Il gioco di Sarri: cos’è mancato?

Sarri out: cosa non ha funzionato?

Se rileggiamo la rosa e gli acquisti di quest’anno, c’era tutto il materiale per abbattere maledizioni e per far conquista di coppe e scudetti. Invece solo il tricolore è arrivato in casa bianconera (arrivando a un record speciale) e poi nulla più. Uno scudetto, ufficiale solo alla terzultima giornata e faticando non poco contro Milan, Roma, Lazio e Atalanta.

Eppure quel gioco spumeggiante style Napoli non si è mai visto. Cosa è venuto meno?

Il lato positivo delle idee di Sarri si è visto nella palla sempre bassa e in ripartenze fatte di tocchi veloci e conseguenziali. Ma dopo il lockdown la squadra non riusciva negli ultimi trenta metri a creare quella velocità e quelle combinazioni che avrebbero potuto scardinare le difese.

Se non fosse dipeso per le qualità infinite di Ronaldo e di Dybala, forse la Juve non avrebbe nemmeno festeggiato lo scudetto. E’ stato il portoghese a sopperire il peso di un attacco sterile, mancante degli assist di Douglas Costa e delle verticalizzazioni di Pjanic e Rabiot.

In pratica la forza collettiva del Napoli a Torino è diventata un palco scenico per solisti. Le azioni di Ronaldo, i dribbling di Dybala, le frecciate di Bernardeschi e Douglas Costa e le zampate tecniche sotto porta di Higuain hanno fatto la differenza nel campionato italiano. Ma quasi nulla hanno potuto in Champions, dove purtroppo serve più mordente, qualità collettiva e un pizzico di fortuna.

Il lato più negativo della stagione “sarriana” è stata invece l’estreme perforabilità difensiva. Forse la mancanza di Chiellini o forse la qualità non ottima dei terzini dei centrali di ricambio. Resta il fatto che la Juventus veniva spesso bucata soprattutto per vie centrali e registrava goal su goal nella propria rete.

Infine, terza considerazione, di vitale importanza, il carattere e la giusta intensità. Abituati alla tensione elettrica di Conte e al ritmo pressante, la macchina di Sarri non ha mai cominciato la propria accelerazione in pista. Sempre un ritmo lento, compassato e mai la capacità di atterrire gli avversari!

Statistiche Juventus 2019/20

In tutto, ripartendo dalle matematica la Juventus ha subito 64 goal fra serie A, Champions, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, Il pilastro della forza juventina si sta sgretolando.

A fronte, certo, di un complessivo di 114 goal fatti. Un numero più basso dei 122 goal messi a segno l’anno prima, a cui corrispondono anche meno di 50 reti subite.

Il gioco di Sarri dal punto di vista tattico: un’analisi

Si è adattato velocemente alla filosofia della Juventus. Maurizio Sarri ha capito che il percorso verso il gioco può essere lungo e difficile, ma quello che conta prima di tutto alla Juventus sono i risultati. Così il famoso Sarri – ball, non si è ancora visto in casa bianconera. Anche, se, come vi ricordate, già ve l’avevamo anticipato.

Il motivo per cui il tecnico toscano è stato ingaggiato dalla Juve, in sostituzione dell’altro toscano Massimiliano Allegri, è stato chiaro fin da subito: dare un gioco più “internazionale” alla Juventus.

Il gioco al centro del progetto?

C’è un aspetto che comunque non può essere sottovalutato: il gioco alla Juventus è un aspetto secondario. Secondario perché è evidentemente subordinato al risultato. Alla Juventus “vincere è l’unica cosa che conta” e l’aver ingaggiato Maurizio Sarri non implica un cambio rispetto a questa filosofia. Il cambio ricercato è nel mezzo per ottenere la vittoria. Il mezzo che deve essere un gioco più propositivo e più europeo rispetto a quello messo in campo dalla Vecchia Signora nelle ultime cinque stagioni.

Non si deve travisare comunque il senso della scelta. Il cambio di gioco non è fine a se stesso. Non è lo spettacolo il prodotto che ricerca la dirigenza bianconera da questo cambio. Quello che Andrea Agnelli e i suoi collaboratori cercano è un gioco che sia in grado di far prevalere la Juventus oltre i confini nazionali. In campo nostrano il modo di giocare messo in opera da Allegri è stato più che sufficiente a portare a casa molti trofei (ben dodici sui quindici disponibili  – un risultato mai visto), ma è in campo internazionale che la Juventus ha fallito.

Nonostante sia arrivata per ben due volte all’atto finale della Champions League, il calcio di Allgri ha palesato, specialmente nelle ultime stagioni, una evidente arretratezza rispetto al resto del calcio europeo, motivo per cui, per ambire alla vetta più alta d’Europa, bisognava dare uno strappo. Strappo che la Juventus vorrebbe ottenere attraverso la “rivoluzione” messa in campo da Maurizio Sarri.

Sarri – ball: i principi

Il gioco di Sarri non è di immediata comprensione per i calciatori. Ci sono movimenti organizzati, automatismi complessi e sincronismi essenziali. Sono però abbastanza semplici i principi sui quali il tecnico nato a Napoli si basa. Questi principi dominano le due fasi di gioco e hanno la finalità di ottenere il controllo del campo da parte della squadra, dominando l’avversario: difesa alta e aggressiva, possesso con movimenti di palla veloci e triangolazioni.

La difesa
Nonostante la fase offensiva sia la caratteristica che più si nota nel gioco di Sarri, è la difesa la prerogativa più importante. Il Sarri – ball è caratterizzato principalmente da una linea difensiva a quattro con una linea molto alta. La finalità è quella di tenere la squadra molto corto e permettere l’aggressione dell’avversario già nelle prime fasi di avvio della manovra. La pressione offensiva viene portata creando densità in zona palla, caratterizzata da raddoppi sul portatore e seconda linea pronta ad uscire per intercettare il passaggio.

La ricerca del recupero palla deve essere immediata. Questo consente di portare il maggior numero possibile di calciatori nella metà campo offensiva e rendere rapide ed efficaci le ripartenze. Ovviamente questo tipo di approccio rende vulnerabili sul lato debole e soffre i cambi di campo rapidi. Per questo motivo non si deve permettere al portatore di palla avversario di organizzare con calma la manovra.

La zona sulle palle inattive

Un altro elemento di rottura rispetto al passato è la difesa sulle palle inattive. Sarri pratica una difesa a zona che è una novità nel mondo bianconero. Questo tipo di difesa deve essere applicata alla perfezione perché ogni distrazione pone la squadra a rischio di subire una rete, specialmente nel caso di inserimenti da parte di giocatori che attraversano l’area in velocità. La difesa deve essere a zona, ma non statica. Non è efficace cercare di opporsi ad un avversario che arriva in corsa partendo da fermo.

L’attacco

La fase offensiva nelle squadre di Sarri è caratterizzata da un lungo possesso palla. Il possesso palla deve essere finalizzato a creare degli spazi nella difesa avversaria. Per realizzare questa condizione è necessario che la palla si muova con grande velocità. Il pallone deve scorrere da un giocatore all’altro con al massimo due tocchi. In queste condizioni è fondamentale l’azione di sponda di mezzali e attaccanti che hanno la finalità di fare indietreggiare la difesa avversaria.

Gli spazi creati tra le linee avversarie sono occupati dalle punte che, in appoggio ai compagni, scambiano rapidamente con delle triangolazioni in profondità. L’apporto dei terzini e degli esterni è fondamentale per sfruttare gli spazi esterni che si liberano a causa del “collasso” delle difese avversarie attirate dal pallone nella zona centrale. Diventa quindi fondamentale il movimento dentro-fuori, dentro-esterno.

Il ruolo cruciale nel Sarri – ball è determinato dal centrocampista centrale, il quale è il catalizzatore di tutti i palloni in fase di costruzione. Il regista, che nelle idee di Sarri dovrebbe toccare almeno 150 palloni a partita, ha il compito di velocizzare lo scorrimento della palla, sfruttando il movimento dei compagni e cercando la soluzione migliore per sfruttare il movimento della difesa avversaria.

Sarri – ball: la lunga strada

Lo stato attuale evidenzia una Juventus che non riesce ad esprimere a pieno le idee del proprio allenatore. Ci sono state alcune partite in cui la Juve è riuscita ad esprimersi con un gioco rapido e divertente. Questo è accaduto specialmente in alcune partite in cui gli avversari si sono mostrati più propositivi (Napoli, Atletico Madrid, Inter), e a tratti durante la partita.

Solitamente le squadre che affrontano la Juventus tendono a chiudersi, e in questi casi il gioco dei bianconeri ha trovato maggiore difficoltà. Inoltre il processo di apprendimento da parte della squadra ha portato Sarri a far giocare alcuni giocatori nei ruoli chiave in quasi tutte le partite (Bonucci, Pjanic, Ronaldo), ottenendo con il passare delle partite un calo delle prestazioni.

L’assenza di spazi da attaccare, unita al cambio radicale di filosofia di gioco al quale i calciatori si devono abituare, e ad una iniziale vulnerabilità difensiva ha costretto la squadra a modificare il proprio gioco in maniera più graduale rispetto a quanto ci si aspettasse. Al momento il gioco della Juventus si trova a metà strada tra il pragmatismo di Allegri e la filosifia sarriana.

Sarri: il paradosso del gioco offensivo

Il gioco di Sarri è considerato sicuramente più offensivo rispetto a quello di Allegri. Di conseguenza ci si aspettava una Juventus con maggiore propensione offensiva rispetto al passato, seppur più fragile dal punto di vista difensivo. I fatti ci dicono che rispetto allo scorso anno la Juventus ha segnato sei gol in meno nelle prime 12 giornate (20 contro 26), e ha subito solo un gol in più (9 contro 8), nonostante il cambio di filosofia difensiva e l’assenza pesantissima di Giorgio Chiellini. Conquistando 2 punti in meno dell’anno scorso (32 contro 34). In realtà, dopo le prime partite in cui è stato necessario un assestamento, la squadra ha ritrovato la solidità difensiva subendo solo 6 gol in 10 partite.

In Europa l’andamento è simile a quello dello scorso anno, con 8 gol realizzati rispetto ai 7 della passata stagione e 4 subiti rispetto ai 3 dell’anno scorso, dopo 4 giornate. La differenza è che quest’anno la Juve in Europa, e in generale nella stagione, non ha mai perso, ed ha già conquistato l’accesso agli ottavi, con due giornate di anticipo.

Passo dopo passo

I tifosi della Juventus devono avere pazienza. Il cambio di filosofia di gioco c’è stato ed è evidente. La Juventus non pensa più soltanto a fare un gol e difendersi giocando in contropiede. Non si affida soltanto alle giocate dei singoli ed sta organizzando un gioco nuovo, offensivo, aggressivo, propositivo. Un gioco che dovrà portarla avanti in Europa più che in Italia, dove ciò che si è fatto nelle scorse stagioni si è dimostrato sufficiente. La Juventus deve puntare ad imporsi nel palco scenico più importante e per fare questo sta compiendo l’ultimo passo.

La trasformazione della Juve squadra è in corso. Non è semplice operare un simile cambiamento in calciatori di tale personalità e abituati per tanti anni a vincere con un altro metodo. Ci vorrà ancora del tempo per vedere la Juve che Sarri ha in mente, ma la squadra e il proprio allenatore hanno le potenzialità per puntare a creare un gioco che gli dia la possibilità di giocare ad armi pari con le grandi d’Europa. Non più subendo e cercando la stoccata, ma costruendosi la vittoria.

fonte della foto: www.juventus.com