Benevento: la favola giallorossa dell’era moderna e il ritorno delle Streghe: quali sono gli uomini della promozione?

A distanza di due anni i Sanniti dell’ambizioso presidente Vigorito e con Pippo Inzaghi in panchina tornano nella massima serie Italiana, con 7 giornate d’anticipo. Lo fanno con una cavalcata incredibile 73 punti conquistati 55 goal fatti e solo 15 subiti in 31 partite giocate. Potrebbe essere la prima, giù oggi o domani, a lasciare la B. Mentre per le altre, ecco tutte le ultime news!

Benevento festeggiamenti: ecco le ultime

Intanto la città si prepara a festeggiare, ma pur sempre con moderazione e rispetto per le norme anti-Covid 19. La curva principale dei tifosi non parteciperà alla festa, ma non biasimerà chi lo farà. La giustificazione sta nel terribile periodo della pandemia vissuto e nella crisi economica dei beneventani.

Proprio per non rischiare focolai di Covid è stato trovato un accordo dal Ministero dell’Interno per fare che il pullman scoperto passi per tutta la città. I tifosi si sono impegnati a non riversarsi in strada e sono previsti presidi da parte delle Forze delle ordine.

Benevento in A: come gioca il Benevento di Inzaghi

Mister Inzaghi ha sempre potuto contare su una rosa molto ampia prediligendo il 4-4-2 ma talvolta schierando anche il 4-3-3 con i 3 davanti che, a seconda delle circostanze, partono più larghi oppure più stretti, fungendo da trequartisti.

Portiere e difesa del Benevento

Il portiere Lorenzo Montipó 24 anni un passato nel Under 21, quest’anno ha trovato la giusta consacrazione, dopo gli errori nella semifinale play-off contro il Cittadella della scorsa stagione, costati poi la finale. In difesa gli esterni sono Maggio e Letizia. Posizionati larghi e avanzati rispetto ai compagni di reparto, accompagnano costantemente la manovra sfruttando le ampiezze e le sovrapposizioni lungo la corsia, fornendo assist a ripetizione per le punte. Se uno parte da una corsia, l’altro accompagna i propri attaccanti in area avversaria, arrivando spesso in zona goal.

In fase di non possesso palla spetta loro effettuare il pressing sui centravanti esterni avversari. I due centrali sono Caldirola mancino forte fisicamente e attento nelle marcature e Volta o Tuia più bravi tecnicamente sfruttano un’ottima elevazione sui calci piazzati. A questi si aggiunge anche Federico Barba che può giocare sia centrale che terzino sinistro. Il loro compito è quello di tenere unito il reparto, rimanendo molto vicini in modo da non concedere spazi.

Centrocampo del Benevento

A centrocampo Insigne e Improta sono gli esterni con il compito di accentrarsi portando più uomini possibile in area di rigore avversaria, folletti imprendibili dal dribbling facile.

A loro si alternano Tello e Oliver Kragl, veloci e tecnicamente dotati, con il tedesco abile tiratore bravo sui calci piazzati e nei tiri della media distanza. In mezzo ci sono Hetamaj/Schiattarella e Viola. A loro spetta il ruolo di servire le punte o fornire imbucate per il taglio delle ali. Se i primi due hanno più un compito di rottura in fase di non possesso palla a Viola spetta impostare la manovra abbassandosi sulla linea dei difensori, dotato di un mancino elegante va spesso a segno.

Gli attaccanti del Benevento

In attacco ci sono Sau e Moncini, che si dividono il campo in orizzontale permanendo sempre nella zona centrale. Il movimento di uno è in funzione del altro in un perfetto sincronismo. Se l’ex Cagliari va in contro alla palla, il bomber che ha fatto le fortune del Cittadella attacca la profondità e viceversa. Dalla panchina invece si fa trovare sempre pronto Massimo Coda, punta di esperienza la cui tecnica lo rende essenziale anche in fase di costruzione gioco.

Benevento calciomercato: le idee per la promozione

Se nella prima e unica volta in serie A il Benevento ha chiuso all’ultimo posto con soli 21 punti. Passati alla storia solo per aver fatto il primo punto dopo 15 giornate, in un 2-2 contro il Milan, grazie ad un colpo di testa nei minuti finali del loro portiere Brignoli. Oggi il presidente Vigorito non vuol farsi cogliere di sorpresa ed insieme al ds Pasquale Foggia,altro artefice di questo stupendo campionato, ha già cominciato a scandagliare il mercato.

I nomi che fanno sognare i tifosi sul taccuino dell’ex fantasista di Lazio e Sampdoria sono quelli di Zarate suo ex compagno nella capitale, 33 anni in forza al Boca Juniors con 8 centri in 35 presenze, Choupo Moting tedesco naturalizzato camerunese del 1989, in scadenza di contratto con il Psg, quest’anno 17 presenze totali condite da 5 goal e Sturridge anche lui trentunenne, svincolato con l’ultima esperienza in Turchia nel Trabzonspor.

Timido tentativo fatto anche per Nasri, trequartista o ala in forza Anderlecht dotato di estro e abile nel saltare l’uomo.

Ma il vero sogno è Fernardo Lorente, c’è già stata una telefonata tra i due presidenti campani, trattativa ancora in fase embrionale, ma pista concreta. Naufragata invece sul nascere l’idea Hamšík, causa gli elevati costi.

Con il Torino ci si contende il difensore Glik, molto difficile però perché il norvegese è legato alla maglia granata ed amato e stimato dall’ambiente, in più il suo ingaggio di 3,5 milioni netti a stagione rappresenta un vero ostacolo. Con i piemontesi è lotta pure su Ezequiel Schelotto, che ha dichiarato di voler tornare in Italia una volta raggiunta la salvezza con il Brighton.

Ma potrebbe nascere anche un’asse sulla mole con i prestiti di Edera e Lukic. Mentre è ormai cosa fatta il prolungamento di Coda fino al 2022 e il riscatto di Moncini. Per direttore sportivo Foggia si prospetta un estate calda per far continuare a gioire i tifosi giallorossi.

E dal futuro passiamo al passato ! Ecco la storia della società campana.

Storia del Benevento: le origini

La nascita del Benevento ha nelle radici nel 1929 quando la società si chiamava “Società Sportiva Littorio Benevento”, fondata da pare di Francesco Minocchia. “Stregoni” è il termine con cui questa società calcistica viene conosciuta. Tale termine ha le sue origini dovute a riti religiosi pagani che svolgevano i Longobardi lungo il fiume Sabato durante la loro dominazione e visti all’occhio comune come atti di stregoneria. Da qual momento Benevento fu conosciuta come la “città delle streghe”.

La storia di questa squadra è composta in maniera predominanta da campionati di Serie C e da tanti tentativi falliti nel salire in cadetteria. Nel 1946 ci fu la prima occasione di promozione, sfumata per problemi finanziari. I sanniti poi, dovettero ingoiare altre delusioni, intervallate da una serie di fallimenti per poi arrivare nel 2016 per l’apoteosi.

1974-1987: Esordio nel nuovo stadio e altre delusioni

Dopo una lunga militanta in Serie D, nel 1974 il Benevento (all’epoca la società era denominata Polisportiva Benevento) torna in Serie C con Italo Bocchino presidente. Sotto la sua gestione si ricordano due quarti posti e un secondo posto arrivato sotto la guida di Pietro Satin (ex allenatore del Napoli) dove nella stagione 1975-1976 ha condotto la squadra al primo posto, prima del crollo nelle ultime quattro giornate dove fu scavalcato dal Lecce e si è visto sfumare il sogno promozione.

Tre anni dopo la società cambiò denominazione in Società Sportiva Calcio Benevento e fece esordio nel nuovo stadio che prese il nome di Santa Colomba.

I giallorossi disputarono nove campionati di fila di Serie C1, ma nel 1984 fece esordio nella Coppa Italia grazie al sesto posto in classifica. Nel 1987 ci fu la retrocessione in C2 con il fallimento della società avvenuto due anni dopo.

1990-2005: Era dello Sporting FC Benevento

Nel 1990 dopo il fallimento della vecchia società, nacqua lo Sporting FC Benevento. Il nome fu scelto con un criterio particolare: il nome della nuova squadra è stato scelto dai tifosi in un sondaggio fatto durante una trasmissione televisiva.

Oltre alla denominazione furono modificati anche i colori sociali passati dal rosso e l’oro invece del tradizionale giallorosso. Questa scelta non fu accolta bene da parte dei tifosi e la società dovette tornare qualche anno dopo ai colori originali.

I sanniti hanno dovuto faticare molto per arrivare dall’Interregionale alla Serie C1. La squadra campana, infatti approdò in Serie C2 soltanto nel 1994. Cinque anni dopo ci fu la promozione in terza serie dopo tanti piazzamenti che oscillavano tra il secondo e il quarto posto con finali di Play Off non andati a buon fine.

Il Benevento disputò sei campionati consecutivi di Serie C1 dove il miglior piazzamento arrivò nella stagione 2003/2004 con il quinto posto che valse la disputa dei Play Off persi successivamente. L’anno dopo la società del presidente Giuseppe Spatola portò di nuovo la squadra al fallimento e con un nuovo azzeramento per la storia calcistica sannita.

2006-2020: La scalata di Oreste Vigorito

Da questo momento in poi la storia del Benevento è destinata a cambiare radicalmente. Non sono mancati altri bocconi amari da digerire prima di arrivare in Serie A

I fratelli Ciro e Oreste Vigorito rilevano la società dopo la retrocessione con il Lodo Petrucci. In serie C2 il Benevento ci rimare per tre stagioni (2005/2006-2006/2007 e 2007/2008).

Arrivati in Serie C1 l’obiettivo della squadra giallorossa era chiaro e categorico: andare in Serie B dove nessuno ci è riuscito. I tentativi per arrivare in cadetteria sono molteplici e conditi da tanti secondi posti che si sono trasformati in delusioni atroci.

La prima delusione arrivò nella stagione 2008/2009 dove i giallorossi perdono la finale contro il Crotone nonostante il vantaggio del piazzamento in classifica rispetto ai pitagorici. Nel campionato 2010/2011 arrivò un’altro secondo posto e un’altra delusione: stavolta è la Juve Stabia in semifinale a far fuori gli stregoni. In questa stagione, inoltre, scomparve Vigorito, nome dato allo stadio dopo la sua morte.

Dopo un sesto e un settimo posto, il Benevento vi prova ancora una volta chiamando in panchina Fabio Brini, tecnico esperto per la categoria. Dopo aver lottato fino alla fine con la Salernitana, i giallorossi dovettero cedere il passo ai granata alla promozione diretta. Brini fu esonerato e la squadra fu eliminata dal Como nei primi turni di Play Off. Oreste Vigorito non riuscì più a digerire la delusione e con i tifosi stufi di perdere, decide di dimettersi e dare la società a Fabrizio Pallotta.

Il tecnico scelto è Gaetano Auteri, esperto della categoria con molteplici promozioni. Questa volta il Benevento ha deciso il profilo basso per gli obiettivi. La scelta fu vincente perchè dopo una partenza in sordina i sanniti prendono il largo e dominano il campionato fino alla fine. La squadra poteva contare elementi di spicco come Cissè e Ciciretti con il capitano Lucioni a comandare la difesa.

Alla fine si arriva al fatidico 30 Aprile 2016, con un Ciro Vigorito pieno in ordini di posto, l’ultimo ostacolo per la Serie B si chiama Lecce, una diretta rivale. Novanta interminabili minuti che si concludono con un secco 3-0 e con una liberazione dopo 87 anni di delusioni.

La favola non finisce qui perchè l’anno dopo arriva un’altra promozione che arrivò in maniera molto inaspettata. Il Benevento arrivò quinto in campionato con Fabio Ceravolo trascinatore e Marco Baroni come allenatore. Gli “stregoni”, Ai Play Off,  furono capaci di battere il Perugia favorito e il Carpi che aveva battuto un quotatissimo Frosinone che ha perso la promozione diretta proprio sul campo del Benevento.

Il Benevento e la sua avventura in SerieA

Il campionato di Serie A disputato dal Benevento si è concluso con la retrocessione e con il record negativo di 14 sconfitte consecutive e nel derby contro il Napoli è stata quella col passivo più pesante (6-0). Nonostante ciò la compagine giallorossa è riuscita a regalare emozioni al popolo beneventano. Nel mercato invernale arrivarono nomi altisonanti come Sandro e Sagnà ex Tottenham e Manchester City, nonostante la classifica deficitaria- Il primo punto storico arrivò nel mese di Dicembre e in maniera rocambolesca con il portiere Brignoli che segna all’ultimo minuto contro il Milan. Sempre con i rossoneri è arrivata la storica vittoria in trasferta con la rete di Iemmello. Per la prima vittoria in assoluto si è dovuti aspettare l’ultima giornata del girone d’andata dove la vittima fu il Chievo.

A cura di Luigi Spasiano e Giorgio Bernabei