Bari: storia e curiosità di una gloriosa società

Bari: tutta la storia della società pugliese

“SAPPIATE AMARE LA BARI. SAPPIATELA CUSTODIRE E GUARDATELA SEMPRE CON OCCHI INNAMORATI”

Autore di queste splendide parole, che rimarranno impresse per sempre nel cuore e nella testa dei tifosi del Bari, è l’indimenticabile Floriano Ludwing.

L’austriaco, nel lontano 1908, è stato il fondatore dell’allora società calcistica Foot-Ball Bari insieme a svariati oriundi originari di vari paesi europei. I colori ufficiali sono il bianco ed il rosso. Nei primi suoi anni di vita il Bari partecipa a poche competizioni ufficiali dedicandosi per lo più ad affrontare, in amichevole, equipaggi delle navi sbarcate in città e con altre squadre pugliesi. Da questa società, poco dopo, se ne separano due: l’Unione Sportiva Ideale nel 1908 e nel 1909 il Foot-Ball Club Liberty.

Nel 1915 l’FBC Bari chiude l’attività agonistica, mentre continuano Libery ed Ideale. Successivamente, però, su ordine del segretario federale fascista di Bari Leonardo d’Addabbo, le due società ancora in vita si fondono creando l’Unione Sportiva Bari il 27 febbraio 1927. Questa formazione fu la prima a partecipare al massimo campionato di Calcio. Nel ’28 retrocessero subito e tornarono in A solo nel 1930/31. Ma l’anno dopo ricaddero in B e tornarono in A solo nel 1934. E restano fra le grandi per ben 7 anni. Raggiungendo la semifinale di Coppa Italia nel 1939-40.

Durante la Guerra non ci furono grandi attività agonistiche. Nel 1945 il Bari fu rifondato come Associazione Sportiva Bari e si iscrisse al Campionato Nazionale Misto.

Storia del Bari: dal dopoguerra al 2014

Nella prima stagione del dopoguerra il Bari terminò il Campionato misto A-B del girone Sud, al secondo posto dietro al Napoli e quindi l’anno dopo si ritrovò in A. Il Bari di questi anni raggiunse il settimo posto e tutti lo ricordano come la “Stella del Sud”. Dopo il 1947 la squadra pugliese tracollò fino alla retrocessione nel 1950 nella nuova IV serie o serie D.

La squadra passò per problemi economici fu sotto i controllo di una Commissione di reggenza, affidata all’avvocato Achille Tarsia Incuria. Proprio sotto di lui i galletti fecero il grande balzo e risalirono fino alla A. Era il 1958 e a guidarli c’era Federico Allasio. In massima serie vi restarono per tre anni. Poi nuovamente a fine anni Sessanta i pugliesi tornarono in serie C.

Fu a fine dei Sessanta che il “sergente di ferro” fra esoneri e ritorni riportò il Bari in A nel 1969. Ma presto lo colpì la retrocessione e il secondo ritorno del sergente non portò  risultati sperati. Anche in questo caso la discesa verso la C fu rapida. Da Regalia e dal suo Bari “dell’onda verde” si passò a quello in C di Pirazzini. Il Bari si ritrovò in B nel 1977.

Bari: l’era Matarrese

Ma quell’anno fu ricordato per il passaggio dal singolo presidente De Palo a una fusione moderna con Mincuzzi-Gironda. Poco dopo De Palo morì e iniziò l’era Matarrese.

Quest’ultima rimane in vita sino all’indimenticabile (per i tifosi bianco-rossi) 23 maggio 2014, giorno in cui la Football Club Bari 1908 (con a capo Gianluca Paparesta), dopo un’asta, acquista il titolo sportivo “indegnamente” calpestato negli ultimi anni dalla proprietà Matarrese. Il nuovo corso inizialmente non fu propizio. Agli inizi degli Ottanta l’allenatore Catuzzi tornò alla linea verde e in B schierò i ragazzi vittoriosi della Coppa Italia Primavera. Questo fu il primo trofeo ufficiale dei baresi.

Catuzzi propose la “zona totale”, con un calcio vincente, giovane e spigliato, ma non arrivò alla promozione ini A. Una squadra che presto si sciolse e anzi portò, per incurie societarie e difficoltà di risultati, al ritorno in serie C.

Fu il Bari di Bolchi a tornare rapidamente dalla C alla B e quindi la A nell’arco di pochi anni alla A. In particolare resterà memore il percorso che dalla Lega C portò i pugliesi alla semifinale di Coppa italia contro il Verona di Bagnoli. Fra le sconfitte ci furono Juventus e Fiorentina.

Solo a fine anni Ottanta il Bari di Gaetano Salvemini tornò in A. E l’anno dopo i pugliesi disputarono un grande campionato, raggiungendo la zona UEFA. Nel 1990 poi arrivò il secondo trofeo ufficiale e il primo internazionale: la Mitropa Cup 1990.

Il Bari degli anni Novanta è una squadra che passa dalla A alla B continuamente e lo fa con giocatori del calibro di Protti, Tovalieri, Joao Paulo e Platt. Il ritorno in A è nel 1993 con Giuseppe Materazzi. L’anno in A nel 1994 vede prima l’exploit di Tovalieri e poi gli arrivi di Kennet Andersson, Ingesson, e Luigi Sala. Ma il Bari l’anno dopo retrocede nuovamente.

Nella stagione 1996/97 il Bari guidato da Fascetti torna in A. Fra i suoi uomini di spicco ci sono: Garzya, De Ascentis, Zambrotta, Masinga, Ventola, Francesco Mancini e De Rosa. Questa squadra fino a fine secolo disputa dei campionati più che discreti. A fine del 19998/99 il Bari si qualifica per la Coppa Intertoto. Ma il Bari rifiuta.

Uno dei più grandi ricordi fu la vittoria contro l’Inter, in rimonta, per 2-1. A segnare furono due giovanissimi talenti: Antonio Cassano e Enninaya. Con Fascetti il Bari resta in A per cinque anni. Il Bari torna in B, poi si ritrova in C nel 2004, ma ripescato in B. Dal 2001 al 2004 i baresi si ritrovano a metà classifica con vari allenatori: Carboni, Maran, Materazzi e infine Antonio Conte. Fu proprio l’ex Juve a riportare in A la squadra pugliese l’8 maggio 2009. A questa promozione si aggiunge la vittoria della Coppa Ali della Vittoria.

L’anno dopo la guida di Ventura porta un nuovo Bari da record: 50 punti e un gioco brillante. Ma nel 2011 il Bari torna in B. Proprio questa stagione si scopre, qualche tempo dopo, essere stata influenzata da scandali di calcio scommesse. Molti giocatori indagati.

Nel 2011 il presidente Matarrese rassegna le dimissioni. 

Gli anni successivi il Bari paga le penalizzazioni, i risultati scarsi e la fine completa della holding dei Matarrese. A questo punto il Bari, spinto anche dai tifosi, dichiara l’autofallimento. La società passa a due curatori e poi viene messa all’asta l’azienda complessiva. L’asta è vinta dall’ex arbitro Gianluca Paparesta. A questi ai aggiunge l’anno dopo la quota di minoranza dell’imprenditore Giangaspro. L’anno dopo Paparest si defila e lascia la società in mano a Giangaspro della Kreare Impresa SRL. In questi anni a livello sportivo si oscilla fra play-off e campionati scadenti.

Poi nel 2016 il Bari per debiti viene estromesso dalla B. La società passa a De Laurentiis, presidente del Napoli.

Il titolo sportivo viene acquistato dalla Filmauro con a capo Luigi de Laurentiis: la nuova ed attuale denominazione è S.S.C. Bari. 

Dove gioca il Bari oggi?

Attualmente la compagine biancorossa occupa il secondo posto nel girone C di serie C, distante 10 lunghezze dalla capolista Reggina. E’ soprannominata, dagli addetti ai lavori, “squadra ascensore” per via delle numerose promozioni e retrocessioni negli anni tra Serie A, B e serie minori. Inoltre è la terza squadra del Mezzogiorno (dopo Napoli e Cagliari) per numero di campionati disputati nella massima serie.

Quali sono i colori sociali del Bari e perché il simbolo del gallo?

Nei primi anni di vita il Bari ha utilizzato una maglia granata tendente al rosso e lunghi pantaloncini bianchi. Nel 1915, per pochi mesi e prima dello scioglimento del club, i calciatori iniziano ad indossare casacche a strisce nero-verdi.

Dal 1928 in galletti indossano (fatta eccezione per alcuni anni) divise bianche con risvolti rossi. Una caratteristica particolare è che, fino al 1950, la divisa era completata con calzettoni neri.

Nel 1928, tramite un referendum popolare, viene scelto come simbolo il gallo.

Storia dello stadio San Nicola

I primi campi di gioco utilizzati (fino al 1928) sono stati il Campo San Lorenzo (concesso dai militari) ed il Marisabella. Dal 1928 la squadra si sposta sul terreno di gioco del Campo degli Sports. Nel 1934, causa problemi di capienza, viene ristrutturato e rinominato in Stadio della Vittoria. All’inaugurazione era presente Benito Mussolini.

Quest’ultimo dura sino al 1990, anno in cui, anche per via dei Mondiali, Renzo Piano progetta e costruisce lo Stadio San Nicola, impianto che attualmente viene utilizzato per le gare casalinghe.

Bari: statistiche e curiosità

Dal 1908 il Bari ha partecipato ad un totale di 95 campionati cosi suddivisi: 33 campionati di serie A; 50 di serie B; 9 di C e 3 di D. Il miglior piazzamento nella massima serie nazionale è stato ottenuto nell’anno calcistico 1946-1947: l’allora tecnico Tommaso Annoscia riuscì chiudere il campionato al settimo posto. Il massimo punteggio è stato ottenuto, invece, nella stagione 2009-2010 con mister Giampiero Ventura (totale 50 punti).

Jean Francoise Gillet detiene il record di presenze (ben 353), completano il podio Giovanni Loseto (318) e Mario Mazzoni (313).

A oggi il record di reti appartiene a Luigi Bretti (70 reti), seguito dall’ungherese Mihaly Voros (54 reti) e Gionatha Spinesi (52 reti).

L’allenatore più “prolifico” è stato Eugenio Fascetti (190 panchine). Fra i 61 mister che hanno avuto il privilegio di allenare i biancorossi, 19 sono stranieri (11 ungheresi, 3 austriaci, 2 argentini, 1 cecoslovacco, polacco e brasiliano.

Il presidente più longevo è stato Vincenzo Matarrese (28 anni di dirigenza), seguito da Angelo de Palo (14 anni) e Antonio Matarrese (6 anni).

Molto povera la bacheca di trofei: fra i pochi titoli vinti troviamo 2 campionati di serie B e 4 di C,  1 di D, 2 scudetti di IV serie, 1 scudetto di seconda divisione, 1 terza categoria, 1 torneo misto pugliese 1944-1945. L’unico trofeo internazionale risale al 1990, anno in cui i galletti vincono la Mitropa Cup (1-0 in finale al Genoa).

La squadra del Bari ha suscitato l’interesse dei media nazionali in tre occasioni:

  • la prima nella serie A 1938-1939: la squadra, allenata dall’ungherese Jozsef Ging, poteva vantare nella sua rosa nomi del calibro di Capocasale, Grossi e Costantino. Questi calciatori spingono ad un’emittente radiofonica a trasmettere l’incontro Genova – Bari del 15 gennaio 1939.
  • la seconda nella serie B 1981-1982: in questa stagione la giovane compagine allenata da Enrico Catuzzi viene ammirata sopratutto per l’ottimo calcio mostrato. L’ultima nella stagione 2009-2010, anch’essa ricordata per l’ottimo calcio offerto e organizzato da Gian Piero Ventura.
  • Indimenticabile, per tifosi ed addetti ai lavori, è il finale di stagione del 2014. Tutto parte da marzo. La società ormai non ha più soldi e non riesce a garantire il pagamento degli stipendi ai calciatori. Il centrocampista Daniele Sciaudone, anche per smuovere un pò gli animi e le acque, si inventa l’hastag #compratelabari per cercare di trovare acquirenti interessati. Questa “invenzione” regala una spinta incredibile alla squadra che, incredibilmente, risale in classifica ed accede ai play-off: il sogno di una serie A insperata si infrange, anche per colpa di arbitraggi scandalosi, in semifinale con il Latina.