Inter, cinque buoni motivi per cui Conte è la figura giusta!

Da qualche giorno è iniziata una nuova era in casa nerazzurra. È iniziata l’era Conte

Non si faceva altro che parlare di quello che sarebbe successo al triplice fischio di questa stagione. Le voci sull’addio di Spalletti erano sempre più insistenti e l’arrivo di Antonio Conte sulla nostra panchina diveniva, giorno dopo giorno, sempre più concreto.

Nulla di nuovo quindi. Mancava solo l’ufficialità, mancava solo che la Società confermasse le voci e mettesse tutto nero su bianco.

Spalletti out, Conte in – Per mesi e mesi non abbiamo sentito altro. Non abbiamo letto altro che una serie infinita di tifosi iracondi cavalcare l’onda social dello #SpallettiOut.

Il tecnico di Certaldo è stato preso di mira dalla stessa tifoseria che, a fine campionato ed esonero avvenuto, gli si è piazzata a fianco. Assurdo!

Per mesi Spalletti è stato preso di mira dalla critica e da quei tifosi che sputano odio attraverso le piattaforme virtuali, non considerato all’altezza della nostra società. Per mesi il nostro ex tecnico ha dovuto ingoiare bocconi amari, rospi, situazioni indecifrabili e indicibili, ma soprattutto le offese dei suoi stessi tifosi.

Umanamente mi spiace per quanto accaduto al nostro Luciano, dimostratosi grandissimo uomo e grandissimo professionista. Ne ho evidenziato le qualità, sotto questo punto di vista, proprio una settimana fa.

Spalletti ha pagato anche per colpe non sue. Si è trovato in una centrifuga da cui è uscito un po’ ammaccato, ma da perfetto signore. Anche i suoi messaggi post esonero dedicati a noi tifosi e all’ambiente tutto dimostrano quanta signorilità avesse in corpo. Ancora una volta chapeau.

Ma per vincere, per iniziare un ciclo vincente serve ben altro. Serve fame. Serve la giusta mentalità. Serve essere “cannibali”.

Professionalmente Spalletti non ha inciso più di tanto. È vero, ha preso una squadra che era arrivata al settimo posto e l’ha porta per ben due volte in Europa, al quarto posto, ma quando alleni l’Inter l’obiettivo minimo deve essere raggiunto senza patemi d’animo. Quando sei il tecnico dei nerazzurri devi anche mettere in conto che non ci si può accontentare del risultato. Bisogna saper osare.

Dove ha sbagliato Spalletti? L’ex tecnico nerazzurro ha sbagliato nel non dare una impronta alla squadra. Ha sbagliato nel non trovare gli uomini giusti su cui fondare il suo credo calcistico e la sua Inter vincente.

La sua prima Inter aveva delle qualità che quest’anno non si sono viste. Non aveva paura di giocare a viso aperto con l’avversario, aveva quella grinta e quella tenacia che poche volte si sono viste nella stagione appena conclusa.

La sua prima Inter è stata capace di imprese che sembravano difficili da realizzare, pur non partendo con i favori del pronostico.

L’Inter appena andata in ferie è sembrata la brutta copia di quella dell’anno precedente, salvatasi solo per alcuni sussulti che hanno mantenuto la squadra viva nei momenti di maggiore difficoltà.

Si è vista la solita rabbia. La solita reazione, ma poca lucidità e poca voglia di provarci fino in fondo. Alcune delle sfide cruciali della stagione non sono state portate a casa per questa sua mancanza di osare: quando devi vincere devi provarle tutte. Mourinho docet.

A volte è sembrato alla frutta. All’interno di una situazione paradossale. La scossa deve arrivare anche dalla pancina, ma in questo suo ultimo anno in nerazzurro è sembrato più “spremuto” e meno “grintoso”. Ha pagato lui per tutti. Ha pagato colui che, per milioni di tifosi, aveva più colpe di tutte.

Ha pagato per l’eliminazione dalla Champions, quando ci bastava vincere in casa con il già eliminato Psv. Ha pagato per l’eliminazione dalla Coppa Italia, dove a “tradirlo” è stato ancora una volta il suo pupillo. È stato “insultato” via social dal padre di Lautaro e dalla compagna di Candreva.

È stato “lapidato pubblicamente” dalla signora Icardi dal salotto di Mediaset. Ha pagato per il caso Icardi. Lui. Solo lui al momento. Ha pagato lui per i mal di pancia di Perisic. Ha pagato per la poca chiarezza di una società che non lo ha mai affiancato pubblicamente, lasciando che lui da solo affrontasse la “pubblica piazza”.

Ha pagato con l’esonero, ben oltre le proprie responsabilità. Ma, almeno lui, ha pagato.

Conte è davvero la figura giusta? – Inutile girarci intorno ed è meglio rispondere subito alla domanda. La risposta, per me, è sì. Ed è sì per molteplici motivi. Ma ci arriveremo pian piano.

Prima è necessaria una premessa.

Noi tutti conosciamo il passato del nostro nuovo allenatore. Noi tutti sappiamo da dove viene e quali siano le sue “qualità morali”. Bene! Come nel caso di Spalletti bisogna considerare l’Antonio Conte uomo e l’Antonio Conte professionista.

È l’uomo che fa per noi? La riposta è chiara è concisa: NO! Ciò che ha rappresentato negli anni. Il suo essere una bandiera gobba lo mette al primissimo posto degli individui da evitare. La sua figura di uomo simbolo bianconero stona nel nostro ambiente, fatto di ben altre qualità e virtù, parole magari sconosciute a Torino.

Il suo passato lo rende un “nemico”, un personaggio scomodo e da “odiare”, perché il contrario di ciò che siamo stati e siamo (e spero saremo!). Come se non bastasse il suo essere gobbo, pesano su di lui anche i suoi problemi con la giustizia.

In tutto e per tutto rappresenta il “male”.

Alla presentazione ufficiale, in qual video al fianco del presidente, si fa molta attenzione nel porgli le domande. Nessun riferimento ai gobbi e al suo passato a Torino. Nessun riferimento a quello che è il nostro rivale storico e più odiato.

Prima di arrivare in nerazzurro la sua figura è stata resa più “presentabile”, si parla di lui come l’ex commissario tecnico della nazionale o l’ex allenatore del Chelsea. Sì, ma tutto ciò che c’è stato prima? Se ne parlerà prima o poi? Io aspetto quel momento.

Intanto bisogna considerare anche l’aspetto professionale che mi spinge ad affermare che sia la figura più adatta al nostro ambiente. In tanti si aspettavano un ritorno, improbabile, di Mourinho, ma è proprio Conte la figura che più si avvicina al Vate di Setubal.

Riflettiamo un attimo sul perché Conte abbia scelto proprio la nostra panchina. I 5 motivi – Dopo l’esperienza a Londra il tecnico leccese era libero sul mercato. Il suo nome è stato affiancato, in Italia, alle panchine di Inter, Milan, Roma e gobbi. Ha scelto noi. Togliamo per un attimo dalla lista la seconda milanese e la romana che navigano in mille difficoltà, quindi chiediamoci il motivo per cui tra noi e “loro” Conte abbia scelto Milano piuttosto che tornare a casa sua a Torino? Eppure, Agnelli sembra che abbia provato fino all’ultimo, ma lui ha voluto fortemente l’Inter.

Sarà che i cinesi gli hanno offerto un contratto a cui era impossibile dire di no? Certamente 30 milioni di euro per tre anni non sono mica noccioline, ma siamo sicuri che in altre piazze non avrebbe potuto prendere di più?

A me piace pensare che sia stato convinto dal progetto. I cinesi, che i soliti tifosi da tastiera vorrebbero #out (come Spalletti), stanno puntando sulle figure giuste per poter permettere alla nostra Inter di tornare ai vertici, di competere dapprima in Italia e poi in Europa.

Al momento ci ritroviamo una società sana, forte, con ampie prospettive di crescita e che non viene snobbata come qualche anno fa. Un tempo dovevamo accontentarci dei giocatori che arrivavano, adesso, passo dopo passo, possiamo anche cominciare a sognare in grande.

Quindi, ricapitolando, motivo numero 1: il progetto.

Motivo numero 2: rivincite personali – La voglia di vincere di Conte è direttamente proporzionale alla voglia che abbiamo noi tifosi e la società. L’obiettivo è comune e troveremo nel nuovo tecnico ciò che ci è mancato fino ad oggi.

Conte sa che non può fallire. Da questa sua nuova esperienza passa gran parte della sua carriera e del suo prestigio. Portare l’Inter ai fasti di un tempo e magari alla vittoria significherebbe dimostrare a chi non ha creduto su di lui che è il tecnico a fare la differenza. Che con Antonio Conte si vince. L’ex commissario tecnico della Nazionale è stato un po’ come Re Mida, ha trasformato in oro tutto ciò che ha toccato. Ha vinto con i gobbi, ha vinto a Londra e ha conquistato la piazza d’onore agli Europei alla guida dell’Italia.

Per lui vincere è un dogma. E come si ottengono le vittorie?

Motivo numero 3: noi non siamo la Juve! – A Milano bisogna sapersi guadagnare tutto, soprattutto le vittorie. Nessuno ti regala nulla. Se ne accorto Marotta, quando si è presentato ai microfoni dopo la rapina di Firenze che poteva costarci una stagione, se ne accorgerà anche Antonio Conte.

Noi dobbiamo lavorare e faticare sul campo. Non serve fare il minimo indispensabile, bisogna sempre fare quel qualcosa in più per portare a casa la vittoria. E come si arriva a questo qualcosa in più? Con il lavoro e il sacrificio.

Conte è il tecnico più adatto per mettere in riga questo gruppo di ragazzine. Chi non vorrà rigare dritto potrà allegramente togliersi dalle scatole. Serviranno rigore e rispetto delle regole, senza alcuno sconto per nessuno. L’Inter è deve essere il bene assoluto e da salvaguardare. Niente più primissime donne. Nessun atteggiamento da rock star e nessun caso. Con l’Inter, per l’Inter e solo esclusivamente per il bene dell’Inter.

Motivo numero 4: si avrà un gruppo di professionisti – Con Conte in panchina, finalmente, come ho scritto nel paragrafetto su, potremmo contare su un gruppo che seguirà come Vangelo le parole del proprio tecnico.

Il nuovo allenatore dovrà fare ciò che non è riuscito a Spalletti, ovvero essere lui il manico del gruppo. Dovrà essere bravo ad inserirsi nella loro testa, motivarli, farli crescere singolarmente e come gruppo e farli rendere per l’intera stagione. Dovrà plasmare un gruppo solido, cementificarlo giorno dopo giorno affinché si evitino certi episodi visti e rivisti negli anni.

Tutti dalla stessa parte, per un solo risultato. Dovranno dare il 101% già in allenamento. Dovranno dare tutto per la maglia che indossano, per quei colori, per la città e per la storia che rappresentano. Conosceranno la fatica. Non molleranno di un centimetro e sapranno cosà vuol dire fare grande l’Inter.

Motivo numero 5: fare uno sgarbo ai gobbi – Qui non c’è nulla da aggiungere. Il solo fatto che una loro ex bandiera abbia firmato per noi ha già fatto scoppiare più di qualche fegato. Speriamo di completare l’opera quando li avremo battuti e quando il nostro nuovo tecnico inizierà a vincere con e per questi nuovi colori.

Sarà un momento indimenticabile. Alla faccia dei gobbi e di coloro che, da interisti, sperano che Conte fallisca e con lui l’Inter.

Vi aspetto tutti sulla riva del fiume. Prima o poi dovrete passarci tutti.

L’amore per l’Inter non si discute, con o senza Antonio Conte in panchina. Gli allenatori, i giocatori passano, la maglia, i colori, l’amore per questa società non dovrebbe passare mai. Bel mantra detto e ridetto più volte, ma a quanto pare più di qualcuno se ne è dimenticato.

#AmalaSemreEComunque