Caos Inter, è nel momento di difficoltà che si vedono i veri uomini!

Inter-Spal è andata. Adesso sotto con Eintracht e Milan

Due sfide importantissime per il nostro presente e soprattutto per il nostro futuro.

Contro la formazione di Ferrara venuta a San Siro dovevamo vincere. Non potevamo accettare alcun risultato che non fosse la vittoria, sarebbe stato un casino. L’inizio di un disastro. Dell’ennesimo “fallimento”.

Contro la Spal abbiamo vissuto lunghi momenti di “paura”, con una squadra in bambola, troppo “timida” come ha detto il tecnico al termine della partita stessa.

Una squadra che si “trasforma” nel momento in cui riesce a “sbloccarla”.

Il gol dà sicurezza ai nostri ragazzi, accende la “scintilla che hanno questi ragazzi dentro e la trasforma nel fuoco che arde dentro ognuno di loro” quello stesso fuoco che hanno dimostrato di avere tante e tante volte. Anche queste sono parole da attribuire al tecnico di Certaldo. Affermazioni epiche da parte del nostro tecnico!

IL MITO NERAZZURRO – L’Inter non gioca solo contro i suoi avversari, ma anche contro di essi.

La prima vera partita la formazione nerazzurra la fa contro sé stessa: perché il primo vero ostacolo è nella testa di ognuno di coloro che scende in campo, poi, come se non bastasse, bisogna anche fare i conti con la classe arbitrale.

Anche ieri Calvarese ha sfoggiato la sua miglior prestazione, tesa a danneggiare i nerazzurri.

Ok, possiamo anche trovare il gol che ci dia coraggio, ma se poi l’arbitro fa di tutto per annullarlo, allora… magari ti demoralizzi e, a lungo andare, perdi pure la partita.

Sia ben chiaro, non sto qui a criticare le sciagurate direzioni arbitrali che abbiamo avuto da Firenze in poi, ma… qualcuno deve cominciare a riflettere su quanti punti ci siano costati certe “scelte scellerate”, dal rigore inventato di Abisso a Firenze, al fallo inesistente di Skriniar alla mancata espulsione di Cigarini a Cagliari.

Fino ad arrivare all’uso certosino e microscopico del Var nella partita di ieri.

Ammetto che era giusto annullare il gol di Lautaro Martinez. L’argentino si sistema il pallone col braccio, nulla da dire… bisogna essere sportivi e accettare la decisione del direttore di gara.

Una decisione FINALMENTE giusta. Ecco a cosa serve il Var, ma… cosa c’era da attenzionare per diversi minuti sul gol di Politano? Perché questa necessità di andare a sezionare l’azione alle immagini da bordo campo? Cosa cercava di preciso il direttore di gara e la sua allegra combriccola?

Questo non ci è dato saperlo, ma sappiamo che il Var ha sempre due pesi e due misure.

Così come ho detto che è giusto accettare la decisione su Lautaro, perché noi non siamo come gli altri e pretendiamo di vincere onestamente, è altrettanto giusto ammettere che l’uso del mezzo tecnologico non viene usato per tutti, o per tutti allo stesso modo.

Bisognerebbe che gli arbitri, o chi per loro, avessero tutti la stessa “sensibilità”, la stessa premura di andare di corsa a sezionare, fotogramma per fotogramma, l’azione incriminata. Tutti, come fatto ieri per l’Inter!

Vorrei che la stessa attenzione riservata a noi fosse riservata anche ad altre formazioni del nostro campionato, che ne so… che magari per i gobbi il Var fosse utilizzato nel modo più corretto possibile, per smascherare le loro nefandezze e riproporre i principi di lealtà sportiva sconosciuti a Torino; che al Milan, in piena corsa Champions, alcune situazioni venissero attenzionate proprio come accaduto a noi in queste giornate, invece di avere arbitri che sonnecchiano in regia Var e che sorvolano su determinate azioni, chiudendo uno o addirittura entrambi gli occhi.

Vorrei, altresì, che qualcuno dal Palazzo gridi forte il proprio sgomento dopo l’invenzione di un direttore di gara che ha, palesemente, condizionato l’esito di un incontro, e che non lo faccia solo quando gli faccia comodo.

Vorrei che in Società qualcuno cominci ad alzare i toni, perché per noi sta diventando sempre più difficile e scivolare giù è un attimo.

Vorrei, appunto. Non succederà mai!

Noi dobbiamo giocare contro molti fattori e non siamo per niente tutelati. Questo è un grosso male.



Siamo soli contro tutti. Non è una novità, ma adesso è ancora peggio. Sempre più difficile e quasi insormontabile.

Rischiamo di fallire e c’è chi si augura che il tonfo sia bello grosso.

Abbiamo dimostrato di poter ambire a qualcosa di importante. Abbiamo dimostrato che abbiamo le qualità e le carte in regola per tornare grandi, ai vertici, di poter scrivere il nostro nome nell’Olimpo del calcio. Che a qualcuno questo dia fastidio?

Siamo partiti da zero. Abbiamo riscostruito dalla macerie morattiane una società solida, forte, senza alcun debito. Abbiamo risanato le nostre casse. Il nostro bilancio.

Eravamo in ginocchio e deboli, eravamo la vittima di tanti carnefici diversi. Oggi, con la schiena bella dritta, e con una società con grandi ambizioni, ci vorrebbero ancora in ginocchio.

Stanno cercando di “distruggerci”. Stanno cercando di “minare” l’ambiente. Stanno cercando di nascondere l’evidenza e rimarcare i nostri problemi, quando in altre piazze non se la passano per niente bene, ma… stranamente si parla sempre e solo di noi? Un caso? Assolutamente no!

La loro campagna mediatica contro i nostri colori sta trovando terreno fertile nella fastidiosa telenovela argentina che ha come protagonisti i coniugi Icardi (o Nara).

Siamo in un momento cruciale della nostra stagione. Siamo in assoluta emergenza. In difficoltà e di cosa si parla? Della fascia, dell’ex capitano e di tutto ciò che è legato alla sua mitologica figura.

IL PROFESSIONISTA CHE NON GIOCA SENZA FASCIA – L’uomo dai 120 gol si è fatto fuori da solo. Ha deciso di tirarsi fuori dai giochi, lasciando in balia del destino tifosi e compagni.

L’orgoglio vale poco, pochissimo, quando sei un professionista e sei lautamente pagato per scendere in campo e fare gol.

Ha ragione? Ha torto? Non lo so. So solo che il suo comportamento è ingiustificabile e soprattutto inqualificabile. Noi siamo l’Internazionale Football Club, non l’Icardi Football Club, quando molti lo capiranno sarà sempre troppo tardi.

Come ho scritto sù il nostro primo avversario siamo noi stessi, i nostri limiti.

Se anche chi dovrebbe difendere questi colori e onorarli ci gioca contro uscire da questa situazione non è proprio facile.

Concludo mettendo dentro una piccola postilla. Se siete arrivati fino a questo punto, permettetemi di alzare un po’ i toni, poi deciderete se essere d’accordo o meno.

Non so di chi possa essere la colpa in tutta questa storia. Io come voi non conosco la verità.

Non so se ha ragione il duo Icardi/Nara o se abbia ragione il tecnico, il gruppo o la società. So solo che nel momento in cui un tesserato rinuncia alla convocazione una, due, tre… N volte non potrà mai essere dalla parte della ragione.

Icardi ha sbagliato, come ho già scritto, nel tirarsi fuori dai giochi. Nell’innalzare un muro contro muro in cui a pagare è la squadra e con essa anche i suoi tifosi.

Io non voglio difendere nessuno. Non sono al fianco di nessuno in questa inutile crociata nerazzurra, ma al momento stiamo vedendo che, tra le mille difficoltà, qualcuno sta cercando di non mollare, di “resistere” fino alla fine, qualcun altro invece… beh inutile dirlo. È sotto gli occhi di tutti.

Il gruppo appare coeso e voglioso. Dentro e fuori dal campo i giocatori sembrano uniti, è un mix di rabbia, sorrisi, abbracci e determinazione. Via social fanno rete tra loro. Si dimostrano legati al progetto, per il conseguimento dei risultati stagionali.

Il tecnico, pur sapendo che a fine stagione saluterà, non si arrende. Lotta insieme a tutti gli altri, porta avanti la battaglia nella speranza di non perdere la guerra. Non molla di un centimetro. Come mai?

Eppure, chi ha a cuore il bene dell’Inter si comporta come stanno facendo molti, ma non tutti, in questo periodo.

Credo, che sarebbe stato molto più semplice avere uno Spalletti scazzato, spento, senza mordente. Un gruppo a cui non importa nulla del risultato e degli obiettivi, perché spaccato e diviso in fazioni.

Invece, ci troviamo solo un giovanissimo ex capitano, bomber di razza, che non ha ancora vinto nulla che dice di amare questa grande famiglia e non gioca perché crede di essere superiore alla squadra stessa.

La fascia è solo un pretesto Mauro.

Abbiamo gioito ad ogni tuo singolo gol, ci hai portato in Paradiso, in tanti anni di inferno.

Abbiamo assaporato il dolce, dopo aver ingoiato solo amaro.

Avremmo bisogno dei tuoi gol, perché ogni singolo elemento della rosa è funzionale per ottenere i nostri risultati.

Abbiamo bisogno di ognuno di voi, al massimo del vostro splendore, per migliorarci e alzare sempre più l’asticella.

Si gioca per la maglia, per la storia, per la tradizione del club e per l’affetto dei suoi tifosi.

Si gioca con l’Inter, per l’Inter“. L’hai scritto anche tu nella tua lettera strappalacrime. E tu dove sei mentre i tuoi compagni lottano in campo alla ricerca della vittoria?

Dicci, caro Mauro, dove sei in questo momento così cruciale?

Il tempo dei giochi è finito. Giovedì e domenica sono giorni fondamentali. Il ritorno di Europa League e il Derby sono appuntamenti vitali.

Arriviamo non in buonissime condizioni. Con un’infermeria pienissima e una lista di giocatori che non basterebbe nemmeno per una partita di calcetto tra amici.

Siamo di fronte ad un bivio preoccupante: rendere la nostra stagione un successo, oppure rischiare di fallire.

Con lui o senza lui. Ormai è tardi per piangerci addosso. Stop!

Non ci resta che aspettare e vedere.

Questi ragazzi ci hanno dimostrato di riuscire a dare il meglio nei momenti di maggior difficoltà. Siamo, più volte, risorti dalle nostre ceneri. Ci davano per spacciati ed invece… non sarà facile, ma scenderemo in campo per giocarci tutto fino all’ultimo secondo. Fa parte del nostro destino, è una componente del nostro DNA.

#AmalaPazzaInterAmala