Cara Inter ti scrivo…

Letterina di Natale all’Inter dopo un pareggio a Verona

Cara Inter, ti scrivo.

Non perché abbia bisogno di distrarmi: capirai bene che questi sono giorni pieni e intensi: si inframezzano le ultime ore di lavoro con aperitivi/cene/pranzi di auguri, shopping compulsivo da ultimo regalo, o pacchetti e pacchettini da fare con carta più o meno improbabile e che alla fine, nonostante tanto impegno, risulteranno sempre raffazzonati e sciatti. Quindi capisci bene quanto una vittoria della propria squadra del cuore, cioè tu, possa risultare salutare per l’umore e lo spirito natalizio, e invece anche quest’anno hai inspiegabilmente deciso di farci passare un altro Natale con il panettone, anzi pardon, il pandoro di traverso.

Deve esserci qualcosa che ti turba delle festività natalizie… non so, le lucine? Troppi alberelli in giro? Eppure fuori dal campo vai alla grande, la campagna #Interpresents è stata geniale e mi ha fatto ridere di cuore tutta la settimana… non potevi già che avevi fatto trenta, fare trentuno e tornare da Verona con i 3 punti?

No, perché non so se ci hai pensato, ma il Milan aveva perso in casa contro la Fiorentina dopo un discreto numero di pareggi e l’eliminazione dalla Europa League: avessimo vinto ieri ci saremmo garantiti la possibilità di prendere in giro i cugini anche il giorno del Santo Natale, senza che ci potessero rispondere: “Eh sì, ma Pellissier…”, oppure: “La vuoi una fetta di pandoro, o ti è bastata quella che ti ha regalato Pellissier?”, per dire.

Evitare di prendere gol come bischeri al 91′ avrebbe anche fatto sì che i giornali oggi non potessero accomunare noi e i rossoneri in una crisi di uguale portata, consolando l’altra metà di Milano dicendo che se pure sono inguaiati possono consolarsi perché anche noi non è che  si sia così brillanti. Pazienza se poi noi siamo terzi, ancora in lizza per una competizione europea, con i conti finalmente a posto, una proprietà seria e presente, e comunque come sempre i più belli. Mentre loro sono fuori in Europa, parlano di pifferi per giustificare le sconfitte, e da quando hanno smesso di segnare all’ultimo secondo con strane carambole o pareggiano o perdono, e si ritrovano con il solo Gattuso a dare risposte con un briciolo di buon senso.

E invece niente, nessuna gioia natalizia, ma un pareggio al primo minuto di recupero a firma Pellissier, che sono convinta ci faccia gol anche quando un interista a caso sogni di giocare una partita con il Chievo. E neanche gol banali eh, perché pure quello di ieri è stato bello: spizzata a centrocampo a mandare a ramengo tutta la nostra difesa, lui che prende palla entra in area e uccella Handanovic che stava uscendo con la sua solita flemma, per un dolce pallonetto che si è insaccato nella rete facendo piovere tutti i santi sul Bentegodi e nelle case nerazzurre. Che poi, essendo a Natale,  dire parolacce e imprecare in genere è ancora più brutto… Inter mia, cosa ci fai fare?

Per di più, cara Inter, mi spieghi anche ieri cosa è successo? Fosse stata una partita stile Bergamo, potrei derubricarla a “eccononcistannoconlatestatroppifesteggiamentinonfatestomannaggiaaloro”, invece, Inter bella, la partita l’hai pure giocata. Hai creato occasioni su occasioni. Hai tenuto palla. Hai messo il Chievo in condizioni di non nuocere, se vogliamo escludere un paio di conclusioni nel secondo tempo con il solito Pellissier che hanno esaltato Handanovic.

Inter mia, mo’ hai pure un Icardi che invece di starsene “solo” appostato in area di rigore pronto alla zampata vincente, si prende anche la briga di fare interventi difensivi notevoli a fermare contropiedi avversari, svaria per tutto il fronte di attacco non dando punti di riferimento ma facendo assist a destra e a manca e non disdegnando le conclusioni in porta, eppure non sei riuscita a fare più di un gol al Chievo. Al Chievo. Come del resto era successo con l’Udinese una settimana fa, ché se non ci fosse stato il rigore, per come si era messa la partita, potevamo stare lì altri due giorni e non sarebbe entrata.

Inter, ieri hai pure ritrovato un giocatore che ricorda il vero Perisic (gol e un paio di avversari saltati sulla fascia, cose che non si vedevano dalla scorsa stagione), avessimo vinto ci sarebbe davvero stato da festeggiare: i tre punti e il ritorno del croato prodigo. E invece nisba.

Devo però anche essere sincera con te, Inter mia, quando ho visto nei primi dieci minuti tre errori grossolani in fase di impostazione di Skriniar e De Vrij, due su cui si può contare a occhi chiusi, abbinati alla furia agonistica di Meggiorini che correva da una parte all’altra come se avesse un rottweiler alle calcagna, ho capito che sarebbe stata una partita no, e la sensazione è aumentata a ogni gol sbagliato, a ogni rimpallo perso e all’esposizione della lavagnetta con i tre minuti di recupero è diventata quasi certezza. Perché, Inter, noi due ormai ci conosciamo, tu conosci ogni mia scaramanzia, e stupida fissazione, sai quanto possa diventare ansiosa guardando una banale amichevole estiva, e mi guardi bonariamente pensando che sia anche un po’ matta, anzi pazza come te, ma il problema è che anche io ormai ti conosco.

Ti conosco e lo so che ancora non sei adulta, ma che in questa fase dei tuoi quasi 111 anni sei un’adolescente che sta cercando di trovare la sua vera identità. Hai sistemato tante piccole-grandi cose, sei più consapevole, non ti sciogli più al sole, sai reagire, ma ancora non hai il piglio e il carattere delle squadre mature. Quelle che creano un’occasione limpida, ma intanto segnano due gol. Quelle che sanno fare il “falletto” al momento giusto. Quelle che ci provano fino all’ultimo, magari anche tirando da fuori, rischiando la figuraccia se va male o l’eurogol se va bene. Quelle che giocano con la consapevolezza della loro forza e che non ci stanno a farsi mettere sotto da chicchessia. Devi avere più determinazione, più grinta, più cattiveria.

E o cresci da sola, con i tempi che ci vogliono, oppure, caro Steven, parli con babbo e cercate di portare a casa uno/due giocatori fatti e finiti, non di prospettiva, ma che abbiano già la giusta esperienza per far fare il decisivo salto di qualità alla nostra squadra, perché nonostante un gol al 91′, non manca poi molto, “solo” qualche uomo nel posto giusto.

Ah, stavo per dimenticare, buon Natale.

Sara