L’assenza di test e le difficoltà per i piloti che hanno cambiato squadra

I pochi km percorsi durante i test infra campionato non agevola quei piloti che devono prendere confidenza con le nuove monoposto.

Un giorno e mezzo di test

Quest’anno i test invernali si sono svolti nell’arco di soli tre giorni (in Bahrain dal 12 al 14).
Ogni pilota ha potuto contare su un giorno e mezzo di prova non giovando alla conoscenza ed alla comprensione della monoposto, sebbene le vetture del 2021 non siano altro che i progetti 2020 modificati nella zona del fondo vettura (come da regolamento).

Problemi di adattamento

Questa circostanza naturalmente pregiudica la situazione di coloro che hanno cambiato squadra, i quali più degli altri necessitano di percorrere tanti Km in pista per conoscere non solo il comportamento delle nuove monoposto, ma anche le procedure dei nuovi team
Invece, abbiamo assistito a piloti penalizzati anche per problemi di affidabilità (come per esempio Vettel con l’Aston Martin rimasto fermo per molte ore a causa di un problema alla sua monoposto) con la conseguenza che le prime gare assurgono a un supplemento di test.

Rendimento inferiore rispetto ai team mate

Non è un caso, forse, che – almeno in questo primissimo scorcio di stagione – Perez,Sainz, Ricciardo, Vettel e Alonso stiano rendendo di meno rispetto ai compagni di squadra a testimonianza delle difficoltà rispetto a questi ultimi i quali, invece hanno una migliore comprensione e conoscenza della vettura e delle procedure al muretto ed ai box.

È un peccato, perché in tal modo non riescono a dimostrare la loro velocità ma devono combattere con le difficoltà fisiologiche che ogni pilota incontra ogniqualvolta cambia scuderia.

Formula 1 – 2021: poche modifiche al regolamento

Nel 2021 le FP1 e le FP2 vedranno le monoposto girare in pista per un totale di 60 minuti anziché 90, con sempre meno attività in pista.

Il prossimo campionato del mondo di Formula 1 sarà sostanzialmente analogo rispetto al 2020. Le nuove norme tecniche, inizialmente programmate per il 2021 sono destinate ad entrare in vigore nel 2022 a causa della pandemia da coronavirus. Di conseguenza le monoposto saranno per la quasi totalità identiche a quelle viste nella stagione appena conclusa: le uniche modifiche che si potranno fare concernono principalmente la power unit (come il caso della Ferrari per recuperare il gap di potenza sui rivali), il fondo vettura e le prese d’aria dei freni posteriori. Di fatto, però, il concept aerodinamico di fondo rimarrà sostanzialmente intatto, ed a conferma di ciò i team possono cominciare a lavorare sui progetti del 2022 già a partire dal 1 gennaio: perciò è facile prevedere che nel corso del 2021 vedremo pochi aggiornamenti significativi sulle monoposto.

Durata prove libere: meno test, più ore in galleria del vento

Una modifica al regolamento sportivo concerne invece la durata delle prove libere del venerdì che si svolgeranno per 60 minuti e non più per 90 minuti. Uno scenario che vedrà le squadre girare sempre meno, in un contesto regolamentare che contempla in misura sempre più stringente la possibilità di effettuare dei test: ormai, il venerdì viene utilizzato dalle squadre per testare le novità aerodinamiche prodotte in galleria del vento per confrontare la corrispondenza dei dati della galleria del vento con i riscontri della pista, piuttosto che provare gli assetti e verificare il comportamento delle gomme in ottica gara.
Ma non sempre è così: quando infatti le libere sono condizionate dal maltempo oppure vengono cancellate, l’ultima ora di prove libere del sabato mattina diventa la sessione in cui i team possono girare in pista senza nemmeno riuscire a completare il loro programma di lavoro, dal momento che devono comunque preparare gli assetti per le qualifiche e la gara in così pochissimo tempo: in questo caso la gara si svolge senza avere alcun riferimento delle libere del venerdì (comportamento delle gomme, grado di usura, carichi di benzina, ecc…)

Mancanza di test liberi durante la stagione: una negazione da eliminare per il bene stesso della Formula 1

Come detto, la diminuzione dell’orario delle libere del venerdì si inserisce in un contesto dove ai team è preclusa la possibilità di svolgere prove per testare gli aggiornamenti prodotti senza dover a tal fine attendere il venerdì di gara. È dalla stagione 2009 che non è più prevista la possibilità di effettuare test: a tal proposito, Montezemolo sottolineò che la F1 è l’unico sport dove non ci si allena.

Da allora, le uniche occasioni in cui si è potuto girare sono stati i giorni immediatamente successivi al Gp, e spesso si è trattato di test per giovani piloti, oppure prove dedicate allo sviluppo delle gomme Pirelli.
Quello che è consentito soltanto è di poter girare in pista con una monoposto vecchia di due anni, rivelandosi sostanzialmente inutile poiché le squadre hanno la necessità di testare quanto più possibile le novità tecniche sfornate in galleria del vento con le vetture della stagione in corso.

Il taglio alla possibilità dei test liberi infracampionato lo si è sempre giustificato in un’esigenza di contenimento dei costi, esigenza che trova la sua giustificazione anche con il budget cup.

Ma detta esigenza si scontra con la circostanza che nel 2021 saranno 23 le gare in calendario – pandemia permettendo – rendendo la stagione la più lunga nella storia della F1, e questo non gioverà alla riduzione dei costi (logistica, trasporto del materiale, spostamenti di tutto il personale).

È evidente pertanto la contraddizione (e la follia) della riduzione dell’orario delle FP1 e delle FP2 se le squadre non possono provare le novità tecniche. Se si vuole aumentare lo spettacolo in pista la soluzione non è certo quella prevedere più Gp in calendario, ma forse quella di aumentare la competitività dei team lasciando loro la possibilità di effettuare prove senza alcuna limitazione: in questo modo avremmo una F1 dalla qualità tecnica certamente migliore dove i piloti avrebbero qualche opportunità in più per poter figurare senza dover attendere una chiamata di un team di prim’ordine come il caso di Russell, il quale ha dovuto attendere l’opportunità di salire sulla Mercedes per poter ambire alla vittoria o comunque alle posizioni di vertice.