Buffon: quando hai dato troppo devi andare e fare posto

Gianluigi Buffon resterà un mito indiscutibile della storia del calcio italiano. D’altronde quando fai quel Mondiale lì, nessuno può dimenticarti. Andando oltre le contraddizioni di un campione che si è fatto conoscere anche per cose meno positive (sulla quale ora sorvoliamo), Gigi è e resterà un fuoriclasse. E allora forse adesso a 41 anni pieni, è arrivato anche per lui il momento di lasciare scarpini e guanti. Perché cita Ligabue “quando hai dato troppo devi andare e fare posto“.

Buffon, un consiglio: lascia adesso è meglio

Quando hai dato troppo devi andare e fare posto“. Così cantava Ligabue quando elogiava le gambe e il fiato di uno dei migliori mediani italiani di sempre: Lele Oriali. Ma la musichetta può essere il saluto anche di un campione che forse deve andarsen. Il problema è aver il coraggio di farlo.

E allora anche il numero uno dei numeri uno italiani forse è meglio che abbandona il campo d’erba. Non lo dice solo la canzone del celebre cantautore italiano, lo dice la storia caro Gigi. Lascia adesso, lascia quel sogno maledetto che non hai mai vinto. Mica sei l’unic eh? Pensa a Critiano Ronaldo che non vincerà mai il Mondiale o Messi che non l’ha mai vinto. Lo so, lo sappiamo tutti che l’amaro in bocca resta. Soprattutto perché, diciamocelo pure, te la meritavi quella maledetta coppa con le orecchie. Ma a te cose ti interessa? Hai giocato un mondiale che resterà un’impresa per tutti gli sportivi italiani, hai vinto tutti i trofei nazionali che esistono e sei entrato mille e più volte nelle classifiche internazionali. Per anni non c’era guantone più forte del tuo. Ma ti rendi conto di quante volte hai salvato la Nazionale e la tua Juve? Anche quando, dopo i trenta, tutti ti davano per morto, hai sempre saputo farti rispettare. Parate fuori dal comune, miglioramenti di anno in anno, carisma e capacità di controllare ogni uomo della difesa. Con la BBC hai costituito un quadrilatero di difesa a volte impenetrabile. Fidati Gigi lascia adesso e non farti attrarre da futuri di gloria ormai conclusi.

Buffon e la parentesi parigina: un mezzo disastro

L’ha mostrato l’ultimo biennio in Francia. Ci hai provato ancora per l’ultima volta. Anche da mezza riserva o mezzo titolare, hai provato, nella squadra dei miliardari, a vincere la Champions. Peggio di prima: quasi da eroe a brocco. Ma non esiste considerarti brocco. Ma nessuno si deve permettere di qualificarti così. Buffon è Buffon. Uno che forse ha vinto ancora più del padre. Un istrionico, passionale e imprevedibile portiere. Uno che aveva o ha una tecnica nel parare da far invidia perfino a un tale Peruzzi. Uno che elogiato come l’erede di Zoff, forse ha pure superato il maestro Dino. Perché ha vinto il Mondiale pure Lui. E l’ha fatto da solo.

Si vede che quella mano a mezza altezza che nega il goal a tutta la Francia non è mai andata giù ai transalpini. Tanto da vederti ormai nel loro campionato come un uomo normale. Ma tu, Gigi, non sei un uomo normale. Sei e resterai quel superman che davvero era difficile superare.

L’ultima esperienza estera ti ha mostrato che il calcio ormai sta cambiando. Bisogna essere difensori-liberi, non più solo saracinesche. E forse la tua reattività non è più quella di prima. L’ultima Champions te la sei negata da solo. Con una “papera” tua. Il mezzo disastro di Parigi ti aiuti a riflettere sei ti conviene cercarti un nuovo palcoscenico.

Buffon-Parma: ma ti conviene?

Il popolo è volubile, dice la sorella di Comodo in “Il gladiatore“. Pensa che accadrebbe se dovessi scegliere un’altra piazza che da te si attende ancora molto. Perché tu sei il numero uno. E invece si potrebbe ritrovare un quarantenne, che fra acciacchi e qualche errore, potrebbe far più danni che imprese. Ma ti convien davvero tornare a casa? Oppure ti gioverà mai tentare l’ennesima annata in Champions League nella sorprendente Atalanta? Sei sicuro che ancora puoi dare qualcosa? Ma sei disposto ad accettare un eventuale secondo posto. Tu primo nel mondo ovunque per almeno dieci anni! Abbassarti il grado per respirare l’aria del campo.

Attento Gigi, perché la gente poi sa anche essere odiosa e maligna. E se l’annata andasse male e ti ritrovassi protagonista di #, meme o prese in giro sui social?

Buffon: è il momento del tuo erede

Adesso Gigi è il momento del tuo erede. Che in realtà com’era prevedibile, non c’è. Non lo è per ora nè il promettente Donnarumma; nè Plizzarri; nè Sirigu; non lo sono nè Cragno e nemmeno Mirante. Sono speranze, ma non sono Buffon. E magari tu, da giovane dirigente, puoi aiutarci a trovare proprio quell’erede che adesso inizieremo a cercare. Già, perché se l’Italia tornerà a giocarsela come sa, avrà bisogno di una sicurezza fra i pali. E magari aiuterai proprio un giovane ragazzo a migliorarsi, a crescere, a guidare la difesa, a credere di parare l’impossibile. Proprio come facevi tu. Quante volte in telecronaca il tuo nome eccheggiava fra tutti. Perchè eri quello che impediva agli avversari di realizzare i loro sogni. Quando tutte le speranze erano perse, quando naufragavamo in un mare alto, c’era sempre quella sicurezza: Gianluigi Buffon. Il numero 1 dei miracoli, il Superman dei pali, il portiere dell’impossbile parata.

La FIGC ti ha offerto la sua piena disponibilità a trovarti un posto fra osservatori, staff e dirigenti. Fa’ la scelta giusta Gigi. Lascia il campo, abbandona un mondo che ti ha dato tanto e lascialo con la gloria che ti porterai sempre con te.

Buffon: la parata a Germania 2006

Per strada quando ti vedranno le prossime generazioni, ti chiederanno un selfie. Saranno i loro padri che racconteranno o avranno già raccontato cosa accadde in quella finale. Quando al secondo tempo supplementare con l’Italia ormai alle corde, senza più fiato, sotto pressione e nel giogo di Zidane, TU sei salito sulla scala del cielo per togliere quella sfera che ormai stava già sibilando la rete. Ed è lì che forse tutto il popolo ha capito che quella partita l’avremmo vinta noi.

Non andare a cercare altre strade di provincia (pur con tutto il rispetto), la tua carriera è nata fra gli Dei del calcio e lì si deve chiudere. Pensaci Gigi, pensaci bene. Hai dato davvero tutto, va con onore e fai posto…