Hauge: il talento norvegese che ha letteralmente fatto impazzire Maldini e tutta la dirigenza
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ToggleDopo la partita pazzesca che il talentino norvegese ha sfoderato a SanSiro, la nuova dirigenza Rossonera, guidata in primis da Maldini, travestito da Condor, ha effettuato un blitz dal sapore antico accaparrandosi le prestazioni di Hauge, gioiello norvegese.
Tecnico, giovane, rapido e pragmatico. Tutte caratteristiche che alla linea societaria piacciono e che hanno messo fretta di chiudere l’affare. Oltre a noi, infatti, sul ragazzo c’era anche il Manchester United. Va detto che il ragazzo era già stato seguito dai nostro talent scout, ma nessuno, addetti ai lavori compresi, si sarebbe mai aspettato un exploit del genere.
Va detto che, forse, il ragazzo è stato un po’ oscurato dal connazionale Haaland. Vero crack attuale del calcio mondiale. Ma attenzione a sottovalutarne l’acquisto da parte del Milan, i numeri, infatti, sono tutti dalla parte di Hauge.
La carriera di Hauge
Hauge è cresciuto nelle giovanili del Bodø/Glimt. Ha esordito in prima squadra il 13 aprile 2016, subentrando a Fitim Azemi nella vittoria per 0-6 sul campo del Fløya. Si è subito fatto riconoscere per la tripletta messa a segno. Il 23 aprile 2016 ha debuttato in Eliteserien, sostituendo Thomas Jacobsen (2-0 perso contro lo Strømsgodset). L’8 luglio successivo segna la sua prima rete in campionato ufficiale. Il Bodø/Glimt retrocede, ma rimane in squadra per il campionato 2017. Contribuisce all’immediata promozione in Eliteserien del Bodø/Glimt. Il 12 maggio 2017, Hauge prolunga il contratto che lo lega al club fino al 31 dicembre 2019. Un secondo allungo del contratto è del 15 gennaio di quest’anno, poi il debutto in Europa.
Il debutto in Europa League
Nel primo match valido per il primo turno di qualificazione per la fase a gironi contro i lituani del Kauno Žalgiris, realizza una doppietta nel 6-1 finale. Dopo aver giocato nel turno seguente contro un’altra lituana, lo Žalgiris Vilnius, questa volta senza segnare, Hauge realizza un gol ed un assist nel terzo turno a San Siro contro il Milan; nonostante la sconfitta per 3-2, con conseguente eliminazione dal torneo per i norvegesi, il giovane si mette in mostra attirando l’attenzione di numerosi club europei, uno tra tutti proprio il Milan che se lo è accaparrato proprio ieri.
La posizione in campo di Hauge
Non avendo grandi compiti nella costruzione del gioco, Hauge riceve pochi palloni spalle alla porta. Dopo il primo controllo può permettersi il lusso di abbassare la testa e puntare il diretto marcatore. Non è un giocatore complesso o riflessivo: il suo maggior pregio è l’intensità con cui cerca di rendersi pericoloso ogni volta che va in uno contro uno. Non è un dribblatore estroso, con un grande bagaglio di finte, e il modo in cui salta l’uomo ha a che fare con i cambi di direzione e di passo, col modo in cui taglia le traiettorie di corsa infilandosi tra i corpi degli avversari. Non sembra veloce ma ha uno stile di corsa controllato e compatto. Come altri giocatori scandinavi (Kulusevski su tutti), ha una solida formazione nel Futsal.
Quando riceve troppo lontano dalla porta, magari di spalle, non è a suo agio: raramente cerca di consolidare il possesso, o si accontenta di una giocata interlocutoria. Prova spesso il dribbling quando proprio non dovrebbe, perdendo palle che riviste al replay sembrano assurde e presuntuose.
Negli ultimi metri, però, la sua ambizione è un pregio; le sue letture si affinano e la sua capacità di creare superiorità numerica è quasi innata. Anche contro difese chiuse, in corridoi stretti, non perde il gusto di accelerare e di cercare spazi in cui correre, nonostante non sia troppo tecnico nel tocco di palla.
Ovviamente nessuno si aspetta Messi, ma un ottimo giovane con prospettive di crescita enormi si. Vedremo quel che saprà fare, ma le premesse ci sono tutte e anche delle migliori.