Inter-Siviglia 2-3: i nerazzurri non ce la fanno

Inter-Siviglia 2-3: Lukaku maledizione

Incredibile, ma vero. Uno di quei paradossi che non te lo aspetti. Arrivare a 34 goal come il primo anno di quel fenomeno tanto caro alla storia dell’Inter, e poi giungere al 35° goal, ma ahinoi! nella propria rete. È questa la sfortuna di Romelu Lukaku, uno dei nuovi idoli della tifoseria nerazzurra, eppure uomo-simbolo della fortuna avversa.

Eh si perché sulla rovesciata o bicicleta di Diego Carlos c’è il suo “maledetto” piede a deviare la sfera in rete. Stupendo, encomiabile il gesto dello spagnolo, ma quanta iattura in quel rimbalzo. Ancora di più, se si aggiunge che, poco prima in un a “tu per tu” con il portiere Bono, che è bravo a chiudere con la chiusura tedesca lo specchio della porta.

Il resto è una sfida bellissima, con un 2-2 nel primo tempo. Vantaggio Inter con Lukaku su rigore. Poi De Jong, l’olandese volante che stacca di testa, per due volte: tuffo di testa prima e poi su corner.

Stesso tipo di goal per Godin che recupera gli spagnoli pochi minuti dopo.

Poi nel secondo tempo, la squadra che ne ha vinte 5, porta a casa la sesta coppa europea! 

Inter: finale Europa League 2020

Così l’Inter è dal 22/5/2010 che non si ritrova a vivere l’attesa per una finale europea. Certo l’Europa League non è la Champions, ma la finale ha sempre il suo fascino una vetrina importante per salire di nuovo alla ribalta internazionale ed aggiungere un trofeo che manca nella prestigiosa bacheca nerazzurra (non considerando la vecchia Coppa UEFA).

Il Siviglia è regina di questa coppa che le finali non le ha mai perse ne ha vinte tre consecutive dal 2013 al 2016. In un ventennio ne ha disputate 11 in Europa, senza considerare la Coppa del Re e la Supercoppa di Spagna altrimenti sarebbero 19, nessuna big ha fatto di meglio.

Le formazioni dovrebbe essere queste: 

Inter (3-5-2): Handanovic; Godin, De Vrij, Bastoni; D’Ambrosio, Barella, Brozovic, Gagliardini, Young; Lukaku, Lautaro Martinez.

Siviglia (4-3-3): Bounou; Jesus Navas, Koundé, Diego Carlos, Reguilón; Banega, Fernando, Jordán; Ocampos, En-Nesyri, Suso. All: Lopetegui.

Inter curiosità finale Europa League

Per l’Inter si tratta della prima finale in Europa League, poiché l’ultima volta nel 1998 i nerazzurri vinsero la Coppa UEFA.

Jordan Lukaku con i suoi 33 goal è a un passo dal record del fenomeno Luis Nazario Da Lima, alias Ronaldo!

Lukaku-Lautaro costituiscono con 54 reti in due la coppia più prolifica dell’Europa League e d’Europa. 

Per sapere tutto sulle finali del Siviglia, ecco il nostro articolo dedicato.

Inter-Shakhtar Donetsk 5-0

Semifinale Europa League si parte con due squadre in forma. I nerazzurri hanno regolato di giustezza il Getafe 2-0 e Bayern Leverkusen 2-1. Gli ucraini hanno surclassato prima il più quotato Wolfsburg 3-0 e poi rifilato un sonoro 4-1 al Basilea.

Le formazioni: INTER (3-5-2): 1 Handanovic; 2 Godin, 6 de Vrij, 95 Bastoni; 33 D’Ambrosio, 23 Barella, 77 Brozovic, 5 Gagliardini, 15 Young; 9 Lukaku, 10 Lautaro. All. Conte. SHAKHTAR DONETSK (4-2-3-1): 30 Pyatov; 98 Dodô, 4 Kryvstov, 5 Khocholava, 22 Matviyenko; 8 Marcos Antonio, 6 Stepanenko; 11 Marlos, 21 Alan Patrick, 7 Taison; 10 Junior Moraes. All. Castro

Primo Tempo:

Le squadre sentono la partita e partono a ritmo lento, studiandosi come due pugili ad inizio match. Ma al diciannovesimo assist di Barella dalla destra bravo a sfruttare un errato rinvio di Pyatov ed allargarsi sulla fascia per Martinez che di testa la spizza all’angolino basso 1-0. Ancora l’ex Cagliari al trentesimo con un tiro a riscaldare le mani del portiere ucraino, che devia in angolo. I nerazzurri chiudono tutti gli spazi, bloccando le giocate dei funambolici brasiliani di Castro, che complice le incertezze difensive non riescono ad attuare il loro pressing asfissiante. Taison e compagni tengono il possesso palla, ma non trovano le bucate offensive, affidandosi ai tiri da fuori area come quello di Marcos Antonio che sorvola di poco la traversa. Finisce la prima frazione con un Handanovic inoperoso.

Secondo Tempo:

Pronti via e subito Lautaro ruba un pallone a centrocampo e con un pallonetto per poco non sorprende l’estremo difensore avversario, che manda sulla bandierina. Poco più tardi il numero nove nerazzurro non riesce a girare troppo un tiro in area, fuori di poco. Inter entrata in campo con un piglio diverso più aggressiva. Alla mezz’ora si fa vedere lo Shakhtar su dormita della difesa interista, Junior Moares spreca con un colpo di testa sul portierone nerazzurro dopo un cross di Matviyenko. Nel capovolgimento di fronte calcio d’angolo di Brozovic ed inzuccata vincente di D’Ambrosio sul secondo palo 2-0. Per poco non trova la terza rete con uno/duefirmato Lautaro/Lukaku, ma il gigante belga non angola bene. Cosa che riesce al Toro un minuto dopo con un destro secco da fuori area per la sua doppietta personale 30. Ucraini usciti fuori dal match e su assist del compagno di reparto argentino questa volta Lukaku la butta dentro 4-0. Mostruoso ad otto minuti dalla fine lo scatto del ex Manchester che brucia Khocholava 5-0. Trentatré goal in stagione per lui a -1 da Ronaldo. Arriva il triplice fischio finale del polacco Marciniak, dopo ventuno anni un Italiana torna in finale Coppa UEFA/ Europa League, l’ultima è stata il Parma.Felice il presidente Zhang con video e foto a fine partita.

Siviglia accontento ha trovato i suoi avversari. Solita Inter di queste notti d’estate europee: cinica e cattiva che vola verso Colonia.

Semifinale Inter: ecco i giocatori dello Shakhtar

Shakhtar Donetsk: storia e trofei

Lo Shakhtar Donetsk è il maggior club ucraino che si contende lo scettro con l’altra blasonata del torneo la Dinamo Kiev, in una continua lotta a due. Nella sua bacheca figurano 13 campionati , 13 Coppe nazionali e 8 Supercoppa di stato. Quest’anno ha vinto il suo quarto titolo consecutivo. La squadra è guidata dal portoghese Luís Castro, una vita in provincia, uomo ombra del tecnico romanista Fonseca, di cui ha preso il posto, così come accadde al Porto nel 2014, quando fu chiamato a sostituire l’esonerato tecnico capitolino, mentre allenava la squadra B dei lusitani. L’esperienza con i dragoni dura solo un anno per poi tornare a girovagare in piazze meno ambiziose, fino al Vitória Guimeres che conduce ad un inaspettato quinto posto.

Come gioca lo Shakhtar di Luis Castro

Da qui arriva la chiamata dei più titolati ucraini e come il suo precedessore adotta con discreto successo il modulo 4-2-3-1. Ai lati del nazionale Pyatov, agiscono i due terzini: Dodô e Matvijenko (spostato a sinistra per sostituire l’infortunio Ismaily), fondamentali per il gioco in quanto abili nell’ iniziare l’azione dalle retrovie e a proporsi in avanti grazie a tecnica, corsa e pieni polmoni. In mezzo si alternano i rocciosi Kryvtsov, Khotcholava Bondar e Vitao, con compiti prettamente di marcatura. A schermare la difesa ci sono Stepanenko mediano di rottura e Antonio ottima visione di campo e bravo nei tempi d’inserimento.

I tre davanti, invece, rappresentano la forza della squadra: Marlos mancino che gioca a destra dotato di un buon piede negli assist e nei calci piazzati, Alan Patrick rigorista, regista offensivo e Taison veloce e abile nei dribbling, la stella del gruppo che non lascia punti di riferimento alle difese avversarie. A loro si aggiunge Konoplyanka fantasista anche seconda punta, un po’ in ombra nell’ultimo periodo tanto da essere lasciato in panchina dal tecnico portoghese. Chi invece attraversa un ottimo momento di forma è il riferimento centrale Junior Moares con tre goal negli ultimi due match, attaccante tascabile che sopperisce ad un fisico non da corazziere con velocità ed estro.

Semifinale Europa League: che partita sarà?

Calcio corale eppure individualista quello capitanato dal portiere Pyatov, a cui piace tenere il possesso di palla e dominare le partite. Molto simili ai tedeschi incontrati nei quarti, l’Inter risponderà con la compattezza del suo 3-5-2 che in questo momento sta dando la sua massima espressione targata Antonio Conte, arma fondamentale per arginare questo tipo di gioco basato sopratutto sui singoli. L’unico dubbio del tecnico salentino è l’impiego di Eriksen al posto di Gagliardini. A mio modesto parere gli uomini di Castro sono tecnicamente inferiori al Leverkusen, con un età media più alta rispetto ai teutonici, se i nerazzurri impiegheranno lo stesso spirito degli ultimi due match con il piglio e l’autorevolezza della grande squadra dovrebbero riuscire a raggiungere la finale del RheinEnergieStadion di Colonia.

Inter-Shakhtar: probabili formazioni

Contro gli ucraini dello Shakhtar Conte pensa alla continutià. Quindi fuori ancora, probabilmente, Skriniar ed Eriksen. Fra le riserve di lusso qualche dubbio per Alexis Sanchez. Nonostante la partita difficoltosa, possibile conferma per Gagliardini.

Gli ucraini confermano il classico 4-2-3-1 di questi anni. In prima linea i talenti brasiliani Marlos, Alan Patrick e Taison. Unica punta Junior Moraes.

Inter (3-5-2): Handanovic; Godin, De Vrij, Bastoni; Candreva, Barella, Brozovic, Gagliardini, Young; Lukaku, Lautaro Martinez.

Shakhtar Donetsk (4-2-3-1): Pyatov; Dodò, Krivtsov, Matvienko, Bondar; Marcos Antônio, Stapanenko; Marlos, Alan Patrick, Taison; Junior Moraes.

La sfida sarù trasmessa alle 21 su Sky Sport e Sky Sport Uno, in streaming su Skygo e NOW TV. In chiaro su TV8 sia canale che streaming. 

Inter-Shakhtar Donetsk: statistiche e precedenti

Gli ucraini hanno vinto l’Europa League nel 2009 ai danni del Werder Bream con il risultato di 2-1 e nel 2016 hanno raggiunto la semifinale, eliminati dal Siviglia.

L’inter non ha mai vinto l’Europa League, ma la Coppa UEFA (storicamente prima si chiamava così) battendo la Lazio per 3-0, reti di Zamorano, Zanetti e Ronaldo.

I nerazzurri hanno rivisto la squadra dei minatori sono nel 2005, durante il terzo turno preliminari di Champions League. Il passaggio del turno andò a favore dei milanesi con un 2-0 secco all’andata e un 1-1 al ritorno.

Lo Shakhtar di Lusi Castro ha vinto quest’anno il proprio torneo nazionale.

Inter-Bayer Leverkusen pagelle

Impresa o qualcosa in più. Comunque Conte e i suoi ragazzi l’hanno fatta. L’Inter non raggiungeva una semifinale europea dalla Champions del 2010, esattamente dieci anni fa dal triplete indimenticabile.

Conte, uomo portato a Milano, per vincere mostra che con le partite secche e le modalità final eight di calcio ci sa fare. Era accaduto nel percorso europeo dell’Italia, dove solo i due erroracci dal dischetto di Zaza e Pellé ci avevano condannato e sta accadendo adesso.

I nerazzurri, spinti da un Lukaku, che si dimostra sempre più vero campione, ora possono ambire davvero ad alzare il trofeo. Restano quindi in attesa di conoscere chi fra Shakthar e Basilea sarà l’avversaria di turno. Rispetto alle paure del Getafe, ora la squadra milanese sembra sempre più quadrata, equilibrata e convinta.

Andiamo alle pagelle.

Handanovic 6.5: uscite su palla alta perfette, controllo della partita e quasi incolpevole sul goal, che gli arriva a meno di un metro dalla porta. Matura sicurezza!

Godin 7: inizialmente soffre le sgroppate di Diaby, poi prende le misure e gioca sempre d’anticipo. A volte un po’ rude, ma sempre efficace. The wall!

Bastoni 6: per essere a questi livelli e giocare al posto di Skriniar vuol dire che ha talento (ecco la sua scheda). In effetti commette pochi errori, copre bene, gioca pulito d’anticipo e non si spaventa mai. Promettente!

De Vrij 6.5: leader come Godin, gioca sempre di testa negli anticipi e nelle chiusure, non patisce mai nulla! Perfetto!

Young 6.5: capisce che può spingere perché il suo dirimpettaio non se la cava bene e lo fa con continuità ed efficacia. Spesso si sovrappone, rappresenta l’uomo in più e propone sempre palle interessanti. Freccia spinosa!

D’Ambrosio 6.5: mezzo esterno alto e mezzo terzino, copre con qualità e con grinta giusta. Sa quando prendersi il giallo e soprattutto, sa apparire da dietro e inserirsi. Motorino!

Gagliardini (il peggiore) 5: spesso preso in mezzo dalla velocità di Diaby e Baumgartlinger, non incide molto e a volte rischia troppo con i tackle. Peggiorato!

Brozovic 6: bene in fase di rottura e passaggio,, meno in fase di creatività e ripartenza. Dormiente!

Barella 7: stupendo, raffinato e geniale il colpo dell’1-0. Sempre deciso, determinato, pressing altro e voglia di stupire. Stupendo!

Lautaro 6.5. poche occasioni, tanta corsa, volontà e lavoro sporco. Meno presente sotto porta, quasi a delineare un 4-5-1. Il giocatore sembra un po’ stanco, ma c’è il compagno di reparto che è una furia – Acciaccato!

Lukaku 7.5 (il migliore): non arriva l’8 solo perché la doppietta un po’ la spreca e un po’ non gli arriva. Giocatore stupendo. Anticipa sempre l’avversario, fa a sportellate, corre e fa ripartire, prende calci, non cade mai a terra e anziché cercare il rigore, segna un goal da combattente! Idolo!

Eriksen 6: da lui ci si aspetta di più che il semplice compito di un vertice basso. Ma ancora non ha corsa fluida e idee stupefacenti, ancora troppo Anchilosato!

Alexis Sanchez: molto simile a Lautaro Martinez. Poco sotto porta e poco da far paura. Si limita a correre e ad aprire varchi per Lukaku – Limitato!

Inter: prossima partita

La prossima sfida dell’Inter sarà la semifinale unica contro la vincente dello scontro fra Shakthar e gli svizzeri del Basilea. La partita si giocherà lunedì 17 agosto alle 21.00, diretta Sky Sport e NOW TV. 

Inter-Bayer Leverkusen: quando si gioca

Sarà lunedì 10 agosto che l’Inter tornerà in campo alle 21 contro il Leverkusen, formazione tedesca e di grande respiro internazionale. La sfida, come deciso tempo fa dagli organi UEFA, si giocherà senza pubblico. Per un certo verso i tedeschi sono in casa. Infatti il match sarà giocato a Düsseldorf, alla Merkur Spiel-Arena. Quindi in terra tedesca.

Probabili formazioni Inter-Bayer Leverkusen

Conte sembra orientato a confermare il blocco vincente e piuttosto convincente contro il Getafe. Con consueta difesa a 3 (senza Skriniar, ma con Bastoni), centrocampo a 5 più equilibrato (senza la fantasia di Eriksen) e le due punte perfette Lukaku e Lautaro Martinez (la coppia magica dell’Inter).

La squadra di Bosz dovrà fare a meno di Aranguiz e al suo posto giocherà Demirbay. Confermata la punta unica Havertz, nel tridente con Amiri, Diaby e Bailey.

Inter (3-5-2): Handanovic; Godin, De Vrij, Bastoni; D’Ambrosio, Barella, Brozovic, Gagliardini, Young; Lukaku, Lautaro.

Bayer Leverkusen (4-2-3-1): Hradecky; L. Bender, Tapsoba, S. Bender, Wendell; Demirbay, Palacios; Diaby, Amiri, Bailey; Havertz.

Inter-Bayer: dove vederla in TV e in chiaro

La sfida sarà trasmessa dall’emittente Sky per i canali Sky Sport e Sky Sport Uno e in streaming su Skygo, piattaforma per abbonati Sky. La sfida potrà essere acquistata anche con pacchetto NOW TV.

In chiaro sarà visibile, però, su TV8 streaming!

Bayer Leverkusen: chi è Kai Havertz

Il Bayer Leverkusen non è certo la prima volta che si affaccia a livello europeo. Ricordiamo che finora è arrivato sempre agli ottavi di Champions (quando ha partecipato) e anche ai quarti nel lontano biennio 2006-07. Ha partecipato anche a una finale di Champions 2001-02, quella del celebre gesto atletico di Zidane (futuro tecnico della Juventus?).

Di questo Bayer si sa davvero poco. Quest’anno è arrivato in finale di Coppa di Germania e l’ha persa contro il Bayern di Monaco per 4-2. In campionato è terminato al quinto posto.

Il talento principale è Kai Havertz, stella nascente delle Aspirine e già nel mirino della Premier League (sponda Chelsea). 

Kai Havertz è nato nel 1999 ad Aquisgrana, è alto 1.89 e pesa 82 kg. Può giocare sia a centrocampo che in attacco. Il suo score è impressionante: 17 goal in 44 partite e 6 assist. Il suo compagno di squadra, il terzino Wendell Nascimento Borges, afferma che lui voglia andare in Premier League.

Intanto per le strade il ragazzo tedesco è un idolo dei tifosi, che hanno riempito di immagini e gigantografie!

Le sue statistiche sono più che interessanti, soprattutto se confrontate con la giovane carriera.

118 partite ufficiali in Bundesliga: 36 reti, 25 assist e 10 ammonizioni. Nell’anno 2018-19 ha segnato 17 goal in 34 presenze e l’anno prima 3 reti, fornendo ben 9 assist.

Il suo valore di mercato è intorno agli 81 milioni di euro. 

Moussa Diaby: talento ex Crotone

Moussa Diaby, 21 anni, di origine francese è un’altra arma a favore di Bosz. Lui, che ha giocato a Crotone (leggi la storia della promozione in A) tre anni fa per soli sei mesi (esordì in Crotone-Juventus 1-1) e poi si è spostato in Francia agli ordini del PSG.

Nella stagione 2018/19 milita in Francia, al PSG, dove gioca 34 partite e lascia il segno 4 volte, mettendo in porta i compagni almeno 7 volte.

Poi viene ceduto in Germania, per questione di bilancio. Qui adoperato fino a novembre, con il contagocce, diventa titolare solo da novembre.

Ora, fra Bundesliga, Champions, Europa League e Coppa DFB arriva a giocare 38 partite, segna 8 goal e produce 8 assist. 

Gioca come ala sinistra, è dotato di ottima velocità sia a sinistra che a destra e sa dribblare e accompagnare l’azione con grande talento.

Leon Bailey: attaccante o esterno prodigioso

Attenzione anche a Leon Bailey, giamaicano di 1,81. Pesa 70 kg, giostra da attaccante o da centrocampista laterale alto. Può correre sia a destra che a sinistra, ma predilige quella mancina. Ottimo dribbling e capacità di affrontare l’avversario nell’uno contro uno. Di lui si dice che abbia una buona tecnica di base e anche un’importante capacità di balistica.

Con il Genk, club da cui proviene, ha giocato 77 partite, segnando 15 reti e fornendo 21 assist.

Da quando gioca in Germania ha disputato 115 partite, con 24 reti e 15 assist. 

Il talento di Kingston, di soli 22 anni, è dunque un altro giocatore offensivo da tenere  attentamente sotto controllo. Valore di mercato attuale: intorno ai 30 milioni di euro.

Europa League: Inter Getafe 2-0

Gelsenkirchen Veltins-Arena è l’Inter a passare ai quarti di finale, dopo una più che discreta prova sia in difesa, sia in fase di palleggio e sia in fase di ripartenza. Conte presenta un’Inter così impostata:

Le formazioni: Inter (3-5-2): Handanovic; Godin, De Vrij, Bastoni; D’Ambrosio, Barella, Brozovic, Gagliardini, Young; Lukaku, Lautaro Martinez. All. Conte.

Mentre Bordalas pensa a un più coperto 4-5-1 che si trasforma in fase propulsiva del tipo 4-2-3-1.

Getafe (4-5-1): Sorìa; Suarez, Djené, Etxeita, M. Olivera; Nyom, Maksimovic, Arambarri, Timor, Cucurella; Mata. All. Bordalas.

Inter-Getafe 2-0: highlights primo tempo

Getafe in maglia gialla subito pericoloso al secondo minuto con inserimento centrale di Maksimovic che di testa raccoglie un cross dalla destra di Suarez. Miracolo di Handanovic che devia in corner. Sempre dalla stessa corsia gli spagnoli mettono in difficoltà i nerazzurri, da un corner di Arambarri, Etxeita per poco non ne approfitta in mischia.

La difesa meneghina continua a perdersi Mata che su passaggio di Cucurella non ne approfitta, dopo che Soria era stato bravo ad anticipare Lautaro con un’uscita al limite dell’ area e pronto a far ripartire l’azione. Alla mezz’ora, primo tiro dei nerazzurri con Martinez che di prepotenza penetra fra le maglie avversarie, ma il suo diagonale ben calciato esce fuori di poco. Ancora l’argentino con una bordata da fuori area che trova pronto il portiere cresciuto nel vivaio del Real Madrid, protagonista anche nell’azione successiva su punizione di Brozovic con D’Ambrosio in scivolata.

Al trentaduesimo alla prima palla goal, Lukaku su lancio lungo di Bastoni riesce a scavalcare il centrocampo, brucia Etxeita e in diagonale batte a rete 1-0. L’Inter ha sofferto l’organizzazione iniziale della squadra di Bordalás, ma nella seconda frazione del tempo grazie ai suoi due attaccanti ha sbloccato il risultato andando in vantaggio negli spogliatoi.

Inter-Getafe 2-0: highlights secondo tempo

Partono forte i nerazzurri con la palla di Barella che viene deviata in calcio d’angolo e sulla stessa, Godin non è fortunato sul rimpallo, dopo una semi sforbiciata di D’Ambrosio. Gli spagnoli passano alle due punte, fuori Maksimovic (uomo di sostegno) e dentro Angel Rodriguez. La mossa sembra dare i suoi frutti.

Cucurella uomo ovunque e Mata di testa si fa di nuovo ipnotizzare dal portiere sloveno, che alza sulla traversa. Bordalás ci prova con la panchina: Nyom per il più offensivo Jason e Molina per l’attaccante numero sette. Conte risponde con Sanchez per Lautaro. Al 70° rigore per il Getafe, dopo un consulto VAR per tocco di mano di Godin in area. Ma Molina dagli undici metri la getta fuori. Gli uomini di Conte rimangono troppo schiacciati dietro e si affidano alle ripartenze, clamorosa la svirgolata del gigante belga dopo una bella azione di Barella.

Fuori Brozovic per il più tecnico Eriksen che si va a posizionare sul vertice alto della manovra e raddoppia subito 2-0, pronto a raccogliere un errore di Djené in area, con l’azione iniziata da un lancio del solito Bastoni. Iberici in confusione e Sánchez per poco non ne approfitta con un pallonetto da fuori. Ma ormai saranno i nerazzurri ad affrontare nel prossimo turno la vincente tra Leverkusen e Rangers.

Buona Inter e su tutti trionfano Bastoni, Barella e Handanovic che si fa trovare sempre pronto. Non demeritano neanche le prove (del tutto polmoni) D’Ambrosio e Lukaku bravo a sbloccare il match. Il corpo a corpo impostato dagli iberici che mancano di qualità (troppo poco il pur ottimo Cucurella) ha favorito la forza fisica dei nerazzurri, che dopo un primo quarto d’ora d’impasse hanno preso le misure venendo fuori alla distanza.

Inter-Getafe: dove vederla

Sarà Sky a trasmettere la partita dei nerazzuri. In diretta alle 21 su Sky Sport Uno e Sky Sport 252 del digitale terrestre. E passiamo a vedere come sono messi i ragazzi di Conte.

Inter-Getafe: probabili formazioni

Archiviata la serie A chiusa in un onorato secondo posto, che ha lasciato scontenta gran parte della tifoseria con aspettative maggiori sia per il campionato che in Champions. A gettare benzina sul fuoco si sono aggiunte anche le polemiche del tecnico salentino contro la società, rea di non proteggerlo in sede mercato causa le diverse divergenze di vedute, tanto da mettere in discussione la sua riconferma.

L’Inter targata Antonio Conte si tuffa così nell’Europa League, come ultimo obiettivo rimasto. Difronte avrà il Getafe di Bordalas, classificatosi l’anno scorso al quinto posto nella liga. Nel ultima stagione appena conclusasi invece sono arrivati ottavi a soli due punti dal Granada, fuori quindi dall’Europa, aspettando però il verdetto della competizione che li vede ancora protagonisti. Il tecnico spagnolo si affida ad un comodo 4-4-2 ispirato al Cholismo fatto di intensità, organizzazione e profondità. Puntando sul gioco del collettivo e non alle singole individualità. Gli uomini più interessanti sono: l’attaccante Jaime Mata ottimo finalizzatore che svaria su tutto il fronte d’attacco e abile nel gioco aereo sfruttando tutta la sua altezza e il giovane esterno sinistro di centrocampo Cucurella veloce, rapido e tecnico nel mirino di molte big europee tra cui il Napoli.

Inter (3-5-2) probabile formazione: Handanovic; Godin, De Vrij, Bastoni; D’Ambrosio, Barella, Brozovic, Gagliardini, Young; Lautaro Martinez, Lukaku. All. Conte.

Getafe (4-4-2) probabile formazione: Soria; Suarez, Djené, Etxeita, Olivera; Nyom, Arambarri, Maksimovic, Cucurella; Mata, Molina. All. Bordalas.