Il Napoli di Gattuso: dal 4-3-3 al 4-2-4 brasiliano

Gennaro Gattuso. Come gioca il suo Napoli?

Cambiano gli allenatori si alternano gli interpreti ma la filosofia dei tenori sotto il Vesuvio è sempre la stessa. Quest’anno per rimediare agli errori della passata stagione, dove i partenopei sono andati spesso in difficoltà sotto rete, il mister calabrese ha messo in cantiere un modulo più imprevedibile che eviti agli azzurri di girare a vuoto nelle aree avversarie ovvero: il 4-3-2-1 che al momento ruota a seconda delle fasi di gioco con il 4- 3-3 anche per le interpretazioni dei giocatori. 

La musica è cambiata

In porta è solita staffetta tra Meret e Ospinadue portieri di sicuro affidamento dalle caratteristiche simili. Entrambi abili e reattivi tra i pali, importanti nella fase di costruzione agendo praticamente quasi da libero ed avendo un ruolo fondamentale nella costruzione del gioco. In quanto partecipano molto attivamente a questo essendo un punto di scarico per chi è in possesso di palla, prediligendo l’inizio della manovra dal fondo. I due centrali Manolas e Koulibaly si posizionano sulla stessa linea del portiere per iniziare a costruire l’azione, mentre in fase di non possesso attuano un pressing alto salendo appena quasi la mediana, consentendo ai due terzini Di Lorenzo e Mario Rui/ Hysaj di allargarsi dando ampiezza alla manovra e facendo su e giu per tutta la fascia.

Nella prima partita di Parma Ringhio ha schierato il centrocampo a tre. Demme in mezzo, pronto a proteggere la difesa e far ripartire l’azione ed ai suoi lati due mezze ali di qualità Fabian Ruiz e Zielinski con licenza di inserirsi. Per poi alla mezz’ora del secondo tempo far uscire il tedesco ed inserire una punta, lasciando a quest’ultimi due il compito di rottura schermando gli attacchi avversari e affidando loro le chiavi delle ripartenze, chiudendo in un quarto d’ora il match sullo 0-2.

Si è passati così al 4-2-3-1 modulo più volte provato nel ritiro di Castel di Sangro. I tre tenori sono diventati 4 grazie all’arrivo dalLille del nigeriano Victor Osimhen. Punta centrale rapida e veloce di buona prestanza fisica, che garantisce più profondità e lunghezza e la sempre presenza di uomo al centro del area avversaria. Dando la possibilità al rivitalizzato Lonzano di emergere nelle azioni, come dimostrano i due goal nella goleada al Genoa. A completare il reparto Insigne a sinistra e Mertens al centro dietro il numero 9 a dialogare con i suoi compagni di reparto fornendo assist e goal.

L’infortunio del capitano azzurro contro i liguri, distrazione al bicipite femorale che lo terrà lontano dai campi da gioco per un po’ di tempo, ha complicato i piani di Gattuso. Nella partita contro i rossoblu è entrato il turco Elmas un centrocampista offensivo, snaturando solo in parte la sua nuova idea tattica. L’ex Fenerbahçe ha avuto la funzione di uomo box to box tra centrocampo e attacco non facendo mancare il suo apporto a quest’ultimo. Un perfetto inserimento dalle parti di Marchetti gli ha permesso di realizzare il 5-0 su passaggio di Hysaj.

Gattuso: esordio al posto di Ancelotti

Ieri sera dopo il 4-0 al Genk è arrivata la notizia che era nell’aria di Castel Volturno da almeno una settimana. Carlo Ancelotti è stato esonerato. Proprio come gli era accaduto al Chelsea e al Bayern di Monaco. Può capitare, anche a quelli più vincenti e che hanno scritto la storia del calcio, può accadere. D’altronde il rapporto con la società, il presidente in primis, era logoro da un po’. La faccenda dal no al ritiro, l’appoggio silenzioso all’ammutinamento della squadra e ultimo, ma non meno importante i risultati davvero scadenti in campionato. Con la squadra fuori dal giro scudetto e di questo passo anche da quello Champions. Contribuisce alla decisione finale anche la sperimentazione eccessiva del tecnico di Reggiolo. Parliamo in quasi quattro mesi di 15 formazioni diverse in 15 giornate di A. Sintomo di una confusione tattica e di una palese impasse forse anche personale.

Insomma, quel che doveva accadere dopo Roma-Napoli è stato rimandato di circa un mese.

Ma il calcio è strano, bizzarro e a volte imprevedibile. Così a sedere su quella panchina non ci va un traghettatore o un gestore di situazioni di crisi di spogliatoio e i nomi potevano essere un Allegri o Spalletti o “alla buona ora” Eddy Reja, vecchio cuore azzurro. Bensì una panchina così scottante come quella di Napoli va al 99% a Gennaro Ivan Gattuso, ovvero l’allievo di Ancelotti.

Ironia della sorte di un avvicendamento che ci saremmo aspettati a Milano – chi dimentica il famoso diktat berlusconiano: il Milan ai milanisti – ma non a Napoli.

Perché Gattuso al Napoli?

Ma la domanda legittima da porsi è proprio questa: perché proprio Gattuso?

Un continuum tattico: sicuramente, perché ci sarà un patto di stima reciproca con il presidente Aurelio (ma questo come risulta dal tweet ufficiale c’era anche con Ancelotti). Secondariamente perché da buon “scolaretto” del calcio ancelottiano, Rino conosce alcuni sviluppi tattici del credo di Ancelotti e può proseguire sulla strada battuta. In particolare la linea di continuità si avrà sul possesso palla finalizzato a creare il gioco, sulla costruzione dal basso e sullo sviluppo centrale dalla linea mediana alla trequarti.

Un allenatore diverso: ma l’ex Milan non è il clone di Ancelotti e saprà o tenterà di portare qualcosa di diverso. In particolare verrà creata una maggiore copertura sulla palla, tentando di risistemare la difesa (un po’ blanda con Ancelotti) e verrà creato un possesso palla meno estetico e più diretto alla verticalizzazione. Gattuso ama infatti l’immediata verticalizzazione dell’azione.

Ma se questa è la questione base (senza entrare nel dettaglio specifico) dell’asset tattico, c’è poi una scelta caratteriale. Gattuso, si sa, non è certo un pezzo di pane. Non lo dice l’aspetto comportamentale dell’ex giocatore, quanto i resoconti recenti. A tal proposito si veda il caso Montolivo nel Milan. Insomma nello spogliatoio ci si può anche affrontare faccia a faccia, ma guai a tradire la sua fiducia. E che a Castel Volturno serva un sergente di ferro, non c’è dubbio. Lui è uno che lo spogliatoio lo sa ricucire e rimotivare. Con il vantaggio che, non conoscendo l’ambiente, può accrescere la propria influenza.

C’è, infine, una motivazione prettamente societaria. E’ molto, quanto mai probabile, che Gattuso sia stato scelto dopo la questione, mai gradita dalla società partenopea, dell’appoggio involontario alla ribellione dei giocatori verso le multe societarie. Ancelotti non ha appoggiato né il ritiro punitivo né tantomeno la strategia societaria. A questo punto l’unica soluzione era la rescissione consensuale del contratto di lavoro. In questo caso Gattuso sarà totalmente estraneo all’accaduto e si disinteresserà di eventuali cause verso la società o viceversa verso i giocatori.

Come giocherà il Napoli di Gattuso? Un 4-3-3 essenziale

Ma, ora che abbiamo compreso le motivazioni del passaggio di consegne, cerchiamo di capire come potrebbe giocare il Napoli di Gattuso con gli attuali interpreti.

Se, come detto, Rino proseguirà il lavoro di Ancelotti è verosimile che ci saranno alcuni punti intoccabili di continuità e altri del dogma tattico di Gattuso. Fra cui proponiamo:

  • La difesa a 4
  • Due terzini molto mobili
  • Un fluidificante davanti alla difesa
  • Due mezzali
  • un centravanti-torre

Il modulo, se vogliamo fare gli appassionati di tattica, sarà un 4-3-3, speculare a quello del suo Milan.

La funzione delle mezz’ali in Gattuso

Dove ruolo centrale lo avranno le due mezzali di centrocampo, atte a compiere le due fasi del gioco: pressing, rientro a favore del terzino e contemporaneamente ribaltamento dell’azione. Chi interpreterà questo ruolo dovrà imparare a correre per 90′. L’ipotesi più credibile volge verso Fabian Ruiz, che, svincolato da compiti di regia, dovrà migliorare l’applicabilità tattica, ma potrà anche spaziare con maggior fantasia e qualità oltre la metà campo. Ballottaggio per l’altra mezzala fra Elmas e Zielinski. Più adatto il primo del secondo per velocità, capacità di pressing e mobilità tattica fra destra e sinistra, nonché qualità nel passaggio e nel tiro da lontano.

Il polacco potrebbe, se rimesso in questa posizione, ritornare nella posizione originaria di Udine e ne gioverebbero le sue qualità di corsa, pressione e spinta atletica. Ma non va sottovalutata l’opzione jolly esterno a sinistra per capacità di corsa, inserimento e finalizzazione. Inoltre il polacco sarebbe maggiormente adatto a poter realizzare quella fase di necessaria copertura a cui Gattuso tiene moltissimo. Infine lo stesso è adeguato a poter far da maggiormente da assist-man rispetto alla punta centrale. Insomma Zielinski può diventare il Calhanoglu o Bonaventura del Napoli.

Detto delle mezzali che saranno il perno dello sviluppo del gioco, andiamo a vedere come agirà la difesa.

Gattuso e la difesa a 4

Sia Koulibaly che Manolas – attenzione agli scenari di mercato possibili a gennaio – sanno giocare la palla e continueranno nelle loro attuali funzioni fra marcatori e registi difensivi.

I terzini, che siano Di Lorenzo – Hysaj o Mario Rui – Ghoulam, dovranno alternarsi in un gioco compenetrato ed equilibrato con le mezzali. Difficilmente Gattuso proporrà una pressione reciproca dalla fasce. Più facile che ci sia un’alternanza fra destra e sinistra, con compiti di copertura alternati. Ipoteticamente si potrebbe prevedere un maggior turnover fra i terzini. in fase di spinta ci saranno sicuramente Di Lorenzo e Ghoulam, mentre in caso di necessità di una difesa bassa agiranno Mario Rui o Hysaj. Attenzione, però, perché spesso nel gioco di Gattuso i terzini diventano attaccanti aggiunti, specie se si sganciano dalla zona mediana, come accadeva con Calabria l’ano scorso.

Il centrocampo di Gattuso a Napoli: la funzione di Allan

Infine fluidificante e costruttore del gioco sarà Allan, a cui probabilmente verrà affiancato un altro mediano durante la campagna acquisti invernale. Il brasiliano, infatti, è portato a fare da diga davanti alla difesa, a riavviarla, ma meno a dettare i tempi di gioco. E su questo bisogna capire che tipo di soluzione troverà Gattuso. Un Bakayoko, attualmente, in Napoli non ce l’ha.

L’attacco di Gattuso: il centravanti e gli esterni

Delle mezzali abbiamo già detto prima e passiamo al reparto dei forward.

Milik o in alternativa Llorente saranno il Piatek della situazione. Dovranno sapere cucire il gioco sulla trequarti e agire da bussola d’attrazione per i difendenti avversari. Così si libererà lo spazio per le ali o esterni d’attacco. Mertens, che già è in difficoltà nel rinnovare o meno il contratto, potrebbe finire in panchina o adattarsi al ruolo che Sarri aveva designato per lui: l’esterno alto.

Lozano potrebbe diventare protagonista del gioco di Gattuso, svolgendo un ruolo più offensivo del Suso del caso, più libero di spaziare sul lato destro come accentrarsi sulle sponde del centravanti. Anche qui bisogna capire se Gattuso riabiliterà Callejon in questo ruolo o se per volontà della società (rinnovo e problemi di spogliatoio) lo spagnolo lascerà Napoli.

A sinistra, come detto, si inseriranno Zielinski o Insigne. Anche qui bisognerà capire se il capitano saprà rintegrarsi nella nuova mentalità di Gattuso o se invece si auto-escluderà e si arriverà alla cessione. Nel caso Insigne ritornasse titolare, quel ruolo, creato da lui per Sarri, ritornerebbe di moda.

Il Napoli di Gattuso: probabile formazione

Saranno due formazioni così costruite:

  • 4-3-3 con Meret, Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui, Elmas, Allan, Fabian Ruiz, Lozano (Mertens – Callejon), Milik (Llorente) e Zielinski.
  • 4-3-3 con Meret, Hysaj, Manolas, Koulibaly, Ghoulam, Fabian Ruiz, Allan, Zielinski, Lozano (Mertens- Callejon), Milik (Llorente) e Insigne.

In conclusione ci troveremo un Napoli meno lento e sornione, con un giro palla essenziale e finalizzato a verticalizzare. Gattuso lavorerà per sviluppare un gioco di contropiede rapido e piacevole, assestando la difesa e fondando il gioco della squadra sulle mezzali e sugli esterni. Ricordiamo che la praticità calcistica Gattuso l’ha ereditata da Massimiliano Allegri.

Il Napoli di Gattuso potrebbe essere una commistione tattica-tecnica di Ancelotti, Allegri e Sarri. Mica male!

In bocca al lupo mister

A cura di Stefano Fornaro e Giorgio Bernabei