Il punto del bolognese: gravi ma non morti

Bologna-Milan 0-0: il match del tifoso

Alle 20,30 il paziente Bologna entra nella gelida sala operatoria. Codice rosso tendente al nero. Il direttore Sanitario, Joy Saputo, incarica il professor Inzaghi. Il blasonato paziente versa in gravi condizioni. Vietato sbagliare.

Addetti al taglio i professori Palacio e Santander. Tirocinanti, i giovani Calabresi e Svamberg. Dieci gli assistenti, attenti soprattutto  ai temibili batteri Higuain, Suso e  Cutrone: imprevedibili, veloci, letali.

I parenti, almeno 20.000, sistemati in curve, tribune e distinti. Molti di loro sono preoccupati e sfiduciati. Molti di loro hanno già prenotato il loculo.

Si intuisce fin da subito che non sarà l’operazione risolutiva. Si tergiversa preoccupatissimi di un’ eventuale infezione che potrebbe rivelarsi fatale. Al professor Inzaghi sono stati assicurati nuovi farmaci in grado di mettere in salvo il paziente entro gennaio. Tanto vale tenere sotto controllo la situazione. Non si procede a un benché minimo taglio. I professori Palacio e Santander lasciano i loro rispettivi bisturi negli armadietti. Ne consegue un’operazione conservativa che non migliora sostanzialmente la situazione generale, pur non peggiorandola.

Dopo 94’ l’intervento termina senza che Adam Nagy, deputato a cucire, debba praticare alcun punto. Anzi, uno. Un punto. Un piccolo grande punto. Poi il Bologna viene trasportato nel reparto di terapia intensiva.

Verso Parma-Bologna: le speranzucce dei tifosi

La prognosi resta riservata e non sarà possibile fargli visita. Almeno fino sabato , quando verrà trasportato a Parma. E in quel di Parma si potrebbe procedere a un intervento magari diverso, magari meno conservativo; magari, accertandosi della mancanza del batterio Gervinho, pure aggressivo. Ma l’illustre paziente e’ ancora vivo. Non parla ma fa ciao ciao con la manina.

Ha voglia di uscire da lì e tornare a correre. E i parenti non vedono l’ ora di poterlo nuovamente abbracciare.

Ma ora stiamo sereni , facciamo un piccolo sorriso con l’ultimo angolino delle labbra e attendiamo Parma. Ci dirà forse qualcosa di più in attesa di gennaio e di quelle cure che il direttore assicura arriveranno e ci faranno stare più tranquilli.

Occorrono calma, pazienza, supporto e fiducia.

E un bomber. E un gran cucitore. E un killer di insidiosi batteri.

Forza Bologna, noi parenti ti saremo sempre vicini

A cura di Fabio Cabassa