Cutrone-Milan: un addio che fa male al milanismo

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Cutrone-Milan: un legame durato appena due anni. Altra cessione che toglie lo spirito rossonero a questa squadra. Ma sarà giustificata?

Cutrone via dal Milan due anni fa te lo immaginavi possibile. Ma in un’ipotesi di prestito con diritto di riscatto o prestito secco. La classica operazioncina di mercato per far fare le ossa a un giovane che qualche presenza in A ce l’aveva. Invece, due anni dopo, ti ritrovi a salutarlo, forse per sempre. Chissà…

E ti ritrovi che va via per 23 milioni di euro. Destinazione Premier League: Wolverhampton. A farsi le ossa in un campionato maschio, duro e ricco. Questione di ingaggio?

Difficile che uno come Patrick Cutrone, rossonero purosangue, vada via perché voglia più soldi. Anche se la società fra un paio di giorni ringrazierà il giocatore per le prestazioni offerte, bla…bla…bla…e poi dirà che aveva fatto una richiesta di ingaggio troppa alta per i nuovi paletti prefissati. E magari molti ci crederanno e gli daranno del mercenario. Che tutto si possa dire a Cutrone, tranne che sia un mercenario.

Cutrone contrariato: non voleva andar via. Che ingaggio avrà?

Secondo quanto riporta Tuttosport, il giovane Patrick non voleva per nulla andar via. La sua intenzione era di giocarsi il posto e fare staffetta con Piatek e l’eventuale nuovo arrivo di Leao. Ha accettato la decisione senza fiatare, ma in cuor suo la sua volontà era un’altra. A dimostrazione che questo ragazzo non era per nulla un traditore.

Ad ogni modo si consolerà con un ingaggio migliore rispetto a quello del periodo rossonero: 2 milioni all’anno per 4 anni. Quasi la cifra che da noi percepisce il Papu Gomez all’Atalanta. 

Cutrone-Milan: quel ragazzino che mangiava l’erba e ci ha regalato un derby

Ma si diceva che non è certo un ragazzo bramoso di denaro. Un mercenario…

Uno che mangia l’erba (come dice Gattuso) non lo è mai! Sicuramente è e resterà per noi un grande professionista. Un ragazzo giovane, classe ’98, che entra in campo e crea pericoli. Perché si muove come una biscia; perché sa fare spalla a spalla con l’avversario; perché sa stare davanti all’uomo e anticiparlo. Lui è il classico alla Inzaghi (con meno fiuto del goal) che fa casino in area di rigore, che si getta su ogni palla e che crea o propizia la propria segnatura o il goal altrui. Compatibilità con Piatek o seconda punta?

Nessun problema, perché lui ha sempre dato massima disponibilità a giocare perfino come esterno alto. Lui, che nasce prima punta, ma che sa fare la spalla (convivenza con Higuain) e che soprattutto ha saputo stare in panchina anche quando forse meritava la sua chance.

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E perché è difficile per i milanisti pensare a Cutrone lontano dal Milan?

Perché resta nei ricordi quel fantastico goal in un derby di Coppa Italia (uno dei momenti più belli dei due anni di Gattuso) in spaccata, a sorprendere Handanovic e a regalare una vittoria impensata (dopo anni di umiliazioni e pareggi contro i nerazzurri). Una corsa verso la curva, la mano sul cuore e l’inizio di un’amicizia.

Quello che fa di Patrick l’esempio, uno dei più recenti <di milanismo> è proprio questo. Il ragazzo che amava il Milan ed era amato. Il giocatore che dà l’anima in campo e nessuno questo glielo può mai negare.

Uno di quelli, stile Massaro, Tomasson, Virdis. Ecco, per i milanisti Lui poteva essere uno di quelli là. Quelle riserve di un vecchio Milan fatto di campioni talmente elevati da costringere i panchinari affamati a comparire ogni tanto. E quando erano in campo giocavano fino all’ultimo secondo per la squadra, i tifosi e lo stadio. Uomini spogliatoio fondamentali! Uomini da Milan!

Patrick Cutrone: due anni al Milan- statistiche

Patrick Cutrone esordisce in Milan-Bologna 3-0 con Montella. Il suo primo goal contro il Craiova in Europa League è il primo con il Milan. Nella stagione di quell’anno 2017/18 realizza 10 reti e si conquista la fiducia dei tifosi del Milan. Oltre al goal nel derby, indimenticabile quello contro la Lazio nello spareggio Champions del momento.

Ragazzo di 21 anni, da due anni professionista in A, che ha segnato la bellezza di 27 reti fra A, Europa League e Coppa Italia. A cui si aggiungono 7 assist in due anni e tanta corsa per tutti!

Acquisti Milan 2019: perché cederlo per 18 milioni?

E’ questo il secondo interrogativo da porsi sulla questione Cutrone-Milan. Mettiamo da parte i sentimenti, l’affetto e il milanismo che questo ragazzo ha trasmesso ai rossoneri. Facciamolo, considerando che, purtroppo, non ha grandi doti tecniche, di palleggio e di capacità di costruire l’azione. Ma perché cederlo a 18 milioni? Un ’98 di questi tempi? Quando Pinamonti è andato a via a più di 20?

La sensazione è che il Milan, pur sapendo che si tratti di un danno affettivo, voglia fare cassa. Se non fosse stato Cutrone, ma qualcun’altro, si sarebbe tentato di venderlo lo stesso. E appunto, proprio perché sacrificare un ’98 oggi vale oro, facciamoli fruttare questi guadagni. Sopratutto se a pagare è un club del campionato più  facoltoso del mondo.

Paradossalmente: noi importiamo a cifre onerose (55 milioni ?) attaccanti di altre squadre ed esportiamo futuri campioni a sotto-costo? Non ha senso! Sembra la classica operazione stile Kucka. Che poi te ne penti! Un far cassa stile Cristante! Nulla più!

Rafael Leao: Cutrone via per lui?

Qualcuno dirà che va via per far posto a tale Rafael Leao?! 20 anni, portoghese e proveniente dal Lille. Ha segnato in 24 presenze 8 reti. Non sembrano statistiche da fenomeno sinceramente. Pur avendo fiducia negli osservatori del Milan, ricordandomi poi della sgraziata fortuna degli attaccanti portoghesi in Italia, si direbbe che l’affare non sia così vantaggioso.

Cutrone-Milan e Mendes-Leao: il milanismo abbattuto dai procuratori

La verità, invece, è forse un’altra. Fa parte proprio del calcio di oggi. Dietro all’operazione Cutrone al Wolverhampton c’è Mendes, l’agente di Andrè Silva e uomo che sta lavorando all’operazione Leao. Ecco che ancora un volta, come per il caso Donnarumma o simili, a comandare sono i procuratori o mediatori di affari calcistici. Uomini di business che si disinteressano dei sentimenti e guardano al proprio profitto.

E così facendo il Milan, versione-Udinese, abbatte lo spirito milanistico e lascia andar via ragazzi che sono nati nella Primavera rossonera, come Patrick Cutrone.

Ma siamo ai titoli di coda e allora salutiamo con affetto e un grande augurio Patrick Cutrone, ragazzo destinato a simboleggiare il Milan in un Milan che simboli non ne ha più. 

Ciao Patrick! In bocca al lupo per il tuo futuro! 

 

 

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