Inter una notte da Champions per non spegnere l’entusiasmo

Mancano pochi minuti al nostro esordio in Champions League e la febbre da Inter sale inesorabilmente sempre più verso l’alto

Quest’anno si respira aria buona. Pura, purissima.

C’è quella voglia, già vissuta, di rivedere i nostri beniamini in campo. Sempre di più. Non riusciamo a pensare di dover aspettare per vedere la nostra Inter. Vorremmo che le partite fossero una dopo l’altra, perché senza la Beneamata non si può stare.
Siamo sempre stati così. Fa parte della nostra identità e del nostro modo di vivere l’Inter. Abbiamo vissuto dei momenti in cui abbiamo sperato che il tempo passasse così velocemente da far finire tutto e subito, altri in cui abbiamo accompagnato questa squadra fino all’ultima partita disponibile. Come se in campo dovessimo andarci noi.

C’è entusiasmo!

È logico che attorno alla squadra ci sia tutto questo entusiasmo. È logico poter sognare, ma… bisogna stare con i piedi per terra.

Lo ha già detto il nostro tecnico alla vigilia della sfida casalinga contro l’Udinese, lo ribadisco anche io in questo spazio.

È giusto che attorno alla squadra ci sia entusiasmo, ma occhio… occhio a non fare troppi voli pindarici.

Attenzione a non allontanarsi troppo dalla realtà, perché in quella dobbiamo vivere e continuare a misurarci con noi stessi e gli altri.
Lo abbiamo visto e vissuto sulla nostra pelle tante di quelle volte, che adesso potremmo insegnare in tutte le università d’Italia.

Dobbiamo saper scindere la razionalità dall’irrazionalità, frenare gli entusiasmi e le emozioni e cominciare a ragionare su quello che è stato e su quello che sarà.

Il prototipo Inter

L’Inter è una macchina che ha un forte potenziale, ma può essere definita un “prototipo”. Al momento non sappiamo nulla di questa squadra. Non sappiamo come reagirà nei momenti di difficoltà. Non sappiamo come affronterà più partite nel giro di pochi giorni.
Il vero banco di prova: tanti incontri ravvicinati!
Occhio a non lasciarsi andare troppo facilmente e occhio a non dare retta troppo agli espertoni che parlano di posizione favorevole per via di un calendario più “semplice”.

Anche lo scorso anno potevamo vantare un inizio soft, ma sappiamo tutti come è andata. Sappiamo tutti che l’inversione di tendenza è arrivata solo dopo la prima partita del girone di Champions, in casa contro il Tottenham.
Quell’Inter stava vivendo un periodo di difficoltà, non riusciva ad esprimersi. Non riusciva ad ottenere risultati.

Anche la sfida coi londinesi fu risolta solo negli ultimi minuti del match, una rincorsa e una rimonta che ci fanno gasare ancora oggi.

Un uno-duo firmato Icardi-Vecino che ci ha fatto volare giù dagli spalti (o dai divani!) e ci ha permesso di iniziare una striscia positiva anche in campionato.
Le partite sono “semplici” solo se TU le fai apparire tali. Solo se riesci a prepararle bene e vincerle. Solo in quel caso è davvero tutto semplice.

Quest’anno l’Inter è stata “spietata”, altro che tutto semplice

In casa contro il Lecce ha preso dei rischi e ha vinto con ampio margine solo perché la squadra di Liverani è venuta a San Siro a giocarsela, fosse stato un altro allenatore sarebbe stato molto più accorto. Avrebbe piazzato il bus a ridosso della propria area di rigore e avrebbe provato in tutti i modi a metterci in difficoltà chiudendoci gli spazi. Abbiamo vinto perché siamo stati più bravi degli avversari. Perché siamo riusciti a scardinare le loro resistenze, pur soffrendo la formazione salentina, che tanto scarsa non è vista la vittoria conseguita a Torino.
Abbiamo avuto la meglio contro il Cagliari. In casa loro. In mezzo ad un pubblico che non ha risparmiato nulla ai nostri giocatori. Una sfida che sembrava mettersi bene dopo il gol di Lautaro, ma che ha visto i locali prendere coraggio e trovare il gol del momentaneo pareggio. Dal dischetto Lukaku riportava la squadra avanti fissando il risultato sull’1-2 finale. Con il Cagliari un’altra sfida da decifrare. Una squadra che è parsa più imballata, ma che ha saputo, prontamente, reagire al gol subito e che ha trovato il guizzo per portare a Milano e tre punti. Altre volte queste partite le perdevi.
Così come in passato l’Inter ha rischiato di non vincere contro l’Udinese, autentica bestia nera al pari di tante altre medio-piccole. I bianconeri hanno sempre sfoggiato il loro abito migliore di fronte ai nerazzurri, ma quest’anno no. Quest’anno siamo riusciti a strappare la vittoria ai friulani di misura, con una perla di Sensi e con una prova abbastanza convincente.
Altro che facile. Diamo i meriti a questo gruppo di avere gli attributi.

In campo finalmente undici leoni

Il bello sta per venire. In pochi giorni avremo tante sfide delicate ed importantissime sia per la classifica, che per il blasone. L’Europa e il derby, senza dimenticare la sfida alla Lazio.
L’Inter è attesa al varco e sappiamo tutti quanti che non può e deve fallire.
Questi ragazzi devono trasformare la grinta che stanno dimostrando di avere in rabbia agonistica.

Devono cominciare a pensare di essere i più forti. Di aver vinto prima ancora di scendere in campo. Di essere una spanna sopra tutti gli altri.
Non sto dicendo che dobbiamo considerarci superiori o dobbiamo montarci la testa. Sto solo affermando che bisogna affrontare ogni sfida col piglio giusto: col sangue agli occhi e la bava alla bocca.
La squadra deve essere la copia spiccicata del loro tecnico. In campo serviranno, partita dopo partita, undici Antonio Conte. Undici leoni.
La nostra Inter ci ha sempre dimostrato di essere carente nel momento in cui doveva dimostrare la propria forza. Di essere un’opera d’arte incompiuta.
Quest’anno abbiamo l’obbligo morale di ritrovare tutto ciò che non siamo mai riuscito a mettere in campo quando serviva, di ritrovare la nostra “altra metà”.
Va bene l’entusiasmo. Va bene farsi prendere dalla gioia del momento, ma viviamo alla giornata. Godiamoci i nostri ragazzi volta per volta. Vittoria dopo vittoria. Sempre al loro fianco e sempre fieri di ciò che stanno facendo e che continueranno a fare.
La nostra fame è troppa, ma se manteniamo ben saldi i piedi per terra quest’anno potremmo anche sfamarci di qualcosa.