pirlo ed Andrea Agnelli è un legame di stima, amicizia e rispetto. Rapporti umani prima che professionali che il Presidente ha saputo creare all’interno della Società e che sono stati il vero motore che ha portato la Juventus a dominare in Italia e a farsi rispettare in Europa, accanto, ovviamente, all’impiego delle giuste risorse necessarie a mettere le persone nelle condizioni di competere con i rivali.

Pirlo allenatore: idee chiare

Dal punto di vista tecnico traspare dalla conferenza stampa un Pirlo che ha già le idee molto chiare. Chiare sul suo futuro, che si è incanalato lungo la via della panchina quasi per caso e nel quale si è presto “infognato”. Chiare sui propri principi di gioco che saranno figli delle proprie esperienze, positive e negative, vissute con i tanti allenatori di altissimo livello che ne hanno forgiato il gioco e le conoscenze. Chiare sul non volersi stereotipare su un modulo, ma su idee e principi di occupazione degli spazi e sui movimenti dei calciatori.

Pirlo ha dichiarato che il proprio lavoro sarà indipendente dalla prima squadra, seppur in un clima di continuo confronto e collaborazione. La sensazione trasmessa è quella di una persona che sa bene quale percorso voglia seguire e sa quali siano i passi per farlo. Andrea ha preferito partire da un progetto come l’Under 23 bianconera rifiutando anche panchine importanti in Serie A e Premier League, e questo perché sa bene che la strada verso il successo non può avere scorciatoie. Ennesima dimostrazione di grande intelligenza e umiltà.

Pirlo futuro: allenatore Juve?

Più volte durante la conferenza stampa è stato fatto richiamo al fatto che il futuro di Pirlo fosse quello di guidare la prima squadra bianconera. Bisogna stare però molto attenti a giudicare, dal punto di vista professionale, le persone per quello che fanno nel proprio ruolo e non per le emozioni che ci hanno fatto vivere in passato. Le premesse sono ottime, Pirlo è avrà una grande opportunità di mettere in mostra le proprie capacità all’interno di un contesto in cui verrà messo nelle condizioni di lavorare al meglio, ma nulla gli verrà regalato. “L’auspicio è che possa fare il percorso che hanno fatto altri allenatori. Ma bisogna meritarsele come ha detto Andrea”, con queste giuste premesse parte la nuova avventura di Pirlo nella Juventus.

La speranza dei tifosi è che un giorno Pirlo riesca a guidare e a vincere nella prima squadra, magari per tanti anni, diventando il “Ferguson” bianconero, e che riesca a portare la Juventus sul tetto del mondo. Per ora lasciamolo lavorare, in un campionato di Lega Pro che, per i tifosi juventini, non è mai stato così interessante…

A cura di Giuseppe Paleologo